NEW LONG LEG

"Dry cleaning"

New Long Leg suona come una commedia drammatica. Questo album non è certo pronto per un Grammy, ma dovrebbe almeno aggiudicarsi qualche premio per la scrittura e l’interpretazione.

I testi ti infestano il cervello con citazioni che risuonano per giorni, ma più delle parole è l’intonazione di Shaw che è così divertente e straziante al tempo stesso e riesce a proiettare un’illeggibile lega di serietà e ironia.

L’autoritratto qui dipinto è quello di un guscio bruciato che vaga intorpidito attraverso una vita che accumula insensatamente irritazioni, umiliazioni, disagi, faccende interpersonali, compensati dalle piccole comodità. C’è una dimensione personale nel vuoto interiore, ma poiché il rilascio di New Long Leg ha coinciso con la cappa depressiva che ha travolto il mondo grazie al blocco per la pandemia, l’interiorità di Shaw si è sincronizzata perfettamente con le condizioni esterne.

Non è un caso che il disco rock più eccitante degli ultimi anni riguardi l’incapacità di provare eccitazione. All’interno di Shaw c’è la voce di una generazione che esprime come ci si sente ad essere vivi in ​​questo momento: “Fai tutto e non senti nulla”.

Antonio Alberto Di Santo

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