Accidenti, sono 50 anni!
Già 50 anni che Antonio de Curtis, in arte Totò, ci ha lasciati in questo mondo, dove spesso c’è poco da ridere. E nella vita rideva e sorrideva poco anche lui, sempre convinto della precarietà dell’equilibrio di questa vita, della sfuggevolezza di quella tanto agognata felicità che dovrebbe rendercela migliore.
Andandosene, però, ci ha lasciato un’infinità di battute, circostanze e gag che sono diventate linguaggio comune, riferimenti classici, talvolta di riflessione, in quei casi in cui la risata prendeva un retrogusto amaro, magari dopo qualche attimo, ma anche tante risate grasse si, forse non di elevato valore “culturale”, ma sicuramente molto ricreative.
A questa seconda categoria appartengono molte trovate geniali con la vittima designata Peppino, altro gigante del teatro italiano e spalla prediletta di Totò. Entrambi sono giustamente conosciuti nel mondo per le macchiette cinematografiche, ma ricordiamo che sono stati prima ancora dei grandissimi sui palchi dei teatri italiani.
Oltre ai difficili inizi in teatro, in cui erano le smorfie a farla da padrone, lo ha reso celebre la sua capacità di interpretare tutto: l’uomo tutto d’un pezzo in varie pellicole, il ladruncolo, il musicista fallito, il morto di fame sempre con la capacità di apparire, vedere Miseria e nobiltà per credere, oppure Signori si nasce! Ecco, tornando a quanto dicevo poc’anzi, il titolo di un film che è diventato una sorta di proverbio…
Ma mi faccia il piacere… E ho detto tutto! Vota Antonio… E io pago! Continuate pure voi, è facile!
Ci sono immagini di Totò che sono entrate a far parte del bagaglio culturale di tutti noi, esempio per le generazioni di comici successive; alzi la mano chi non ha mai visto Totò dettare la lettera a Peppino in Totò, Peppino e la malafemmena, oppure imbrogliare mezza Roma in combutta con Nino Taranto in Totò truffa ’62, in cui vende nientemeno che la Fontana di Trevi ad un turista allocco. Oppure chi non lo ha visto nei panni di quel ladruncolo maldestro che faticosamente corre per sfuggire ad Aldo Fabrizi in Guardie e ladri.
Potrei proseguire nell’elenco, ma visto che siamo al tempo di Internet e di YouTube, consiglio ai giovanissimi di dedicare qualche minuto alla visione di qualche sketch storico, magari a cominciare da quello epico negli studi televisivi ospite di Mina, interpretato in diretta con Mario Castellani, altra spalla storica.
Guardate tanti comici napoletani (ma non solo) di oggi e divertitevi a trovare gli omaggi coscienti e incoscienti a Totò. Per fare un nome mi viene in mente Carlo Buccirosso, un artista che trovo molto abile anche con una comicità corporea, proprio come il Principe della risata. Ma la lista potrebbe continuare.
Se Napoli è la capitale del teatro italiano lo deve in buona parte a Totò! Ricordiamolo intensamente dopo mezzo secolo, è più presente che mai!
Alessandro Tozzi