Roma, 21 Febbraio, Complesso del Vittoriano
L’anteprima dell’attesissima mostra “Musée d’Orsey. Capolavori” allestita presso il Complesso del Vittoriano è gremitissima di persone.
Il fascino della pittura dei grandi Maestri francesi, per la prima volta a Roma, sono davvero un richiamo irresistibile, per un allestimento di gran classe, accurato ed emozionante.
La mostra, aperta ai visitatori dal 22 Febbraio, ha l’intento di mostrare al pubblico italiano e non solo, le opere realizzate tra il 1848 ed il 1914, degli artisti Gauguin, Monet, Degas, Sisley, Pissarro, Van Gogh, Manet, Carot, Seurat e molti altri della corrente artistica francese che, grazie alle oltre sessanta opere esposte, sottolineano un percorso che parte dalla pittura accademica dei Salon, attraversando la rivoluzione dello sguardo impressionista, sino a giungere alle intuizioni formali dei nabis e del simbolismo.
Il percorso espositivo inizia però con l’avvincente storia del Musée d’Orsey, dapprima stazione ferroviaria della città di Parigi, poi trasformato nel bellissimo museo che contiene alcuni degli straordinari capolavori esposti per questa mostra, dal forte richiamo internazionale, presso il Complesso del Vittoriano.
In questo frangente si possono quindi vedere fotografie della vecchia stazione, modellini e plastici, oltre che i progetti per la realizzazione del museo. Davvero molto suggestivi per quanto riguarda l’architettura e l’armonia con il quale è stato poi realizzato in via definitiva. Particolare attenzione va al lavoro di allestimento e museografia realizzato nel 1986 dall’architetto italiano Gae Aulenti ed al lavoro di rinnovamento realizzato negli ultimi anni.
A calamitare l’attenzione però sono i quadri esposti, sin dalla prima sezione. La prima è dedicata all’arte dei Salon, posta in confronto con l’allora emergente arte realista. La pittura del rinnovamento accademico da parte di Cabanel, Bouguereau ed Henner ottennero un notevole successo tra il 1860 ed il 1870, in parallelo con l’affermarsi della pittura realista di Coubert. I quadri in questa sezione sono straordinariamente emozionanti, con bellissime figure femminili ove traspaiono sensualità ed al contempo eleganza.
La seconda sezione è invece dedicata allo studio impressionista della luce, ove dopo la metà dell’Ottocento le scene di paesaggio assumono quello status nobile, con meravigliosi panorami naturali tutti da ammirare, immergendosi nelle atmosfere vissute dagli artisti.
Proprio Barbizon, Monet e Bazille sperimentano e realizzano i loro primi capolavori con la tecnica della frammentazione della pennellata, la quale ha la virtù di rendere al meglio la resa della luce, tipica della pittura impressionista.
La sezione successiva è invece dedicata alla modernità degli impressionisti, ove gli effetti della luce “en plein air” si applicano non solo alla natura ma anche alla trasformazione della società moderna, così come la città di Parigi si stava evolvendo assumendo caratteristiche più urbane.
Dall’impressionismo al simbolismo, dunque, il passo è breve. L’evoluzione della pittura impressionista assume quindi le svariate declinazioni del simbolismo, quindi i ritratti, le scene di costume ed i paesaggi, ne sono fortemente influenzati.
Nella sezione finale vi sono invece i grandi capolavori degli artisti che, prendendo spunto dall’impressionismo, spingono al limite la separazione delle macchie cromatiche. Alcuni, come Monet, abbandonano il realismo, puntando sui colori sempre più indipendenti dalla natura e stesi con un numero maggiore di pennellate. Vi è inoltre l’abbandono della prospettiva a favore della sperimentazione, dal cloisonnisme di Gauguin ai nabis, riaffermando così la dimensione decorativa della pittura in opere di grande formato, aprendo finalmente alle avanguardie artistiche del XX secolo.
La mostra, curata da Guy Cogeval e da Xavier Rey, nasce sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica Italiana e si avvale del patrocinio del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, dell’Ambasciata di Francia in Italia, del Senato della Repubblica Italiana, della Camera dei Deputati, del Ministero degli Affari Esteri, della Regione Lazio, della Provincia di Roma e dell’Istituto per la Storia del Risorgimento Italiano e Roma Capitale.
La mostra è aperta al pubblico fino all’8 Giugno 2014.