Intervista ai Dead Bouquet

Dead Bouquet
I Dead Bouquet presentano il loro disco “As Far As I Know”, uscito il 27 ottobre per la Seahorse Recordings, disco che si avvale di collaborazioni prestigiose, come quella del produttore Paul Kimble (Grant Lee Buffalo, Velvet Goldmine's soundtrack) e del noto mastering engineer Joe Gastwirt (Bob Dylan, Tom Petty, Jimi Hendrix, The Beach Boys). I Dead Bouquet sono Carlo Mazzoli, Daniele Toti e Alberto Croce.

Dead BouquetAs Far As I Know” è il vostro disco d’esordio. Quanto avete lavorato a questo disco e quanto ne siete soddisfatti?
Abbiamo pensato e lavorato molto a questo disco.
C’è stato un gran lavoro sugli arrangiamenti prima di entrare in studio e questo ci ha aiutato molto ad avere un “mood” positivo al momento della registrazione.
Siamo molto contenti del risultato, ci rende sicuramente orgogliosi del percorso che abbiamo intrapreso.

Per questo lavoro discografico vi avvalete della collaborazione di due grandi nomi internazionali della musica, come Paul Kimble e Jow Gastwirt. Come nasce questa collaborazione e quanto ha contribuito a rendere il vostro lavoro più, diciamo, internazionale?
Nasce da una “chiacchierata” con Paul su internet con conseguente invito all’ascolto della nostra musica, che gli è piaciuta sin da subito e non è passato molto prima di accettare di venire in Italia.

Contattare Joe Gastwirt ci è venuto naturale dopo aver registrato i pezzi. Per noi lui è un grande, basti pensare ai nomi che sono passati dal suo studio, nomi che fanno tremare le gambe.

Sia Paul che Joe hanno certamente contribuito a rendere “As Far As I Know” più internazionale. Abbiamo sempre avuto ascolti esterofili che ci hanno portato a pensare direttamente ad un disco di respiro più ampio piuttosto che fermarci ai confini italiani.
D’altronde, nel disco, il viaggio verso luoghi lontani è un tema ricorrente.

Come nascono i Dead Bouquet e come mai la scelta di questo nome?
Ascoltato in “Fuzzy” dei Grant Lee Buffalo, “Dead Bouquet” ci ha colpito subito per il suo immaginario romantico, ma al tempo stesso oscuro, molto ottocentesco!

Il primo singolo-video estratto dall’album è “Nobody’s Sky”. Come mai avete scelto questa canzone e cosa vi lega a questo brano?
Siamo ovviamente legati a tutti i brani e la scelta non è stata semplice.

Un giorno, mentre eravamo in studio, Paul ascoltando il ritornello disse che sarebbe stato il singolo. Dopo averci pensato molto e proposto praticamente metà disco come singolo, abbiamo ripensato alle parole di Paul e deciso quindi per “Nobody’s Sky”, canzone rock con un immaginario onirico, molto caro alla band.

Rock e psichedelia sono due componenti che contraddistinguono la vostra musica. Vi ritrovate in questa “dimensione” o c’è ancora molto altro da scoprire?
Si, è un nostro aspetto importante. Come dicevamo prima, tutto questo viene sicuramente dai nostri ascolti e dalle letture, ma siamo sempre in evoluzione rispetto a noi stessi, chissà cosa scopriremo.

Ci sono in programma live per ascoltarvi suonare dal vivo?
Siamo una live band ed il palco ci attira molto, quindi, cerchiamo di fare del nostro meglio per suonare in giro per l’Italia e magari a breve anche in Europa. Dead Bouquet

Il 29 novembre abbiamo suonato al “The Spot” di Marino, in provincia di Roma, ma il 17 dicembre saremo all’Arteria di Bologna, grazie a Blob Agency, mentre il 14 gennaio torniamo a suonare a Roma, al Contestaccio, insieme ad altre due band concittadine.

Infine stiamo organizzando dei live in giro per l’Italia e l’Europa per l’inizio del prossimo anno, quindi seguiteci sulla nostra pagina Facebook per essere sempre informati.

Progetti futuri?
Per il momento stiamo promuovendo l’album “As Far As I Know” anche se nuove canzoni sono già all’orizzonte.

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