Incredible but True di Quentin Dupieux

Un consiglio dal Trieste Science + Fiction Festival 2022: fidarsi pure degli agenti immobiliari... ma non troppo

La rappresentazione degli agenti immobiliari sul grande schermo ha spesso qualcosa di luciferino. Si potrebbero fare esempi ben più famosi, ma per la sua metallara irriverenza è addirittura un cortometraggio, il truce Brutal Realty, Inc. di Erik Boccio, a esserci rimasto più impresso.
Con Incredible but True (Incroyable mais vrai, Belgio-Francia 2022) l’acquisto stesso di una nuova casa assume però valenze nuove, inedite: la coppia protagonista viene infatti invogliata dall’astuto venditore a prendere possesso della villetta in questione, dopo essere stata messa al corrente di un fatto a dir poco straordinario. È stato cioè appurato che passando da una botola posta in cantina non soltanto è possibile ritrovarsi in una copia completamente identica della casa con le lancette dell’orologio spostate però in avanti di 12 ore, ma che questa plateale infrazione dello spazio-tempo consente ogni volta, a chi vi si presta, di tornare a essere più giovane di tre giorni. Una simile chance eserciterà senz’altro un’influenza forte, al momento di decidere se acquistare lo stabile o meno. E come, date le circostanze, è fin troppo facile ipotizzare, sarà anche un sussulto di vanità femminile l’ago della bilancia…
Già così ci si muove entro i confini di una narrazione fantastica dagli esiti alquanto imprevedibili. Ma sono parecchie altre le bizzarrie cui è possibile assistere nel corso della visione. Del resto cos’altro aspettarsi, quando c’è di mezzo uno come Quentin Dupieux a.k.a. Mr. Oizo?

L’eccentrico produttore discografico, musicista e cineasta francese ha visto crescere la propria notorietà anche in Italia, almeno presso il pubblico più cinefilo, in concomitanza con l’uscita nelle sale (seppur limitata a poche copie) di opere a dir poco irresistibili come Doppia pelle (Le Daim, 2019) e Mandibules (2020). Vere e proprie follie cinematografiche, tese a dialogare con l’assurdo. Ma in fondo quel modo peculiare di rapportarsi ai generi cinematografici, come pure a un concetto molto personale di “surreale quotidiano”, non differisce poi molto da quello degli esordi.

Sfacciatamente proposto al Trieste Science + Fiction Festival 2022 quale film di chiusura, Incredible but True non riesce a replicare in tutto e per tutto la verve dei precedenti lavori. Senza contare che nella parte finale l’autore dà persino l’idea di volersi “sbrigare” a chiudere determinati segmenti narrativi. Quasi fossero miniere estrattive in procinto di esaurirsi.
Laddove però il bislacco “teatrino dell’assurdo” da lui dispiegato si esprime al meglio, assistiamo con sommo gaudio a situazioni tanto grottesche quanto esilaranti. Ci si muove pindaricamente dalle stranezze della nuova dimora a quelle dei personaggi stessi. La cenetta tra amici in cui il boss (nonché vecchio amico) del protagonista, dopo una serie di singolari allusioni, se ne esce trionfalmente con l’ammissione di essersi dotato di un cazzo elettronico al posto di quello in dotazione sin dalla nascita, rappresenta a riguardo una vera dichiarazione di poetica; poetica che, bilanciando in modo esemplare vena surrealista e nonsense, riesce pure – e senza alcuna pretenziosità – a confezionare una satira non banale dei rapporti di coppia e dell’ossessiva ricerca di successi professionali, in ambito piccolo-borghese.

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