STORIE DI GIOCATTOLI
Aneddoti e curiosità dall’aquilone al tamagotchi
Andrea Angiolino – Storie di Giocattoli – Gallucci Editore – 2019
Pagg 168 – formato 15×21 Brossurato
Ognuno di noi ha un giocattolo di cui serba un caro ricordo. Sarà dunque facile andare a leggersi con piacere il nuovo libro di Andrea Angiolino “Storie di giocattoli”, edito da Gallucci, cercando di ritrovare il capitolo ad esso dedicato. Sia questo il Transformer, la celebre Barbie, la pista delle automobiline o l’intramontabile soldatino, infatti, scoveremo certamente le pagine che se ne occupano, perché “Storie di giocattoli” comprende decine e decine di descrizioni, aneddoti e vicende che circondano l’ideazione dei tanto amati oggetti e personaggi che animano i nostri ricordi.
In questo libro, pur partendo da un concetto apparentemente semplice come quello dei balocchi, scopriamo come questi siano a tutti gli effetti sano cibo per la mente, ispiratori di personaggi poi diventati famosi, mezzi tramite i quali si accendono passioni di una vita e, non di rado, riflessi della cultura e dello spirito dei tempi e, dunque, una lente attraverso cui è possibile rivivere una determinata epoca. Alcuni di questi sono così geniali e innovativi da attraversare l’immaginario di più generazioni, diventando icone pop, protagonisti di film, videogiochi, saggi e narrativa, veri e propri interpreti trasversali dei media contemporanei. Sempre più spesso, in un mercato sovente dominato da prodotti via via semplificati e appiattiti, i giocattoli del passato diventano anche agognati oggetti da collezione valicando così il mero ambito dell’infanzia o dell’adolescenza.
Andrea Angiolino, giornalista e prolifico autore fin dagli anni ’80 di giochi più volte premiati (come gli storici “Wings of Glory” e “Sails of Glory” o il fantascientifico “Battlestar Galactica: Starship Battles”, tutti pubblicati da Ares Games), è già stato in passato la firma di libri dedicati al grande mondo dell’immaginario, del fantastico e dell’universo ludico, suo tra gli altri il famoso “Dizionario dei giochi” (Zanichelli, 2010) scritto con l’amico Beniamino Sidoti. Ma è con Gallucci, editore intelligente e attento alle tematiche per ragazzi, che dà il via negli ultimi anni ad una proficua collaborazione che ha già visto uscire in libreria “Storie di giochi” nel 2017 e il delizioso “Ai bambini basta niente per giocare” nel 2018. A proposito del precedente “Storie di giochi” (altra piacevolissima lettura), è interessante notare la sottile ma importante questione che differenzia questi dai giocattoli, concetto al quale Angiolino tiene molto tanto da ricordarcelo nella prefazione.
Il giocattolo è un oggetto o un personaggio tramite il quale un bambino crea un suo personale mondo favolistico, interpreta una parte all’interno di questo o, più semplicemente, è un qualcosa di cui può variare a piacimento il modo in cui di volta in volta desidera gioirne. Il gioco invece, per essere fruito e condiviso, ha delle regole ben precise, che valgono per tutti, e che generalmente non sono frutto dell’arbitrio dei partecipanti. In altre parole, un orsacchiotto o il buon vecchio Big Jim sono giocattoli, mentre il Monopoli, la briscola o il calcio sono dei giochi. I punti di contatto, naturalmente, sono numerosissimi e ovvi: come dall’antichissimo giocattolo della palla derivano il già citato calcio o la pallacanestro, è anche vero che con i soldatini e i modellini di carri armati si possono per esempio intavolare innumerevoli war game tridimensionali, le cui regole sono ben precise e dettagliate.
Sfogliando l’ultima fatica letteraria di Andrea Angiolino, è possibile dunque ripercorrere non solo la storia dei giocattoli ma anche e soprattutto la nostra personale, come quando aprendo un album di fotografie riaffiorano continuamente i migliori ricordi. Più di una volta rimaniamo sbalorditi dai molti episodi che circondano la realizzazione di oggetti ormai celebri, una sconfinata aneddotica tramite la quale l’autore strappa più di un sorriso ai suoi lettori.
Un libro che ci parla dunque di chi siamo stati, chi abbiamo sognato di essere, che ci ricorda come il giocattolo sia parte integrante della vicenda umana, sempre presente nelle vite dei bambini di ogni angolo del globo e, in realtà, mai del tutto abbandonato anche dagli adulti, come dimostrano i tanti tributi che scrittori e artisti hanno dedicato a questi compagni di mille avventure.
Massimo Brigandì