Open Studio and Urban Arena

Open Studio and Urban Arena
Il Macro si svela attraverso i suoi artisti.

Open Studio and Urban Arena Macro, Museo d’Arte Contemporanea Roma, 23 Maggio 2012, Roma

Il museo Macro, dedito all’arte contemporanea e all’apertura dei suoi spazi sia agli artisti che al pubblico dei più giovani, ha inaugurato due nuove ed entusiasmanti mostre.

Dal 24 Maggio al 22 Luglio è possibile visitare gli “Open Studio”, ovvero i laboratori di quattro artisti in residenza che attraverso una borsa di studio, vivono l’esperienza artistica in Roma, creando appositamente delle opere che il pubblico ora può finalmente ammirare.

Sempre dal 24 Maggio, ma fino al 4 Novembre, è invece possibile visionare le opere di altri artisti, rientranti nella categoria “Urban Arena”, ovvero uno spazio dedicato agli street artist, i quali “invadono” gli spazi aperti del Macro rendendoli unici, con il proprio stile artistico urbano.

I quattro artisti degli “Open Studio” sono Carola Bonfili, Graham Hudson, Luigi Presicce e Ishmael Randall Weeks. Quattro artisti che si esprimono in altrettante differenti correnti artistiche, molto particolari, i quali possono finalmente confrontarsi apertamente con il pubblico, scambiando con loro anche istantanee emozioni e punti di vista.

Open Studio and Urban Arena Carola Bonfili, ad esempio, con il suo studio e la sua opera “If”, ha condotto personalmente i visitatori alla scoperta della sua opera. “If” è una scatola, immersa nel buio del suo studio, ove all’interno vi è posto un labirinto. Seguendo il tracciato, aiutandosi attraverso il tatto e le pareti che incanalano il visitatore in un percorso stabilito, si perde la concezione dello spazio, stimolando invece i sensi nel captare le forme ed i suoni. Percorrendo il labirinto, si giunge inoltre in due aree più ampie dove sono presenti delle sfere luminose in silicone, come in un viaggio attraverso l’universo. L’opera “destabilizza” l’orientamento, ma al contempo diverte il visitatore nel percorrerla, diventando così parte attiva e non solo ricettiva, dell’opera stessa.

Open Studio and Urban Arena Ad ogni modo, il suo studio è molto suggestivo, poichè immerso nel buio, ove compaiono inoltre due sagome di alcuni cipressi, i quali “dialogano” muovendo le fronde al vento. Un dialogo a due, ove lo spettatore può solo ascoltare, senza intervenire.

Graham Hudson è invece un “artista-architetto”. I suoi lavori riguardano delle installazioni ambientali, delle più impensabili.

Per il Macro ha creato il ROCRO, ovvero il Rubble Office of Contemporary Rome. Difatti il suo studio è stato trasformato in un ufficio, dove cataloga pezzi e reperti di cantieri sparsi per la città di Roma. Vi è una grande cartina ove Graham ed i suoi collaboratori appuntano i cantieri visitati, per poi catalogare il materiale prelevato, come alcuni pezzi di asfalto, ciottoli, pezzi di impalcature. Il tutto è anche documentato da fotografie, caricate sul più noto social network in uso al momento, ovvero Facebook. Un modo per dialogare con il pubblico, rendendolo partecipe dell’opera d’arte. L’arte non è mai fine a se stessa.

Open Studio and Urban Arena Lo Studio di Luigi Presicce è invece un misto di correnti artistiche, comprendenti fotografia, installazioni, video e scenografia.

La sua ricerca verte su tre episodi del ciclo de “Le storie della vera croce”, tratti dalla “Legenda Aurea” di Jacopo da Varagine, finalizzata alla creazione di tre performance per un pubblico di soli due spettatori.

L’ultimo studio è quello di Ishmael Randall Weeks, ove la sua arte è caratterizzata dall’uso di materiali riciclati e di detriti ambientali. Così gli oggetti vengono privati della loro naturale funzionalità per divenire opere d’arte.

Open Studio and Urban Arena Gli spazi aperti per la “Urban Arena” sono stati affidati allo stile e alla fantasia di Bros e Sten e Lex.

Gli artisti appartengono a quella corrente d’arte definita “street”, spesso visibile per le strade delle grandi metropoli, in particolare molte opere di Sten e Lex sono presenti nelle strade di Roma.

Bros ha ricreato sulla terrazza vetrata del museo Macro, ove in genere vi scorre dell’acqua, l’occhio del ciclone di un uragano, in particolar modo riferendosi all’uragano Andrea che si è abbattuto negli USA nel 1993. L’immagine al quale si ispira Bros è una istantanea scattata dal satellite. L’effetto cromatico risultante è stupefacente. Bros ha utilizzato delle gelatine di plastica, in genere usate nel cinema per modulare la luce, per ricoprire la terrazza vetrata, riproducendo l’immagine dell’uragano. I giochi di luce ed i colori fanno il resto, rendono questa opera spettacolare.

Sten e Lex hanno realizzato su una delle pareti esterne al Museo Macro, una gigantografia attraverso la tecnica dello “stencil poster”.

L’immagine, il volto “anonimo” estrapolato da un archivio fotografico, viene applicata alla parete, e ricreata attraverso l’uso dello stencil. Una tecnica alquanto difficile, ma di grande impatto visivo. Gli autori poi, non svelano immediatamente ciò che si racchiude sotto gli stencil, ma lasciano che la carta venga via attraverso gli agenti atmosferici (vento e pioggia in primis) o quando è possibile in strada, sono le persone a svelare l’opera stessa, tirandone pezzi di carta.

L’arte diviene sempre più un modo per comunicare e coinvolgere in prima persona lo spettatore. L’arte contemporanea, in special modo, è un mezzo per veicolare e ricreare le opere, attraverso infiniti passaggi, ed il Macro è un gran bel contenitore e testimone di questa arte.

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