
Roma, Scuderie del Quirinale, 28 Luglio 2016
Le Scuderie del Quirinale ospitano per la prima volta in Italia, 21 capolavori della scultura buddhista giapponese dal periodo Asuka al periodo Kamakura, ovvero VII – XIV secolo.
L’esposizione raggruppa 35 pezzi in mostra per la prima volta tutti insieme in Italia, affinchè si possano ammirare nel loro splendore antico, produzioni scultoree dell’arte giapponese.
Le opere esposte presso le Scuderie del Quirinale sono considerate delle vere e proprie immagini di culto, difficilmente trasportabili. Anche in Giappone è molto difficile riuscire ad ammirarle, specie se raggruppate tutte insieme, poichè sono esposte nei templi, santuari o nei grandi musei.
Le sculture lignee esposte sono rappresentative dell’arte della scultura buddhista, altamente espressive e comunicatrici. Le opere realizzate dagli artisti entrano in diretto contatto con il visitatore, un dialogo diretto che grazie alle espressioni dei volti delle statue, riescono a comunicare in chi osserva meditazione o azione, tranquillità o ira, comprensione o paura. Il linguaggio universale dell’arte è espresso attraverso queste opere senza bisogno di parole. Ed è proprio questo il bello dell’arte.

La scultura buddhista fu introdotta in Giappone tra il VI e il VII secolo, mentre dal X secolo si sviluppò in tematiche e forme sempre più caratteristiche, culminando nel periodo Heian (794-1185), il periodo della corte imperiale di Kyoto, esaltando la grazia dell’espressività del legno. Successivamente, nell’epoca Kamakura (1185-1333) si afferma invece una scultura più realistica e vigorosa, ispirata ai samurai ed alla filosofia del buddhismo zen.
Le opere esposte sono il frutto di una ricerca spirituale, legate alla funziona rituale ed allo stile del tempio che le ospita, richiamando sui volti calma e tranquillità, oppure sorrisi enigmatici come nel caso del Buddha in meditazione, rivelando la ricchezza delle vesti, delle acconciature e dei gioielli; alcune si ispirano alla moda dei principi indiani e quindi a quell’area territoriale.

Il buddhismo si diffonde in Giappone proprio attraverso le sculture, le pitture e le calligrafiche importante dal continente, portando con sè delle novità in assoluto, visto che fino a quel momento vi erano sul territorio soltanto i kami, ovvero le divinità dello shintoismo.
Il buddhismo quindi portò con sè elementi indiani, cinesi e coreani, a cui i politici e gli statisti, nonchè uomini di potere, contribuirono a diffondere e sostenere.
La mostra si inserisce all’interno delle celebrazioni del 150° anniversario del primo Trattato di Amicizia e Commercio tra Giappone ed Italia, con molte altre iniziative che si svolgono sia sul territorio italiano che su quello giapponese.

La mostra è promossa da Roma Capitale – Assessorato alla Crescita culturale, organizzata dal Bunkacho (Agenzia per gli Affari Culturali del Giappone) con l’Azienda Speciale Palaexpo, con il supporto di MondoMostre. L’esposizione è a cura del prof. Takeo Oku, con la collaborazione dell’Alma Mater Studiorium-Università di Bologna.
La mostra è aperta al pubblico fino al 4 settembre 2016.