TUTTO E’ BENE QUEL CHE FINISCE… IN APP

Una rilettura in cui Emanuela Pettinelli con la sua compagnia mette molto di suo

TUTTO E’ BENE QUEL CHE FINISCE… IN APP! – liberamente tratto da “Niente da dichiarare” di Hannequin & Veber – adattamento Emanuela Pettinelli

Produzione Up & App

Regia Emanuela Pettinelli

Con Ruggero Ruggeri, Raffaella Prignano, Filomena Tolino, Alessio Giusto, Andreea Gune, Giancarlo Villani, Luciano Lalli, Luisa Cimarra, Emanuela Pettinelli

Teatro Furio Camillo, Roma, 17 e 18 maggio 2019

 

Un testo di un secolo fa, già divertente di suo, intelligentemente rielaborato e adattato ai giorni nostri da Emanuela Pettinelli, diventa straripante nella sua comicità con la comparsa di Facebook, cellulari e app.

Scenografia minimale e spazio open, senza sipario, rendono ancor più intimo e vicino tutto lo sviluppo di un avvincente intrigo di tradimenti e meschinità di vario genere.

Claudio e Clara (Ruggero Ruggeri e Raffaella Prignano) sono una coppia di pensionati dalla vita un pochino annoiata, e hanno un solo scopo ormai: diventare nonni. Per questo sono nelle mani della figlia Ambra e del genero Roberto (Andreea Gune e Alessio Giusto), in attesa del loro ritorno dal viaggio di nozze. Però… c’è un però… lui ha una sorta di blocco psicologico e nel momento “decisivo” non riesce.

Come Bob Geldof nel film Pink Floyd The wall, allora, la trovata è quella di chiedere soccorso ad una escort, individuata in Luxuria (Luisa Cimarra), che gli possa guarire l’ansia da prestazione, e qui si scatenano tutti gli intrecci della storia, perchè Ambra ha un pretendente respinto ma giammai rassegnato, Sergio (Luciano Lalli), la stessa Luxuria ha un’assistente piuttosto bizzarra, Guadalupe (la regista Emanuela Pettinelli), e un marito arabo e geloso, Hassad (Giancarlo Villani), mentre in casa di Claudio e Clara imperversa un’impertinente domestica, Michaela (Filomena Tolino).

Ogni personaggio, merito indiscusso della regia, è perfettamente caratterizzato: sontuosa Luisa Cimarra nel ruolo di Luxuria, bomba sexy ma anche cinica e determinata, abilissimi nonostante la giovanissima età anche Alessio Giusto, un Roberto che trasla facilmente da momenti di dolcezza ad altri schizofrenici, e Andreea Gune nella parte di Ambra, che mostra con successo un pezzo di repertorio che appartiene solo ai più preparati, la capacità di piangere a comando.

Ma anche Giancarlo Villani nei panni di Hassad, apparentemente distante ma non per questo privo di energia, anche il piagnucoloso Sergio, innamorato (forse) non corrisposto, anche le entrate a schiaffo di Filomena Tolino come domestica impicciona regalano risate a raffica, divertente anche la “coattaggine” della regista Emanuela Pettinelli come Guadalupe, che sembra più evidenziata per compiacere il “datore di lavoro” Luxuria che per vero modo di essere.

Plauso superfluo poi per la coppia padrona di casa, Ruggero Ruggeri e Raffaella Prignano, che in qualità di padroni di casa Claudio e Clara tengono la scena da soli per circa 15-20 minuti iniziali.

Uno spettacolo in cui ogni interprete si cala davvero nelle vesti (quando le indossa) del proprio personaggio: Luxuria sempre a caccia di soldi spacciando perfino per propri quadri che non lo sono, Michaela che origlia tutto e tutti, Sergio coi suoi sbalzi d’umore a seconda delle notizie che gli giungono sugli umori di Ambra, veramente tutti dentro la parte. E dentro trovate registiche, non solo parlate, dense di comicità, come quella di Luxuria che tiene un archivio dei suoi clienti utilizzando come pseudonimi i nomi di famosi registi.

I colpi di scena sono continui, ogni convinzione che si crea nello spettatore può essere contraddetta nella scena successiva, per uno spettacolo che tiene tutti con gli occhi incollati sul palco.

Alessandro Tozzi

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