Il Radicante

Il Radicante
L'arte di Aron Demetz

Il RadicanteMuseo Macro Testaccio, 26 Giugno 2012, Roma

La suggestiva area del Museo Macro Testaccio, in special modo La Pelanda, accoglie nei suoi spazi la mostra “Il Radicante” di Aron Demetz.

La mostra si snoda attraverso tre specifiche aree del Museo che al contempo raccolgono tre diverse tecniche artistiche.

Ad accogliere il visitatore c’è la scultura “Heimat”, posizionata sopraelevata grazie a delle travi che fuoriescono dal soffitto. Dalla scultura in bronzo, priva del cuore, partono delle radici che si diramano verso il basso. Il termine tedesco “Heimat” indica il luogo degli affetti e d’origine, mentre le radici si diramano forse alla ricerca degli stessi.

In un’area separata, tra pezzi antichi della struttura precedente al museo, ci sono tre sculture bronzee nude ed accovacciate, denominate “Homo Erectus”, rappresentanti l’origine e la fragilità dell’uomo, ambientati in un’epoca ancestrale. Su una di esse vi è posta anche la scultura di un neonato accovacciato sulla schiena della madre, simbolo invece di nascita, speranza e futuro, seppur in una posizione che rivela vulnerabilità.

Il RadicanteAssieme all’Heimat, troviamo “Cinderella” e “Tragedia dell’univocità”, due sculture che rappresentano due diversi stati d’animo dell’uomo. Se in “Cinderella” la donna esprime con la mano che porta verso il petto, in corrispondenza del cuore, un senso di raccoglimento e preghiera dolente, dall’altra parte in “Tragedia dell’univocità”, la scultura raffigurante un uomo, si trova immobile, in posizione eretta, accanto ad una casa bruciata.

La casa rappresenta il nucleo dove vengono raccolti gli affetti, ma talvolta anche gli orrori. Entrambe le sculture sono state realizzate dapprima in legno, poi bruciate, dalle quali sono stati realizzati dei calchi che hanno dato origine alle sculture in bronzo. A prima vista, difatti, le sculture sembrano fragilissime, ma guardandole più da vicino, ci si accorge del diverso materiale utilizzato.

Il RadicanteIl fuoco in questo caso è utilizzato come purificatore ed elimina il superfluo, lasciando solamente l’essenziale delle forme nelle sculture.

Proseguendo ci si imbatte nell’insieme delle “Resine”, sculture questa volta in legno, ricoperte di resine di alberi e poi sapientemente modellate sul legno. Le resine permettono di dare volto ed espressività alle sculture, seppur si evidenziano i colpi violenti inferti al legno, volutamente decisi dall’autore.

L’artista, applicando la resina in punti specifici, come gli occhi o zone focali della sessualità, rimargina le ferite inferte, così come la resina rimargina la corteccia dell’albero che la secerne.

Nella raccolta di “Advanced minorities”, le sculture subiscono una ulteriore trasformazione, a partire dalla materia prima. I legni scelti sono l’acero ed il tiglio, più chiari rispetto ai legni usati in precedenza. Le sculture poi sono maggiormente rifinite e levigate, grazie anche all’ausilio di macchine che lavorano sul progetto studiato da Demetz. Un processo che sembra meccanico, ma non del tutto.

Il RadicanteDifatti, dal disegno progettato all’effettivo risultato, subentrano dei fattori esterni a sorpresa, visibili nei dettagli. Dalle figure spuntano funghi, anch’essi riprodotti dall’artista, mentre altre figure sembrano incomplete.

Le opere di Aron Demetz pongono al centro il tema della figura umana e la comprensione della materia scultorea, attraverso le quali si ha una chiave d’accesso a un linguaggio universale e scardinato, tra localismo e globalizzazione, tra tradizione e contemporaneità.

Il Radicante è un organismo mutevole, che ha un rapporto dinamico ma non conflittuale con la memoria e la progettualità.

Davvero uno sguardo diverso per ritrovare l’umanità a volte perduta.

La mostra è visitabile fino al 30 Agosto. Per maggiori informazioni vi invitiamo a consultare il sito www.museomacro.org.

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