Come una buona canzone popolare, l’autobiografia di Rickie Lee Jones racconta una storia e ti rimane nella testa.
Il cantautore 67enne oscilla tra dettagli romanzeschi dell’infanzia a grandi riflessioni sull’esistenza che suonano come aforismi.
“La vita è una locomotiva”, scrive, “e finché la guardi da lontano ci vuole molto tempo per passare”. Con un focus sulla sua carriera iniziale, Last Chance Texaco è più avvincente quando Jones sembra fermare il tempo, dando una visione riga per riga del suo processo creativo. In altri passaggi, analizza i suoi anni formativi al Troubadour alla fine degli anni ’70 e le relazioni che si sono formate attorno alla sua scena di giovani cantautori di West Hollywood come Tom Waits e Lowell George dei Little Feat. “Le donne hanno un impatto sugli uomini o è solo il contrario?” chiede, facendo i conti con il mito del genio maschile e della musa femminile, ripensando la sua influenza tra una generazione di artisti.
Con una prosa accattivante e scene rese squisitamente, Last Chance Texaco mette le cose in chiaro.
Antonio Alberto Di Santo