UNA GIORNATA CON FAUSTO CABRA

Per accendere i sogni

Parlare con Fausto Cabra è come contemplare il cielo in una notte estiva. Fausto racconta, guardandoti negli
occhi, e tu vedi accendersi una stella, poi un’altra e mano a mano, come nel gioco di unire i puntini nel cielo,
prendono forma disegni luminosi, e tu cogli frammenti di ciò che è importante e vero per Fausto, di quello che è
per lui il senso della vita, il significato dell’esistenza .
E come in una danza, entri in sintonia e vibri in risonanza con questa persona speciale, che fa l’attore e sognava
di diventare astronauta.
Così, sul sedile posteriore di un taxi, giovedì 25 maggio, Fausto ed io attraversiamo Roma per raggiungere la
Scuola Eduardo De Filippo a Villanova di Guidonia.
Qui un centinaio di ragazzi che frequentano la terza media si apprestano a concludere un percorso intitolato
“ACCENDI I TUOI SOGNI”, attraverso il quale Annamaria Iaria li ha condotti a riflettere su se stessi, ad individuare
le proprie passioni, a focalizzarsi sui talenti individuali, incoraggiandoli ad affrontare con entusiasmo, fiducia,
autenticità e coraggio il futuro, valorizzando pienamente il momento presente.
Quale migliore testimonial per questa circostanza e per questa scuola dedicata al grande Eduardo, se non un
giovane ma grandissimo attore di teatro come FAUSTO CABRA?
Il “destino” ha voluto che fosse a Roma in occasione della rappresentazione al teatro Argentina del dramma
storico “La morte di Danton”, di G. Buchner. E, con estrema cortesia e semplicità, lui si è reso disponibile per
questo confronto con gli studenti.
Nato a Brescia 38 anni fa, è lì che Fausto vive. E’ una persona riservata, mite, che però si apre con generosità al
racconto sincero di sé.
Il suo curriculum è così ampio che resto stupita nello scoprire che era studente di Ingegneria e che a soli tre esami
dalla laurea, iniziando a percepire un eccessivo tecnicismo in uno studio che cominciava a sentire arido, ha deciso
di prendere parte ad alcuni provini di teatro, col desiderio di aprire una porta diversa nella sua vita e lasciar entrare
qualcosa di nuovo.
“Perchè no?”
Su migliaia di aspiranti, a fronte di poche decine di posti disponibili, Fausto è stato preso in tutti i provini sostenuti.
E il Piccolo Teatro di Milano sotto la direzione del grande Luca Ronconi, gli spalanca le porte. Da lì a poco,
appena diplomato, arrivano i premi prestigiosi: Miglior neodiplomato (Premio Salvo Randone) e migior artista
emergente (premio Ernesto Calindri).
Mentre attraversiamo una Roma trafficata come sempre, chiedo a Fausto come si affronta la timidezza e come si
rafforza la fiducia in se stessi, riportando a lui un pensiero caro a mia figlia, studentessa di liceo che vuole
dedicarsi alla recitazione e si confronta con le proprie fragilità.
E Fausto mi illumina sul segreto profondo del recitare.
Quando sei sul palco, colui che si mostra al pubblico, che agisce, parla, trionfa tra gli applausi o riceve una critica ,
non sei tu, ma il tuo personaggio ed il lavoro che lo ha reso vivo.
L’attore mette la sua persona, il proprio corpo, la sua mente, la sua sensibilità a servizio di un ruolo che a sua volta
è parte di qualcosa di immensamente più grande, che inizia da molto lontano..
Recitare è un “prestare” se stessi , un “mettersi a servizio”. E il tuo personaggio ha la capacità e la forza di farti
compiere ciò che tu , come persona, non saresti in grado di fare.
A Fausto basta “dare il la”, e il suo innamoramento ardente per questo mondo lo accende ed alimenta le sue
riflessioni.
“Non morirà mai il teatro”. E’ ciò che più di tutto caratterizza l’essere umano in quanto individuo che comunica
empaticamente con altri esseri umani.
L’evoluzione stessa è passata attraverso il teatro, nel momento in cui una scimmia ha tramesso ad un ‘altra un
messaggio fondamentale per la conservazione della specie, attraverso i suoi gesti , attraverso la sua
rappresentazione dell’esperienza vissuta.
E l’uomo, in quanto tale, possiede fantasia ed immaginazione.
Da un punto di vista esistenziale, egli si trova di fronte a due forme di buio, di oscurità.
L’oscuirtà esterna, il mistero, l’inconoscibile in cui siamo immersi e che non sappiamo codificare, e l’oscurità
interna, il buio dentro noi stessi, la profondità insondabile che ci muove, il mondo potente e sconfinato che
conteniamo senza riuscire a possederlo.
Allora l’ arte, in tutte le sue forme , è un fiammifero acceso in questa oscurità, una scintilla di rivelazione in cui
cogliamo un frammento di luce, un bagliore di verità.
In cui, soprattutto, doniamo a noi stessi e agli altri una rappresentazione sentita e vissuta di qualcosa che
intimamente abbiamo conosciuto ed empaticamente condividiamo con chi a sua volta lo accoglie , arricchendolo
della propria sensibilità.
E i giovani?
I loro talenti, i loro sogni?
Come riconoscerli, come comprendere se si tratta di vocazioni autentiche?
Come aiutarli a fare le scelte giuste? Giro questa domanda a Fausto , pensando ai ragazzi che di lì a poco
avremmo incontrato.
Decisa, drastica la sua risposta.
“Quando arriva il momento della scelta è troppo tardi.” Nessuno può aiutarti dall’esterno.
Ciò che fa la differenza è il processo, è la vita.
E’ la capacità di camminare indirizzando l’ascolto interiore verso la propria CURIOSITA’.
Questa sembra la parola più preziosa che Fausto mi consegna.
Non ci sono errori, non scelte sbagliate se ci si allena ad essere coerenti con ciò che ci incuriosisce e che ci
condurrà inevitabilmente, di volta in volta, a sentire quale è la porta giusta da aprire.
Quello che è da scongiurare è il vivere nel grigiore, in quello stato di” anestesia” per cui ogni strada appare
equivalente e tutto sembra omologato e indistinto.
Malgrado il traffico, arriviamo puntuali a destinazione e un Fausto leggermente emozionato entra nel Cineforum
dove le quattro terze lo accolgono mentre sullo schermo scorrono le immagini dei momenti più significativi della
sua carriera.
A questi ragazzi Fausto dà il meglio di sé. Via via sempre più coinvolto, fino a sciogliersi in un linguaggio libero
che coinvolge i giovani facendo sentire loro che quelle grandi lezioni di vita sono proprio per loro, alla loro portata,
lì dove loro si trovano, tanto da parlare la stessa lingua.
Fausto stabilisce con loro ciò che uno psicologo chiamerebbe “alleanza terapeutica”.
E i ragazzi si fidano e lo seguono..
“Io volevo fare l’ astronauta..”, ma qualcosa mi ha portato a fare dei provini di teatro e così è iniziata una carriera di
successo.
Già, ma cos’è il successo?
Se si confonde con l’approvazione del pubblico, con la corsa ai riconoscimenti, ti divora, non basta mai, non arriva
mai..
Perchè tu non sai essere felice e puoi arrivare a compiere gesti estremi, come testimoniano i suicidi di tante
persone che il successo lo avevano raggiunto.
Se invece tu riconosci cosa ti rende felice e la tua felicità è nel fare quella cosa, qualsiasi essa sia, non importa
dove tu la faccia, o davanti a quale pubblico: sarai sempre felice perché fai ciò che ami.
Si dice che ci stiano rubando il futuro, che qualcuno stia rubando il futuro ai giovani.
Ciò che ci stanno davvero negando, è la consapevolezza del valore inestimabile del tempo.
Bisogna avere il coraggio di guardare in faccia la morte, perchè solo avendone coscienza impariamo a dare valore
al momento presente e ad essere responsabili rispetto all’ utilizzo che vogliamo fare di questo bene a termine che
è il tempo che ci è donato nell’ arco di una vita.
Il vero furto? Scippare le persone della loro età reale e dei loro sogni autentici.
Ci vendono sogni preconfezionati, irrealizzabili e falsi, che ci uniformano a miliardi di persone, illudendoci di
renderci speciali.
Tutti vogliamo sentirci adolescenti, bruciando le tappe dell’infanzia o ridicolizzando la nostra vecchiaia, e
compriamo prodotti di marca mentre ci vediamo future principesse o famosi calciatori.
E magari, intanto, aspettiamo passivamente che qualcuno dall’esterno ci regali un futuro.
Ma la vita è responabilità solo nostra.
Noi viviamo davvero nel momento in cui scegliamo e decidiamo di mettere le nostre energie e la nostra fatica a
servizio dei nostri desideri e della nostra curiosità.
FATICA!
Sì, non c’è nulla di vero e di significativo per la nostra vita che si conquisti col denaro e senza fare sforzo.
Le nostre passioni sono amori e,così come le relazioni tra persone, richiedono sofferenza, dedizione, ci fanno
sentire la paura di perdere ciò che ci sta a cuore, passano attraverso i sacrifici, le delusioni, le sconfitte e i
fallimenti.
“Hai mai pensato di mollare?” chiede una ragazza.
“Si, si, mille volte, ma non è importante” risponde Fausto.
Se tu passi attraverso una sconfitta , se commetti un errore , mentre stai facendo ciò che in quel momento senti
giusto e vero per te, sarà proprio attraverso quel dolore che tu troverai la tua strada, la tua verità, la tua
realizzazione. E questo può avvenire in ogni momento, ad ogni età. Non esistono ricette. La ricetta è la vita, è il
percorso, è il viaggio.
La parola “desiderio” viene dal latino “sidera”, stelle.
Dobbiamo seguire i nostri desideri così come i naviganti seguono le stelle per trovare la rotta. I nostri desideri
autentici sono il faro della nostra vita.
E vivere davvero è ardere di passione, e lasciarci condurre da essa ovunque ci porti.
Il cineforum della scuola Eduardo de Filippo , in questo giorno, è un cuore pulsante che continuerà a battere in
ciascuno dei presenti e senza dubbio, darà i suoi frutti..IMG-20170528-WA0013
Con un po’ di malinconia accompagno Fausto al teatro Argentina,dove, di lì a poco, tornerà in scena nei panni di
Saint-Just.
Infinitamente grazie, Fausto!
Hai lasciato un ricordo indelebile nei nostri cuori.
Roma ti attende nuovamente in Agosto, al Globe, con “Il mercante di Venezia”.
Saremo in teatro ad applaudirti!

Daniela Ancora (Realizzailtuofuturo)

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