ACT OF VALOR, GUERRA E FAMIGLIA NON SOLO PALLOTTOLE

 

ACT OF VALOR

Regia Mike McCoy & Scott Waugh

Con Alex Veadov, Jason Cottle, Nestor Serrano, Gonzalo Menendez, Emilio Rivera, Roselyn Sanchez, Alisa Marshall, Drea Castro, Alexander Asefa, Sonny Sison

Azione, USA, durata 111minuti – M2 Pictures – uscita mercoledi 4 aprile 2012

Come fare un buon film di guerra utilizzando guerrieri veri, cioè una squadra di effettivi Navy Seals.

Il terrorista ceceno Abu Shabal (Jason Cottle) dichiara in pratica guerra agli Stati Uniti facendo saltare una loro ambasciata in territorio filippino, noncurante perfino di tanti bambini.

Il soggetto risulta anche in qualche modo collegato ad un trafficante di droga ucraino, tale Christo (Alex Veadov), che però sta studiando il sistema di ritirarsi dagli “affari” perché avverte il fiato sul collo della C.I.A., ma intende vendere molto cara la pelle catturando e torturando ripetutamente l’agente Morales (Roselyn Sanchez) per avere preziose informazioni sui movimenti del governo americano.

Emerge a poco a poco che i due soggetti stanno tramando un nuovo 11 settembre, grazie all’invenzione di certe palline di ceramica ad altissimo potenziale esplosivo che sfuggono a qualsiasi metal detector.

Naturalmente scatta nel sentimento americano il senso del dovere di salvare la nazione e l’umanità e a questo punto il film tenta di mettere in risalto tutti gli aspetti meritevoli di una guerra, se mai ce ne sono: la solidarietà nella missione di recupero dell’agente Morales, riportato a casa in pietose condizioni ma salva, il classico senso della famiglia la sera prima della partenza per la missione, con le rispettive mogli e figli, il cameratismo tra compagni, l’eroismo puro, la capacità di sacrificare se stessi per la nazione o per la riuscita della missione, la solidarietà nel soccorrere i feriti, per finire ovviamente con le medaglie e le bandiere a stelle e strisce a profusione per i funerali eccellenti dei caduti sul campo.

L’adrenalina è generalmente buona, grazie evidentemente alla preparazione dei soldati-attori, la regia ci mette del suo con immagini inviate dall’alto da uccelli-robot e con suggestive riprese nelle foreste e nei deserti, anche notturne.

Tralasciando ogni dietrologia sui rapporti tra gli Stati Uniti e certi paesi che si sentono fin troppo da questi “ficcanasati” è un film con molte pallottole, consigliato a chi ama il genere e questo tipo di azione di guerra. Chi preferisce l’amore guardi altro.

 

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