Gli Scarabocchi in scena al Teatro Fara Nume in Roma dall’8 al 10 Aprile 2022 con:
Anni Ruggenti (ma non troppo)
di Gabriele Zedde da un soggetto di Mauro Guttoriello
Regia Ale Galvini e Massimo Caratelli
Attori: Ale Galvini, Donatella Rossi, Fabrizio Buzi, Rita Piermarini, Anna Menna, Massenzio Mauri, Elisa Iannetti e con la partecipazione straordinaria di Katia Bottini
Luci e audio: Edoardo Turco
Musiche originali: Fabrizio Buzi
Aiuto Attrezzeria Pina Dori
Foto di scena: Valerio Faccini
Riprese video: Federico Volpi
Intro: Chicago, anni ’30. Rupert Miccia è un rampante uomo d’affari. Siamo in pieno Proibizionismo e quale modo migliore di arricchirsi se non associarsi a Maria Esposito, una pericolosa Capo mafia che ha contatti persino con Al Capone? Rupert sta organizzando in casa la sua festa di fidanzamento con la donna della sua vita Hanna, che è all’oscuro dei suoi traffici loschi. Sarà aiutato, si fa per dire, dal suo comico e goffo gorilla Nick nel tentare di tenere all’oscuro dei suoi traffici illeciti la fidanzata ed il fratello di Hanna che è un agente di polizia …
“Anni ruggenti” è senz’altro un titolo impegnativo. Oltre a indicare quei “ruggenti anni venti”, che in lingua inglese figurano come Roaring Twenties, a una memoria cinefila possono ricordare quel piccolo capolavoro che è I ruggenti anni venti, thriller del 1939 diretto dall’ottimo Raoul Walsh con James Cagney e Priscilla Lane protagonisti. E qui siamo già molto vicini al tema del giorno, ovvero gli Stati Uniti del Proibizionismo. Più in particolare la trasfigurazione umoristica di tali eventi, visto che lo spettacolo andato in scena per la prima volta al Teatro Fara Nume di Ostia, nel periodo che abbraccia l’ 8, 9 e 10 aprile 2022, di quel delicato momento storico è l’indiavolata parafrasi, la dissacrante parodia.
Ottimo testo, quindi, Anni Ruggenti (ma non troppo) di Gabriele Zedde: una commedia corale che si rapporta all’America in cui gangster come Al Capone spadroneggiavano, giocando in modo sornione coi luoghi comuni, le pose cristallizzate di quell’epoca leggendaria e tutti gli altri elementi bene o male vicini a tale immaginario. Tra criminali da strapazzo, mafiose dal grottesco accento meridionale, tirapiedi completamente fuori di testa e nevrotici ufficiali di polizia, l’atmosfera si riempie di personaggi ben caratterizzati, ognuno dei quali porta in dote un tic, un tormentone o qualche sorprendente attitudine personale, da cui il gran ritmo dello spettacolo trae beneficio ogni volta. Dal mattatore Ale Galvini a un’impeccabile Donatella Rossi, da un Massenzio Mauri piedipiatti i cui tempi comici sono a tratti irresistibili all’istrionico Fabrizio Buzi, che riesce a tirare fuori il meglio persino dalla presenza in scena di un buffissimo tacchino finto, il crescendo è davvero notevole. Nonostante qualche cambio in formazione dovuto anche alle incognite dell’era Covid, tutti gli interpreti dialogano tra loro in modo frizzante, verace. E dialogano altrettanto bene con un palco, le cui scenografie – estremamente curate – simulano con eleganza un appartamento della Chicago anni ’30, così come potrebbe figurare nel nostro immaginario cinematografico e letterario. Commedia degli equivoci dall’impronta originale, vivace, è perciò la pièce nata da una felice intuizione di Gabriele Zedde (e Mauro Guttoriello), che ha saputo trascinare il pubblico di Ostia in un gioco sapido e divertente, grazie anche al notevole affiatamento di una compagnia i cui interpreti sprizzano simpatia da ogni poro.
Grazie Sig. Coccia per l’ articolo.,..Abbiamo cercato ogni sera come si dice negli ambienti teatrali ” il frutto” impegnandoci sempre al massimo per mantenere alto il ritmo, cercando di fare trascorrere un ora e mezzo di sano e non volgare divertimento
Naturalmente era il Fritto ..non il frutto