Prigionieri al settimo piano

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Il Teatro dei Conciatori di Roma apre la sua nuova stagione teatrale con una garbata e divertente commedia scritta da Maria Letizia Compatangelo e diretta da Donatella Brocco.

Il Teatro dei Conciatori di Roma apre la sua nuova stagione teatrale con una garbata e divertente commedia, scritta da Maria Letizia Compatangelo e diretta da Donatella Brocco.

Due coniugi, Pino e Mariuccia, lui professore universitario ma ancora inquadrato come ricercatore, lei traduttrice dall’inglese di libri per l’infanzia, sono alle prese con un prestito che deve salvarli dalla rovina.  Una coppia matura ma ancora molto affiatata che si trova improvvisamente sulla soglia della povertà. Una coppia di individui, che un tempo sarebbero appartenuti al ceto privilegiato degli intellettuali, messa sotto torchio dalla crisi e dalla disonestà altrui. Sì, perché tutti i risparmi glieli ha mandati in fumo la banca con investimenti truffaldini. Fortuna che almeno avevano già comprato la casa! Purtroppo è al settimo piano di un palazzone di periferia, in un quartiere che la vicinanza all’università ha reso appetibile per gli speculatori. E infatti una “società immobiliare” ha comprato lo stabile per ristrutturarlo allo scopo di  venderne gli appartamenti a prezzi decuplicati. L’immobiliare ha già sfrattato tutti i vecchi inquilini, non loro, certo, ma essere proprietari significa dover versare la propria quota per il restauro, una cifra enorme, mentre gli emissari dell’immobiliare premono con “avvertimenti” minacciosi, che hanno la faccia da bello e dannato di Angelo, un ventenne cinico e corazzato.

Prigionieri al settimo piano del palazzo in ristrutturazione, Pino (Rosario Galli) e Mariuccia (Gianna Paola Scaffidi) devono affrontare vari colpi del destino, sinché, finalmente, un prestito arriva…Una fotografia perfetta delle situazione del ceto medio, culturalmente e professionalmente elevato, ma sospeso tra il benessere del proprio “status sociale” e la precarietà che ne deriva. Nella trama è presente anche la voce via Skype di un talentuoso figlio alla soglia dei trent’anni con grandi prospettive di carriera, ovviamente all’estero. Temi quali truffe bancarie, baronie universitarie e arrampicatori sociali trovano nella pièce il loro spazio, perché additate come le cause della crisi economica della coppia. Ma come la morale borghese vuole, nei salotti romani si sente parlare di crisi finché la crisi non colpisce proprio te. Chi nella crisi ci precipita davvero si auto-emargina, sottoposto ai giudizi sferzanti di chi invece “ce l’ha fatta”.

La commedia gode di un buon ritmo e si ravviva anche grazie all’entrata in scena di un giovane bullo di quartiere, Angelo (interpretato da Elia Paniccia), che rappresenta al tempo stesso la minaccia visibile ma anche la svolta narrativa per lo sviluppo dell’azione. Gli attori  in scena sono misurati e a loro agio e nel complesso il lavoro è apprezzabile da parte di un pubblico che è attento in sala ed è soddisfatto all’uscita.

 

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