Un anno fa avevamo festeggiato l’atteso trasloco di Più Libri Più Liberi nella Nuvola dell’Eur. Come è ovvio che sia, non si è mica trattato di nuvole passeggere. Sicché la fluttuante Nuvola di Fuksas ha fatto da sfondo pure all’edizione 2018 della sempre più seguita, sempre più amata, sempre più affollata fiera capitolina del libro. Dal 5 al 9 dicembre l’ampio spazio riservato a stand ed incontri si è riempito fino a sera di visitatori appassionatissimi, che si sono ripartiti tra una miriade di appuntamenti e di novità editoriali. Presenze importanti o comunque in grado di esercitare un forte richiamo, tra gli autori: dallo scrittore americano di culto Joe R. Lansdale al poeta dissidente camerunense Patrice Nganang; dalla giornalista Yasemin Congar, compagna del grande scrittore e dissidente politico turco Ahmet Altan condannato in patria all’ergastolo, fino al popolare autore britannico di libri per ragazzi David Almond.
Offerta molto varia, quindi, per un’edizione che in quanto ad incontri pubblici e ad ospiti di rilevo ha voluto porre l’accento su una rinnovata vocazione umanistica, sull’importanza dell’impegno sociale e del ruolo testimoniale di chi si esprime attraverso la parola scritta.
Da parte nostra, l’appuntamento che ci ha “stanato” facendoci accorrere infine alla Nuvola è stato l’incontro con Haidehoi David Simurgh, chiamato l’8 mattina a presentare il suo libro Il piacere prima di tutto, in un’atmosfera gioiosa e rilassata che ha ben presto trasformato l’evento in piacevole confronto tra autore e pubblico su quei temi, spesso trascurati, che riguardano il nostro approccio più intimo all’esistenza. Dell’incontro in questione e di tale testo, pubblicato da Edizioni Spazio Interiore, ci riserviamo di parlare poi a parte, visto che gli spunti di riflessioni non sono certo mancati. Per adesso ci limitiamo a testimoniare il notevole grado di rilassamento interiore con cui noialtri e gran parte del pubblico siamo usciti dalla sala, dopo esserci confrontati con uno scrittore che è anche un vero Maestro spirituale.
Abbiamo iniziato la nostra libresca avventura in un clima di pace. L’abbiamo poi proseguita girovagando tra gli stand con uno spirito molto più bellicoso, sia per il desiderio di fare acquisti, sia per il persistente interesse di chi scrive nei confronti del romanzo storico (specie quello di ambientazione Romana) e per la letteratura bellica in genere. Tappe obbligate, da qualche anno a questa parte, i banchi pieni di tentazioni delle Edizioni Mediterranee e della casa editrice goriziana LEG. Ma le chicche non compaiono necessariamente dove te le aspetti… e così, dopo essere già passati attraverso le entusiasmanti narrazioni di età romana dei blasonatissimi Andrea Frediani, Valerio Massimo Manfredi, Roberto Genovesi e Giulio Castelli, abbiamo trovato in Nelson Martinico una voce forse più appartata, ma di sommo interesse: suo Le pergamene di Sertorio, pubblicato da Edizioni Spartaco. Un ritratto davvero appassionante, stando alle prime pagine del romanzo che abbiamo letteralmente divorato, di quello che Theodor Mommsen definì “uno dei più grandi uomini, se non il più grande”, ovvero il comandante romano ribelle Quinto Sertorio.