Le Beatrici

Le Beatrici
A teatro con femminilità.

Le BeatriciTeatro Sala Umberto, 17 Ottobre 2012, Roma

Il sipario rosso è ancora chiuso, mentre le luci in sala si spengono.

In lontananza si sentono dei passi frettolosi e delle risatine. Dal fondo, tra le poltrone rosse degli spettatori curiosi, appaiono cinque ragazze che raggiungono il palcoscenico prendendolo letteralmente d’assalto, portando con loro sgabelli, amplificatori, borse ed accessori.

Le fanciulle, in modo buffo, si ritrovano infine sul palcoscenico e, tirando via le tende del sipario, danno inizio allo spettacolo.

La prima a presentarsi è Beatrice, l’amata del sommo poeta Dante Alighieri, l’ispiratrice della Divina Commedia. La Beatrice, che da anche il titolo a questo spettacolo, è appassionata di cartomanzia. Attraverso i tarocchi legge il futuro e quel che vede non le piace affatto. Non le piace neanche l’atteggiamento di Dante, che non si decide a dichiararsi, che piuttosto compone versi ed opere, ma non ha il coraggio di invitarla fuori a guardar l’Arno in piena.

Dal Medioevo passiamo al mondo contemporaneo. Dalla giovane Beatrice amata da Dante alla giovanissima teenager che in sella al suo fantomatico telefonino, raggiunge finalmente la sua camera, dove poter meglio chiacchierare del clamoroso avvenimento quotidiano che ha come protagonista la sua migliore amica. Un efferato episodio finito su tutti i media, ove il rapporto madre/figlia è messo in risalto, alla ricerca di un colpevole.

Ma come affrontare la crisi di questi tempi? E’ una rampante manager di una mega industria italiana che svela la sua ricetta per combattere la crisi, per rendere tutti felici, senza più esuberi, ne cassaintegrati. Operai ed imprenditori finalmente contenti. Se proprio volete la ricetta, non vi resta che vedere lo spettacolo, ma non è qualcosa di gradevole, vi avverto.

Filomena, la suora che mena, è invece una suora che ha sentito la vocazione, tramite la famiglia. Si, essendo una famiglia numerosa la sua, è stato deciso di farla andare in convento per permettere alla famiglia di sopravvivere. Ma non si sta poi tanto male in convento. L’unico inconveniente sembra solo uno spiritello, un demonio, che si impossessa di Filomena e che le fa dire e fare cose che la suora forse per paura o per timore pensa solo nel profondo del suo cuore.

Nell’attesa, si attende. Il palcoscenico diventa di nuovo buio. Una sedia, una donna, una attesa. L’attesa di un qualcuno o di un qualcosa. L’attesa che non fa vivere, perchè se si perde un istante, o quel rumore che fa presagire il suo arrivo, non esiste più il senso dell’attesa. Quella tensione, morbosa, malata che rende l’animo umano una larva che si nutre di piccole speranze. L’attesa di qualcuno che forse non sa neanche che lo stai aspettando. Perversa situazione di non ritorno, finchè l’attesa non finirà. Potrebbe durare per sempre o un istante. Non è dato sapere quanto. L’importante è attendere.

Conclude lo spettacolo una figura femminile davvero speciale. Le piace girovagare di notte, le piace indossare abiti su misura, seppur preferirebbe seguire la moda, le piacciono le sfide ma non le piacciono le prepotenze. Ha un solo problemino con la l’amore e la luna. Ma d’altronde chi non ha difetti?

Le Beatrici è uno spettacolo di Stefano Benni, raccolto anche nell’omonimo libro uscito per Feltrinelli Editore, con protagoniste 5 bravissime attrici, ovvero Valentina Chico, Elisa Marinoni, Alice Rendini, Gisella Szaliszlò e Valentina Virando. Cinque attrici, cinque femminilità, cinque figure che narrano le donne di ieri e di oggi. Donne contemporanee alle prese con l’amore, la vita, l’attesa, il lavoro, le emozioni.

Le Beatrici è uno spettacolo scenograficamente semplice, curato da Luca Ralli, sia per le scene che per i costumi. Sul palco non vi sono che le attrici ed alcuni oggetti che le accompagnano durante il loro repertorio, ma non lasciatevi ingannare dalla “povertà” dell’allestimento, poiché è volutamente “ricercato” in uno stile ove il testo teatrale, assieme alle attrici, diviene il vero protagonista.

Un testo ricco di contenuti, che fa ridere e sorridere, pensare e riflettere, identificare ed identificarsi.
In ognuna di noi è racchiusa una Beatrice, lasciatela venire fuori.

Senz’altro vi sorprenderà.

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