The Young Pope negli Usa vale 3milioni (di spettatori)

Buona la prima per la serie tv del regista premio Oscar Paolo Sorrentino. Supera negli ascolti anche Soderbergh e Scorsese, su twitter è trend topic. Molti i difetti segnalati dalla stampa americana, ma il pubblico apprezza.

Parte bene la serie-cult di Paolo Sorrentino The Young Pope. Appena sbarcata negli Usa, va in onda domenica 15 gennaio nel primo pomeriggio e fa subito un milione di spettatori. La replica serale ne conta il doppio, per un totale di tre milioni di spettatori nelle prime 24 ore. Orgoglio tutto italiano, ne dà subito notizia l’Ansa. A maggior ragione se il regista nostrano riesce a superare, in termini di ascolti, le serie tv The Knick di Soderbergh e Vinyl di Scorsese.

Insomma un ottimo esordio, se si considera anche la risonanza sui social. #theyoungpope è trend topic su twitter, con commenti più o meno seri. “The Young Pope è piena di misteri per me. È così che si sentono i cattolici?” si chiede un utente in 140 caratteri. C’è già chi associa il papa giovane al neo eletto Presidente Donald Trump e chi ha creato subito un suo profilo twitter.

typ tweet

 

Il regista Paolo Sorrentino è “felice e orgoglioso di questo risultato. Abbiamo giocato nel campionato più importante del mondo e abbiamo vinto la prima partita. Merito di un cast eccezionale e di una troupe di altissima professionalità e di grande generosità e di un produttore coraggioso, Lorenzo Mieli “. Sarà proprio Mieli a puntualizzare che si è trattato di “una sfida che gli ascolti della prima puntata hanno premiato e che dimostra come una produzione italiana abbia le carte in regola per competere con un mercato globale”.

Compete così bene che nella replica serale batte anche gli ascolti della nuova stagione di Homeland, in onda in contemporanea, che si ferma a 1 milione e 300 mila spettatori. E dire che nei giorni precedenti la stampa americana aveva accolto il prodotto con giudizi contraddittori. In Italia la notizia è stata riportata con titoli altalenanti, da “La stampa Usa massacra la serie di Sorrentino” a “The Young Pope trionfa a Los Angeles”. Per fare un sunto, si potrebbe dire che i quotidiani americani hanno opinioni tendenzialmente positive, seppur con qualche distinguo (sempreché il giudizio dei critici coincida con quello degli spettatori).

Il New York Times, dalla penna di James Poniewozik, titola così: The Young Pope’ Is Beautiful and Ridiculous. Bello e ridicolo, dove quel “ridicolous” ha un doppio significato. Serve a sottolineare infatti sia le defezioni (in termini di trama, soprattutto) che l’ironia di alcune scene della serie, come quella di Lanny Belardo che indossa le vesti cerimoniali al ritmo di “I’m Sexy and I know it” dei LMFAO. Una scena che “sembra folle se non blasfema, ma è sacra e profana nel migliore dei modi”. Sarà che il popolo americano è ormai in preda alla Trump-mania, ma sono tanti i critici che vedono analogie tra Pio XIII e il neo eletto presidente degli Stati Uniti. Così fa anche il NYT, concludendo: “ è la sensazione che questo tipo di momento surreale induce – dove si sta in bilico tra meraviglia e la voglia di scoppiare dalle risate – che The Young Pope può avvicinarsi di più a Dio”. Salvataggio in corner, ma Poniewozik avverte: “se apprezzerete The Young Pope sarà probabilmente sull’aspetto non letterale dello spettacolo”.

È proprio questo aspetto non letterale e le analogie con Trump e la Brexit che danno semaforo verde a Paolo Sorrentino. Per Variety il sottointeso politico fa passare in secondo piano gli aspetti negativi, traendone un giudizio entusiasta. Il Wall Street Journal fa invece un quadro complessivo del panorama televisivo nostrano titolando “Il rinascimento della televisione italiana”, includendo nell’elenco anche le serie di successo Gomorra, Romanzo Criminale e 1992.

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