Intervista a Flora Vona

Un appassionante ritratto della versatile artista campana, di cui è ora on line la webseries "My Life"

Da circa tre settimane, su un canale Youtube costantemente aggiornato e ricco di proposte, Flora Vona delizia il suo pubblico con My Lyfe, piacevolissima webseries dal sapore autobiografico e con un taglio decisamente originale. “Tra pensieri e musica” è il titolo del primo episodio, quasi una dichiarazione di poetica. E nel frattempo le uscite sono aumentate, approdando a un quarto capitolo altrettanto evocativo, “Il pregiudizio”, messo on line appena un paio di giorni fa.
Una voce che trasmette forti emozioni, lo stile curato delle riprese, la forte caratterizzazione degli ambienti e, naturalmente, il carisma della protagonista, sono tra gli elementi che ci fanno consigliare a tutti un prodotto audiovisivo così genuino. Da parte nostra, è stata anche l’occasione per conoscere meglio un’artista completa come Flora Vona: cantante sopraffina, attrice dotata di charme e grande naturalezza, ma al contempo donna schietta che porta avanti con altrettanta passione il duro mestiere dell’insegnante. Per presentare degnamente lei e il suo lavoro, abbiamo contattato Flora e da ciò è nata una spigliata, grintosa, appassionata conversazione con l’artista campana, che ha risposto volentieri a tutte le nostre domande.

Di un’artista poliedrica come te, Flora, colpiscono innanzitutto la voce e l’amore per il canto, per la musica. Come è nata questa passione e quali sono stati i tuoi primi passi in ambito musicale?

Sono stata sempre travolta dalla musica fin dai primi passi… ricordo l’emozione quando arrivava il momento tanto atteso del Festival della Canzone Italiana ed io mi preparavo con lo stereo e le cassette di un tempo per registrare tutto, ed il giorno dopo conoscevo già i brani alla lettera. I miei si accorsero che senza la musica e senza cantare non potevo stare e quindi mi facevano esibire, orgogliosi, durante tutte le feste. Poi sono diventata una ragazza curiosa e libera e con il mio gruppo giravo la mia amata terra… Sì, “Napoli”, per cantare in locali rinomati,ottenendo il consenso del pubblico partenopeo.

Sulla nostra rivista, nelle ultime settimane, abbiamo dato voce a diversi artisti che hanno trovato il modo di esprimersi anche durante il “lockdown”, da Federico Rizzo ad Enrico Vulpiani, da Fabio Del Greco a Iolanda La Carruba, che ha coordinato un progetto cinematografico collettivo davvero interessante. Ora vediamo spuntare in rete i primi episodi della tua webseries, “My Life”. La prima domanda è d’obbligo: quando è nata di preciso questa idea e quanto è stato difficile portarla avanti?

Durante una telefonata con l’amico attore e regista Cyro Rossi è nata l’idea della webseries My Life… si parlava di pregiudizio, di bullismo e di tutte quelle dinamiche che gravitano attorno alle persone che dimostrano di avere personalità scomode. La webseries sta andando molto bene, ricevo messaggi ricchi di profondità e solidarietà, che chiamano in causa chi come Daniela, la protagonista della storia, ha vissuto momenti simili, sentendosi minacciata o minacciato nel proprio mondo interiore ed esteriore.

Accennavamo prima alla tua formazione musicale. E in “My Life”, vedi già l’episodio “Tra pensieri e musica” le sette note occupano un posto di rilievo, ovviamente… quanto c’è quindi di autobiografico in questo lavoro audiovisivo? E perché vediamo mescolati con tanta naturalezza momenti di quotidianità e performance artistiche?

Sono anche una docente oltre ad essere un’artista. Sì, la storia è autobiografica, mi sono dovuta mettere in aspettativa per un “Dottorato di ricerca in arti cinematografiche” a Madrid… che mi sta rigenerando, dopo tanto stress accumulato per via delle mamme bigotte e di Presidi minacciosi e poco onesti! Difatti, quello che voglio che arrivi al pubblico e a chi mi guarda con sospetto è la mia vita normalissima di mamma, docente volenterosa ed anche artista caparbia e libera!

Un altro aspetto che ci ha colpito in positivo è la cura delle inquadrature abbinata a un montaggio studiato, molto ritmico. Cosa puoi dirci della scelta di Cyro Rossi per la regia di questa webseries?

Cyro Rossi si è proposto come regista: ascoltando i miei vissuti, ha pensato di voler far uscire la frustrazione, il conflitto che sentivo in me quando fuori scuola le mamme mi assalivano, dichiarandomi inadatta al ruolo di docente per via di un corpo ritenuto sexy e per via delle mie passioni artistiche, per loro non conciliabili con l’insegnamento. Per ciò che riguarda il montaggio Cyro mi ha dato carta bianca, conoscendo il mio perfezionismo.

Sia sullo schermo che nelle apparizioni sui social la tua avvenenza risalta parecchio. Come ti rapporti nel profondo alla tua bellezza, che di sicuro viene notata, ed ai luoghi comuni che possono scaturirne?

Quando ho scoperto da ragazza i primi sguardi dei passanti posarsi sul mio corpo o sul mio viso una parte di me si sentiva compiaciuta, mentre l’altra parte pensava: “non voglio essere solo un oggetto del desiderio, ma una mente che affascina anche con un telo di lino semplice e dei sandali francescani”. Riflettevo tanto come faccio adesso, ponendomi domande filosofiche… amo la filosofia. E non amo i cliché!

“I fiori del male” di Claver Salizzato (2016)

D’altro canto sappiamo anche delle tue precedenti apparizioni cinematografiche, alcune delle quali in ruoli da protagonista. Ce ne potresti parlare brevemente, soffermandoti magari su “I fiori del male” di Claver Salizzato, lungometraggio di cui la critica parlò piuttosto bene e che venne proiettato in importanti festival internazionali, a memoria persino in America?

I fiori del male, il mio primo film da protagonista! Anzi, da triplice protagonista… tre donne della storiografia realmente esistite unite dallo stesso destino e dilemma, “sesso -amore”. Esperienza meravigliosa, che mi ha fatto crescere tanto e mi ha dato grandi soddisfazioni, sia per la candidatura al David di Donatello sia per il traguardo avuto al Festival internazionale di New York.

“Donna di rispetto” di Enzo Acri (2017)

Un altro dei film da te interpretati spicca, poiché pone in primo piano una tematica tra le più delicate, quella mafiosa. Cosa puoi dirci a riguardo?

Donna di rispetto, altro film ,altro ruolo da protagonista… questa volta una donna di pancia, del sud, ricordo che mi sporcavo le mani di terra e camminavo scalza tra i ruscelli che circondavano il set.

Nel tuo tuo background cinematografico c’è anche il rapporto con un’altra cultura, quella albanese. Ci puoi raccontare come è nato tale contatto e quali ricordi hai di quel set?

L’ultima volontà, un film italo-albanese… una storia reale, sulla tirannia di Enver Hoxha, il dittatore che sottomise per anni gli albanesi. un gran bel film, crudo e drammatico. Qui mi sono calata nei panni di Frida, una psicologa che cercherà di aiutare un ragazzo scappato, alla ricerca di aiuto e sostegno.

Il Maestro Giorgio Albertazzi

Abbiamo parlato molto di cinema, sappiamo però che la tua versatilità nasce anche da un rapporto intenso con il teatro. E lì ci risulta che tu abbia avuto un Maestro di primario livello…

Al teatro devo tanto…. ho iniziato con mia nonna materna all’età di sei anni, recitavo i primi monologhi, poi mi sono trasferita per amore a Palermo e lì ho iniziato a perfezionarmi come attrice professionista… compagnie teatrali importanti e tanti spettacoli. Devo tanto anche agli insegnamenti del maestro Giorgio Albertazzi, che è sempre vigile nei miei pensieri. Lui mi disse cose meravigliose ed una frase indimenticabile: “Qui siamo ad alti livelli”.

Come hai lavorato invece sulla voce? Ci sono anche lì guide e maestri che t’hanno aiutato a sviluppare le tue doti?

Ho educato la mia voce da sola, ho sperimentato, passando per  vari generi musicali. Hho preso qualche lezione di canto jazz e facevo delle scale con un maestro molto bravo a Palermo, per tenermi allenata.

Domandina secca e alquanto personale: qual è il brano che ti emozioni di più a cantare?

Ci sono diversi brani che canto e mi travolgono… ma da qualche mese ho iniziato a scrivere delle canzoni e sono usciti fuori 6 brani e melodie che partono dalla mia pancia e questo è stato quel passo che mi ha completata veramente. Quindi emozioni sublimi… indescrivibili.

Per finire, cosa si profila all’orizzonte nel tuo percorso artistico e professionale?

Il futuro è colmo di idee…. un film che sto cercando di realizzare, ma non posso ancora dirvi, ed uno spettacolo musicale, poi il mio nuovo romanzo dopo “Irene“, ed il mio nuovo disco che come dicevo nella risposta precedente è tutta opera mia! Mi sento alla grande!!! Voglio la stella!!!!

Written By
More from Stefano Coccia
Il cielo rovesciato
Rifrazioni tra reale e immaginario nel cinema di Mario Balsamo
Read More
0 0 votes
Article Rating
Subscribe
Notificami
guest

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

0 Commenti
Oldest
Newest Most Voted
Inline Feedbacks
View all comments