La La Land, un modern-day musical

Con il ritardo che mi contraddistingue, ho guardato La La Land. Dopo aver sentito troppi pareri e troppo discordanti ho deciso di guardarlo: e vi dirò, mi è piaciuto. È bello, è un bel musical. Ai cinefili (il correttore automatico continua a passare da cinefilo a cinofilo) non è piaciuto. E infatti, se guardate La La Land aspettandovi un bel film da Oscar rimarrete delusi. È diverso, è un altro genere, un’altra cosa.
Non a caso Peter Travers su Rolling Stone lo definisce “Magical Modern-Day Musical”. È proprio così: un modern-day musical. Protagonisti: due modern-day Fred e Ginger. Tema: l’amore ai tempi del globale. Los Angeles sembra bellissima, fiabesca e dai colori intensi. La fiaba di Hollywood del modern-day è diversa dal solito.
Brillantemente scritto e diretto dal trentunenne Damien Chazelle, La La Land non fa altro che portare una ventata di 21esimo secolo nella storia del musical. Broadway non c’è e non c’entra. C’è cinema; o almeno, c’è una gran passione per il cinema e per le sue infinite possibilità.

Loro sono Emma Stone nel ruolo di Mia Dolan, un’aspirante giovane attrice che lavora come cameriera nel cafè della Warner Bros, e Ryan Gosling in quello di Sebastian Wilder, un pianista jazz, amante del jazz, e costretto a lavorare nei piano bar. Belli e bravi.

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