Titolo: Morte di un topografo
Autore: Pierluigi Capuzzo
Editore: Robin
Pagine 336
Trama: La morte violenta di un operaio palestinese, dipendente di una importante impresa di costruzioni impegnata nella realizzazione di una nuova strada di montagna, induce i Servizi a inviare sul posto, una remota valle alpina, Sauro Damiani, un capitano dei CC che, con l’aiuto dei pochi colleghi locali, avvia le indagini. Incappa però subito in un altro cadavere, trovato nel bosco ma certamente ucciso altrove. C’è qualcosa di strano in quel bosco e Damiani, casualmente accompagnato da Lara Nanni, una bella giornalista, ne percepisce inquietanti segnali. Da lì si trova a dover seguire un filo conduttore che lo porterà a indagare
tra ambientalisti e terroristi anarchici. Ma forse è proprio in quel bosco che è racchiusa la chiave del mistero, e là va cercata, anche se in una notte da tregenda, quando la neve sembra sommergere tutto e tutti, candida e democratica coltre che ricopre ogni miseria umana…
Romanzo giallo avvincente raccontato in modo intrigante, ambientato in una remota valle alpina.
La storia inizialmente sembra banale ma proseguendo con la lettura, al filo conduttore del romanzo, ossia la morte di un operaio palestinese in un cantiere stradale, si aggiungono sempre più storie apparentemente slegate alla storia iniziale, fino a creare un intreccio molto intricato e coinvolgente.
Alcuni personaggi della trama inizialmente non sembrano personaggi di rilievo ma svolgono comunque un loro ruolo importante all’interno della storia, come Rita, la misteriosa proprietaria dell’unica ma eccellente locanda del posto, oppure Lara la giornalista intraprendente, oppure lo Spaìso, uno strano ma innocuo individuo che vive come un eremita nei boschi in compagnia dei suoi amici immaginari.
La storia è articolata, ma mai incomprensibile nonostante le spiegazioni tecniche sulla costruzione del nuovo tratto stradale per alleggerire il traffico della valle, che è il perno su cui ruota tutta la vicenda. Lo scrittore riesce a coniugare tecnicismi edili con la storia rendendoli comprensibili anche ai
non addetti ai lavori, senza mai annoiare il lettore, d’altro canto, lo scrittore è presidente del Collegio dei Geometri della Provincia di Padova.
Nel complesso il romanzo è fluido e discorsivo, mai lento o noioso. Le descrizioni dei luoghi montani e delle vicende sono dettagliate, ma mai pesanti, ed il ritmo incalzante sono elementi essenziali, della miscela ben congeniata di questo giallo.