Il Traduttore, la recensione

il traduttore
Da un diario ritrovato si intrecciano i destini dei protagonisti, tra passioni ed opportunismo.

il traduttoreRoma, 24 Maggio 2016 – Anteprima presso il Cinema Barberini

DATA USCITA: 26 maggio 2016
GENERE: Drammatico , Thriller
ANNO: 2016
REGIA: Massimo Natale
ATTORI: Claudia Gerini, Kamil Kula, Silvia Delfino, Anna Safroncik, Marcello Mazzarella, Piotr Rogucki
SCENEGGIATURA: Marie Giaramidaro, Nikolaus Mutschlechner
FOTOGRAFIA: Daniele Ciprì
MONTAGGIO: Annalisa Schillaci
MUSICHE: Massimiliano Lazzaretti
PRODUZIONE: Agresywna Banda, Inthelfilm, Kalitera Production
DISTRIBUZIONE: Europictures
PAESE: Italia, Polonia
DURATA: 90 Min

Andrei Bina (Kamil Kula) è un giovane studente moldavo che ha vinto una borsa di studio per studiare in Italia. I soldi sono pochi e per sbarcare il lunario, Andrei fa altri lavori precari. In pizzeria, come traduttore presso un commissariato di Polizia e anche come traduttore all’università. Andrei è un ragazzo che non ha più i genitori, vive con un coinquilino con il quale divide anche il lavoro in pizzeria, ha una fidanzata che l’attende nel suo Paese d’origine e che scalpita per raggiungerlo in Italia, ma lui vuole fare le cose per bene ed attende la giusta occasione per farla arrivare.

Un ragazzo dal passato difficile, con un presente precario e con molti pregiudizi da abbattere, ma con un futuro che sente può plasmare con le sue mani, vista la sua giovane età.

L’occasione si presenta quando una delle sue insegnanti, Marta (Silvia Delfino), gli propone di tradurre il diario di una sua amica. Un diario scritto dal marito, in lingua tedesca, deceduto da poco per un incidente d’auto.

il traduttoreAnna Ritter (Claudia Gerini) è una donna realizzata. Gestisce una galleria d’arte con molto successo, ha una figlia e molti amici. Ha da poco perduto il marito e questo l’ha sconvolta, chiudendosi in se stessa. Seppur tra i due ci fosse l’intenzione di separarsi, Anna non riesce a staccarsi dall’idea del marito, che nonostante tutto amava.

Un giorno trova nello studio del marito un diario, scritto in lingua tedesca. Un diario che non aveva mai visto e che anzi, non immaginava neanche avesse. Decide quindi di farsi aiutare da Andrei per la traduzione del diario, scoprendo ben presto qualcosa di diverso da quello che si aspettava.

Le letture tra Anna ed Andrei vanno avanti finchè un giorno un dettaglio non fa insospettire Anna, la quale finalmente capisce a chi sono rivolte le parole e le emozioni all’interno del diario. Non solo, tra il giovane traduttore e la bella signora nasce una passione irrefranbile e apparentemente insensata. Una passione che forse nasce da un bisogno più profondo di entrambi, provenienti sì da un mondo diverso, ma con lo stesso vuoto dentro.

Una storia che vede protagoniste anche altre donne che contornano la vita del giovane traduttore, come quella dell’ispettore Izzo (Anna Safroncik) che cerca di incastrare a tutti i costi una presunta organizzazione malavitosa, grazie alle traduzioni di Andrei, il quale però si vede costretto a fare una scelta per ottenere il permesso di soggiorno per la sua fidanzata.

C’è anche la donna vissuta (Eva Grimaldi) che gestisce un locale di intrattenimento per soli uomini, che si prende però cura delle ragazze che vi lavorano ed ha anche un occhio di riguardo verso questo giovane ragazzo che sembra essersi perso nei suoi sogni e fantasie di una vita migliore.

il traduttoreInfine c’è la giovane fidanzata che attende speranzosa di arrivare in Italia e di riabbracciare il suo amore. Un abbraccio che può far dimenticare tutto quello che ha fatto Andrei in sua assenza.

Non una vera e propria storia d’amore, piuttosto la ricerca di un riscatto, sia come donna, nel caso di Anna, che finalmente si libera e riprende in mano la sua vita, e sia per Andrei, il quale sembra essere talvolta schiacciato dalle circostanze da non avere scelta.

Una storia ambientata in una piccola città, una situazione nella quale è facile immedesimarsi e capire quali risvolti avrà sul finale. Una storia che vede ogni donna, seppur mantenendo quel briciolo di umanità che le caratterizza, raggiungere un proprio obbiettivo.

Punti di vista diversi, dove forse le donne questa volta, sono le meno indifese.

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