Ideazione e regia di Giacomo Zito
Duelli, incantesimi, tradimenti e gesta eroiche, divertimento, follia e poesia, per un viaggio nel sogno sui versi di Ludovico Ariosto
Fino al 31 luglio per FANTASTICHE VISIONI ore 19.30
Parco di Palazzo Chigi – Via dell’Uccelliera, Ariccia (RM).
Labirinto d’Amore – Orlando Furioso nel Parco Chigi in Ariccia con Luigi Pisani, Nicola Sorrenti, Mirella Dino, Chiara Di Stefano, Francesca La Scala, Laura Rovetti, Giordano Bonini, Daniele Ponzo, Gabriele Paupini, Dario Di Luccio, Federico Lunetta, Elena Crucianelli, Alessandra Patella, Jacopo Strologo, Riccardo Zito
Fantastiche Visioni – XII Edizione – con il sostegno economico del Comune di Ariccia, è inserito all’interno di Ariccia da Amare – sinergie rinnovabili 2022, progetto finanziato con il contributo di LAZIOcrea.
Intro: Duelli, incantesimi, tradimenti e gesta eroiche, divertimento, follia e poesia, per un viaggio nel sogno in compagnia di 15 attori in una miriade di personaggi.
Dopo 4 anni di tutto esaurito, continuano così il sogno e il viaggio sui versi di Ludovico Ariosto tra gli scorci scenografici e le straordinarie strutture architettoniche che caratterizzano il Parco di Palazzo Chigi, meta di turisti da tutto il mondo, e palcoscenico d’eccellenza del labirinto narrativo offerto da questa originale versione dell’epopea ariostesca guidata da Giacomo Zito: un mondo magico, dentro il quale lo spettatore/viaggiatore si addentra e si perde per seguire le avventure dei personaggi.
Dal debutto dell’estate 2017, sono stati oltre 4000 gli spettatori che si sono addentrati in Labirinto d’Amore, godendosi la caleidoscopica coralità di immagini, voci e suoni generati dalla rievocazione dei personaggi e delle loro avventure, confermando la formula riuscita di una regia immersiva e coinvolgente in grado di ricreare, in un’atmosfera onirica, un remoto e imprevedibile universo dove tutto ciò che accade alimenta l’illusione di un tempo sospeso.
La magia senza tempo dell’Orlando Furioso, ricollocata in un contesto ambientale unico nel suo genere e fatta rivivere da interpreti visibilmente partecipi, tonici, in grado di rendere fruibile a tutti la ricchezza del testo senza per questo svilirlo. Potrebbe essere sintetizzata così la magnifica esperienza teatrale cui siamo andati incontro a luglio ad Ariccia. E sarebbe comunque riduttivo.
Ariosto riletto ariosamente in una storica villa nei dintorni di Roma. Il teatro che torna a essere rito collettivo. Le parole di uno dei testi più importanti della nostra letteratura rispettate e “oliate” quel tanto, da rendere partecipi della festa persino i più piccini (tanti i bambini e gli adolescenti presenti allo spettacolo), soddisfacendo al contempo pure il palato esigente di qualche vecchio professore o bibliofilo. Senza contare, dettaglio non trascurabile, quel surplus d’interazione e entusiasmo che, assieme alla perfetta fusione coi luoghi prescelti, da uno spettacolo itinerante può essere generato: sarà anche, magari, che nella nostra memoria di spettatori il primo ricordo di una rappresentazione del genere corrisponde al meraviglioso lavoro svolto nell’ottobre 1996 da Giorgio Barberio Corsetti, a Roma, con La nascita della tragedia, spettacolo itinerante nel quartiere Esquilino, che vedeva peraltro la partecipazione straordinaria del grande Franco Citti. Anche lì lungo tutta la camminata atmosfere sospese, magiche, culminate poi nel gran finale all’Acquario Romano.
Tornando a Labirinto d’amore, questo il titolo dello spettacolo ideato e orchestrato registicamente da Giacomo Zito, sono ormai cinque anni che un pubblico sempre diverso si lascia guidare dalla meraviglia, da un “sense of wonder” sano e votato a contagiare chiunque, attraversando di sera i suggestivi scenari del Parco di Palazzo Chigi, prezioso giardino nel cuore dei Castelli Romani, a caccia di storie antiche capaci ancora oggi di emozionare. Tra sentieri e ruderi, la cui peculiare aura per un paio di ore si presta romanticamente ad abbattere la barriera dei secoli, oscillando così tra Mito e Storia, i tanti interpreti di un cast decisamente affiatato trascinano il pubblico in un vortice di racconti cavallereschi, sfide decise dalla magia, amori e tradimenti, slanci sovrumani che porteranno uno degli eroi, Astolfo, fin sulla Luna, a recuperare il senno perduto di Orlando. L’Orlando Furioso, insomma, capolavoro della letteratura mondiale la cui vivezza non necessità di ulteriori spiegazioni. E al quale è stato reso qui un gran bel servizio.
Coinvolgente è anche lo stratagemma narrativo per il quale, quasi all’inizio dello spettacolo, il pubblico viene diviso in due schiere, una destinata a seguire nel suo percorso il Mago Atlante, l’altra scortata invece da Maga Melissa. Fino al gustoso epilogo, cui assistere tutti quanti assieme. Nel mentre, i vari segmenti narrativi che compongono l’opera di Ludovico Ariosto avevano avuto modo di dipanarsi, in una serie di incastri rodati alla perfezione, catturando l’attenzione dei presenti grazie al dinamismo degli interpreti, alla loro appassionata recitazione, all’immaginario fantastico stesso che l’opera sa rievocare.