L’AMORE BUGIARDO

ANCHE NELLE MIGLIORI COPPIE, SI SA, L'APPARENZA SPESSO INGANNA

TITOLO ORIGINALE: Gone Girl
REGIA:  David Fincher
GENERE: Drammatico
SCENEGGIATURA: Gillian Flynn
ATTORI:  Rosamund Pike, Ben Affleck, Missi Pyle, Sela Ward, Neil Patrick Harris
FOTOGRAFIA: Jeff Cronenweth
MONTAGGIO: Kirk Baxter
DISTRIBUZIONE: 20th Century Fox
PAESE: Stati Uniti d’America, 2014
DURATA: 145 Min

TRAMA:  Per l’anniversario del loro matrimonio i coniugi Dunne sono soliti farsi una sorpresa per festeggiare l’occorrenza. Ma al quinto anno qualcosa tra i due è cambiato e la moglie scompare misteriosamente. Nick si trova al bar che ha comprato insieme alla sorella dopo essere tornato a vivere nella sua città d’origine ma tutti cominciano a sospettare che lui sia il principale responsabile della sparizione.

Il cinema americano continua senza sosta a “produrre” personaggi “stra-ordinari”. Ma è da intendersi in senso negativo: quando riuscirà a raccontare storie di persone “ordinarie”? Anche “L’Amore Bugiardo” del regista David Fincher (già autore di splendide regie di film cult quali “Seven” e “Fight Club”, ma anche di altre apprezzabili pellicole come “The Game”, “Panic Room”, “Zodiac”, “Il curioso caso di Benjamin Button” e “The Social Netrwork) non esce fuori da questa stucchevole abitudine. Ed è un vero peccato, perché fino a quel momento il film aveva tutti gli elementi del thriller d’autore, con risvolti psicologici interessanti e spiazzamenti dietro l’angolo.

Vittime della crisi economica, Amy (Rosamunde Pick) e Nick (Ben Affleck) decidono di tornare a vivere nella piccola cittadina del Missouri dove lui è cresciuto. L’ardore dei primi anni è ormai finito e quello che all’esterno sembra essere una coppia perfetta in realtà alle spalle lascia dietro di sé incomprensioni, gelosie e tradimenti. Amy il giorno del quinto anniversario del matrimonio scompare e tutti gli indizi portano a considerare Nick il colpevole di questa tragica sparizione. Strani ritrovamenti e diari segreti inequivocabili indirizzano da subito i sospetti verso Nick che, d’altro canto, non sembra essere così disperato dalla scomparsa della bella e affascinante moglie.

Moglie che non è una donna qualunque, ma niente meno che la “Incredibile Amy”, una figura mitica dei racconti per bambini, best seller per ogni generazione. Una donna cresciuta con addosso la fama e la presenza costante dei suoi genitori, pronti a sfruttarla in ogni occasione per tornaconti commerciali, ma che all’apparenza ha conservato intatto il suo fascino, la sua eleganza, la sua indiscutibile bellezza. E’ qui che il film perde il suo interesse perché tutto viene trascinato su un altro piano: conferenze stampa, appelli alla TV, circo mediatico che entra nella vita di Nick e della sorella, accorsa ad aiutarlo, fondazioni che chiedono soldi e organizzano le ricerche, l’immancabile avvocato di grido che sposa la causa e fornisce sempre il consiglio giusto.

In realtà l’incredibile Amy è una donna feroce, insaziabile, abituata a dominare gli uomini. Sposa Nick e tutto sembra andare per il meglio, soprattutto in chiave erotico sentimentale. Ma quando dalla Grande Mela si trasferisce nella piccola cittadina di provincia del  Missouri, Amy non tarderà, abilmente e sotto traccia, a far pesare questa scelta al marito, soprattutto in virtù degli agi precedenti. Così, la scappatella extra coniugale del marito, per Amy diventa l’amo perfetto per giocare la parte della moglie tradita. La femme fatale entra con pieno gusto e sadismo nel ruolo di vendicatrice e organizza una trama indiziaria sofisticata ed efficacemente crudele.

Un piano perfetto che però a un certo punto prende un’altra direzione. Tutto così efficacemente preparato e poi il piano B sembra essere davvero di poco conto rispetto alle promesse iniziali del film. Un’occasione persa, con molto rammarico.

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