LA FAMIGLIA BELIER

UN FILM FRANCESE IN CUI SI PUO RIDERE ANCHE DELLA SORDITA' SENZA APPARIRE MESCHINI

REGIA:  Eric Lartigau
GENERE: Commedia
SCENEGGIATURA: Stanislas Carre de Malberg , Victoria Bedos
CAST: Louane Emera, Karin Viard, François Damiens, Eric Elmosnino, Roxane Duran, Luca Gelberg, Ilian Bergala, Stephan Wojtowicz, Bruno Gomila, Céline Jorrion, Jérôme Kircher, Clémence Lassalas
FOTOGRAFIA: Romain Winding
MONTAGGIO: Jennifer Augé
COSTUMI: Anne Schotte
SOGGETTO: Bérangère Saint-Bézar
MUSICHE: Evgueni Galperine , Sacha Galperine
DISTRIBUZIONE: BIM
PAESE: Francia, 2015
DURATA: 105 Min

TRAMAC’è una famiglia di contadini, che gestisce una fattoria in un villaggio della Francia, molto particolare. Si tratta della famiglia Bélier e sono tutti sordi, tranne Paula, 16 anni, che al contrario ha anche un udito e una voce straordinaria. Ovviamente, Paula è indispensabile all’interno dell’economia famigliare, ma un giorno, spinta dal suo insegnante di musica, decide di prepararsi per il concorso di Radio France. Una scelta di vita che significherebbe per lei l’allontanamento dalla sua famiglia.

Con un umorismo intelligente e ben dosato, si può ridere di tutto, persino di una disabilità grave come la sordità. Basta essere delicati, non cadere nel sentimentalismo e utilizzare l’ironia dissacrante solita dei francesi. “La famiglia Bélier”, il film di Eric Lartigeu, riesce bene allo scopo. I Bélier sono una famiglia di sordomuti, marito e moglie con due figli, un ragazzo appena adolescente e una sedicenne (Paula, interpretata da Louane Emera), eccezione del gruppo: infatti a lei udito e voce le funzionano benissimo.

La famiglia manda avanti una fattoria in un villaggio della Loira, allevano bovini e vendono soprattutto formaggi. Paula si rende indispensabile per la comunicazione con l’esterno, perché traduce con il linguaggio dei segni ciò che i suoi non possono dire né ascoltare. La famiglia è simpatica e affiatata, non hanno complessi di sorta e, anzi, un umorismo politicamente scorretto, insieme alla varietà dei caratteri dei personaggi, li fa apparire “normali” contro il resto della società. I Bélier sono veraci e sopra le righe, “tipicamente” francesi nella loro ironia.

Addirittura Rodolphe (interpretato da François Damiens), il capofamiglia, vorrebbe perfino presentarsi alle elezioni da sindaco del paese e, in questa scelta, è chiaramente appoggiato da tutta la sua famiglia. A rompere un po’ i piani, arriva il talento della ragazza (Paula/Louane Emera, nella vita reale vincitrice del reality The Voice nella versione francese). Insieme al suo compagno di canto Gabriel, di cui è anche innamorata, i due formano una perfetta coppia musicale. Il duetto farebbe felice anche il loro insegnante (Eric Elmosnino), il quale, in cerca di un riscatto personale, li prepara per il concorso di Radio France, sicuro del talento dei due.

Dalla campagna, Paula si dovrà trasferire a Parigi, con tutto ciò che questo comporta per la famiglia. Ma i genitori faticano ad accettare il distacco, perché per loro Paula è la mediatrice con il resto del mondo. Restare o partire appare come un dilemma senza soluzione.

Il film non cade mai nel sentimentale, anzi usa con intelligenza e rispetto tutto il potenziale comico dei personaggi. Da apprezzare il notevole equilibrio dei caratteri dei personaggi, nonché la bravura degli attori, perfettamente calati nella parte a loro assegnata.  Non era semplice affrontare un tema delicato, quale quello della disabilità, in vena comica, ma il film, pur restando lontano dai livelli di Cinema con la “c” maiuscola, resta comunque delizioso e godibile.

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