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Galeotto fu il Rock Side Pub, in zona San Giovanni. Lì, tifando la Magica (e più recentemente la Nazionale) con vecchi e nuovi amici, di fronte a qualche pinta di birra e ottimi piatti di pasta, ho avuto il piacere di conoscere meglio Valerio: grande passione sportiva, di base, ma anche un profondo amore per la propria città, espresso attraverso i tanti scatti raccolti in giro per l’Urbe.
La nostra intervista a Valerio Giovannercole nasce appunto da una semplice chiacchierata, da un’idea buttata lì senza pensarci due volte, nel segno del comune amore per la Città Eterna; un amore che ha spinto il nostro amico a buttarsi a capofitto nella fotografia, per poi testimoniare quei giri a caccia di storie e di immagini nella pagina FB ribattezzata My eyes for you in my shots, suggestivo spazio da lui creato sui social. Ecco come abbiamo approfondito insieme gli argomenti che ci stanno a cuore!
Innanzitutto, Valerio, dimmi come nasce questa tua passione per la fotografia: da autodidatta oppure seguendo dei corsi?
La mia passione per la fotografia nasce da quando ero bambino e guardavo gli scatti di famiglia, immaginando come fosse bello poter bloccare il momento o l’attimo di uno sguardo, di un’azione o di un semplice sorriso.
Quindi da lì ho cominciato a fare degli scatti. Poi con l’avvento degli smartphone scattare è diventato a portata di mano ed ecco che ho cominciato ad immortalare il cielo che non tutti osservano bene ed è un peccato perché, credimi, è meraviglioso osservarlo nei suoi cambi d’espressione improvvisi e cercavo in quegli scatti di dare a quei cieli una durata infinita, dato che pochi secondi dopo già c’era una nuova storia da fotografare. D’altronde penso che ognuno di noi vorrebbe bloccare il tempo e godersi al massimo quel momento di gioia che subito dopo sarà solamente un meraviglioso ricordo, che grazie ad uno scatto o a vari scatti però sarà eterno.
Tornando alla domanda se sono autodidatta o seguo corsi, ebbene sì, sono autodidatta poiché per me è un hobby, ma comunque imparare qualche trucco da fotografi professionisti non mi dispiacerebbe.
Oltre a sperimentare per conto tuo, è capitato anche che ti appassionassi all’opera di qualche fotografo o che ti colpisse molto una mostra, in passato?
Io, come ti dicevo, mi appassiono a ciò che vedo mentre cammino per le strade dei quartieri della mia città, Roma; ed è proprio lì, appena vengo colpito da qualcosa, che entro in azione, cercando di catturare e quindi conservare in eterno nel mio scatto quell’attimo fuggente…
Certo che ci sono scatti di altri fotografi che mi colpiscono, ma quelli che mi attraggono di più sono gli scatti dei visi, lì rimango d’incanto poiché alcuni fotografi riescono a farmi immaginare l’eterna gioventù.
Il soggetto principale delle foto che abbiamo ammirato sul web è indubbiamente Roma. Si percepisce un grande amore per la tua / nostra città. Intanto dicci qualcosa su questo aspetto, di sicuro importante!
Hai detto bene, Roma e Amor…
Io mi ritengo fortunato sotto questo punto di vista.
Sono nato a Roma il 15 agosto 1981 all’Ospedale Fatebenefratelli, lì sull’Isola Tiberina, proprio sulle sponde del Tevere e a due passi dal quartiere Trastevere.
Però sono cresciuto sin dai primissimi giorni nel mio amato quartiere Appio Latino e più precisamente a Porta Metronia (come il nostro amato capitano Francesco Totti).
Detto ciò, le mie fotografie hanno come soggetto principale Roma con i suoi monumenti, le sue infinite e meravigliose chiese ed infine scorci che scopro, ogni volta che parto a camminare tra un quartiere e l’altro.
Anche il titolo della pagina che hai creato su FB, “My eyes for you in my shots“, sembra raccontare qualcosa dello spirito con cui porti avanti la tua attività. Quando hai creato questo spazio sui social? E vuoi dirci qualcosa in più anche sul titolo?
La mia pagina, “My eyes for you in my shots“, nasce il 5 aprile 2018, l’idea è venuta quando un mio carissimo amico, Giorgio, mi disse: “Valerio, perché non ti apri una pagina dove pubblicare i tuoi bellissimi scatti?”
All’inizio ero un po’ scettico ma poi ad oggi, dopo 3 anni, posso solo dire grazie al mio amico, visto che adesso ho quasi 2000 followers. Sembrano pochi ma per me sono tanti e li adoro tutti, poiché apprezzano i miei scatti, mi riempiono di complimenti e tanti mi ringraziano anche per il fatto di fargli vedere posti che non conoscevano o che non possono vedere dal vivo, per vari motivi. In alcuni casi anche motivi motori e tutto ciò mi fa felice.
Il nome della pagina è in inglese perché mi piaceva come suonava “I miei occhi per voi nei miei scatti” e alla fine non l’ho più cambiato. Per concludere, sono contento di aver creato questa pagina anche per dar modo alle persone di conoscere meglio la propria città, che ahimè molti non conoscono affatto. E pensare che noi abbiamo la fortuna di abitarci mentre c’è gente che si deve fare migliaia di km per venirci…
I tuoi reportage rappresentano poi una guida tra le tante bellezze artistiche e architettoniche della Città Eterna. Come scegli i luoghi da visitare… e fotografare?
Beh, diciamo che io faccio gli scatti e poi per la parte storica mi aiuto con alcuni libri che ho a casa, grazie a mio padre che ha di tutto e di più, nella sua libreria. Un po’, anche grazie a Wikipedia. Non ho un modo vero e proprio di scegliere il posto da visitare e fotografare.
Ogni giorno è buono per camminare e come dico sempre “vai dove ti porta il cuore”. Secondo me è più bello così, all’improvviso. Infatti, dato che mi faccio lunghe passeggiate è possibile pure che nello stesso giorno riesca a fotografare più cose, per poi lavorare gli scatti e fare più post in qualche giorno per quegli amici, che seguono con affetto la mia pagina.
Qual è l’angolo di Roma che ti ha più sorpreso e affascinato, di recente, durante questi percorsi fotografici?
Caro Stefano, questa è proprio una bella domanda, ma rispondere è difficile poiché a Roma di scorci che mi possono affascinare ce ne sono svariati: ma se proprio te ne devo dire uno, è lo scorcio di San Pietro che si può vedere in Via Nicolò Piccolomini, situata nel quartiere Aurelio: vedrete il Cupolone grandissimo e, camminando fino alla fine della via, lo vedrete allontanarsi e rimpicciolirsi. Vi consiglio vivamente di andarlo a vedere con i vostri occhi, poi mi direte.
Ci avevi accennato un tempo che le tue foto sono scattate generalmente con un cellulare, è sempre così? Ed è uno strumento che si presta bene ai tuoi intenti?
Sì, come ti dicevo per me è un hobby e i miei scatti li faccio tutti con il mio smartphone!
Tre anni fa nel 2018 ebbi la fortuna di comprare questo smartphone che all’epoca come fotocamera era uno dei migliori. Ora sono usciti nuovi modelli con camere e definizioni di gran lunga migliori, ma per i miei intenti questo si presta bene. Certo che comunque, appena potrò economicamente, provvederò a prenderne uno più nuovo, con l’intento di regalare ai miei followers scatti con qualità e definizione superiori.
Per finire, una domanda che esula dalla fotografia: ci siamo conosciuti al Rock Side Pub in zona San Giovanni, grazie a una passione sportiva che di certo ha anticipato la scoperta dei reciproci interessi. Pensi che lo sport, specie in una società che dopo “lockdown” e “zone rosse” fa parecchia fatica a riprendersi, possa essere percepito ancora di più come fattore di aggregazione, socializzazione e condivisione?
Eh, già, ci siamo conosciuti al Rock Side Pub dove ormai siamo di casa e dove abbiamo condiviso molti momenti; ed anche in quest’ultimo anno e mezzo, nonostante la pandemia che ha colpito il mondo intero, non ci è stata preclusa alla fine la possibilità di condividere le nostre passioni. E comunque aver conosciuto te e Michela è stato per me un enorme piacere, la tua pacatezza mi ha colpito fin da subito. In ogni caso penso che lo sport possa ancora essere un grandissimo fattore di aggregazione, socializzazione e soprattutto condivisione. Specialmente se sei al posto giusto, dove ti senti a casa e ogni volta sembra come un pranzo domenicale in famiglia: il gioco è fatto, le persone belle esistono e tu, caro Stefano, ne sei l’esempio.
Pagina ufficiale: My eyes for you in my shots