MORTI SENZA NOME di Cristina Cattaneo

Editore Mondadori

Collana Strade blu

Pagine 204, brossura

 

Morti senza nome è il racconto drammatico e toccante di dieci storie di riconoscimento. È la ricostruzione di delitti efferati, su cui si riesce a far luce solo grazie all’autopsia, e di immani sciagure, descritte  attraverso i segni lasciati sui corpi o sugli scheletri delle vittime. È un reportage da un paese, l’Italia dei grandi crimini ma anche l’Italia di chi muore anonimo, senza un volto, che nessuno ci aveva mai descritto con tanta umanità.

Cristina Cattaneo da molti anni dirige il laboratorio di antropologia e odontologia forense dell’università di Milano (il Labanof, più volte citato in questo libro); l’autrice apre ai lettori il suo laboratorio e racconta esperienze di vita vissuta in prima persona, in modo comprensibile anche per i non addetti ai lavori.

Ogni storia viene raccontata con dovizia di particolari a volte un po’ troppo realistici e cruenti, da chi con la morte ha a che fare tutti i giorni e che quindi la conosce bene in tutte le sue sfumature, ma nonostante tutto ancora non ci si è abituata.

Alcune storie sono toccanti  non tanto per l’argomento trattato quanto per i soggetti coinvolti, per cui se ne sconsiglia la lettura ai deboli di stomaco o alle persone impressionabili.

Le storie contenute in questo libro trattano a volte di persone e a volte di resti umani e delle tecniche utilizzate per risolvere l’enigma delle loro morti, un po’ come in CSI per le tecniche di laboratorio con tecnologie avanzate, un po’ come Kay Scarpetta la protagonista  anatomopatologa di tanti romanzi di Patricia Cornwell, per quanto riguarda le tecniche di dissezione sul tavolo d’acciaio; ma tutto ciò viene raccontato con una componente di umanità e sensibilità che purtroppo manca sia nei telefilm, sia nei libri e a volte anche nella vita reale.

L’autrice riesce a raccontare episodi toccanti e scabrosi quali ad esempio un riconoscimento di uno straniero morto in un incendio, o un infanticidio, in modo pulito e lineare senza mai cadere nel banale, con una scrittura scorrevole e coinvolgente. Libro non proprio di recentissima pubblicazione (è datato 2005) ma che comunque vale la pena di leggere per capire meglio i retroscena di chi lavora dietro le quinte per  risolvere casi spinosi come quello delle bestie di satana o quello più recente di Yara Gambirasio.

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