GRAZIA IEVA SI RACCONTA

Una formazione nata all'Istituto Burgo
Ho incontrato Grazia Ieva, una giovane e promettente stilista, a Milano durante una delle ultime fashion week, nella sede di Here Connecting. Ho avuto modo di apprezzarne subito il talento, il designer con accenti retró che mi ha praticamente rapita, essendo io un amante di quello stile. Ho potuto toccare con mano personalmente le sue creazioni, curate nei raffinati dettagli, nella preziosità della manifattura, oltre che nell’elegante taglio.
In quell’occasione le ho chiesto di parlarmi di lei e del suo percorso stilistico.
“Ho frequentato la scuola di moda Istituto Burgo e ho partecipato a importanti manifestazioni per giovani designer come il Fashion Graduate Italia e Milano Unica. Supportata dalla Piattaforma TFP TALENTS per stilisti emergenti, ho deciso di dare vita al mio brand e al momento sto lavorando per creare la mia prima collezione destinata alla vendita.
Le mie collezioni nascono dalla passione e dallo studio dei costumi antichi, non semplicemente inspirandosi all’esteriorità di un mondo lontano, ma analizzando nel profondo una società non completamente estranea alla nostra. Utilizzando l’amore per l’arte della moda realizzo collezioni dal carattere fortemente femminista e critico nei confronti di stereotipi e pregiudizi comuni.
La mia prima collezione si rifà ai concetti espressi nell’omonimo giornale femminista fondato nel 1832, che denunciò la misera condizione della donna dell’epoca. Purtroppo quelle voci non ebbero nessuna influenza sociale, anzi, entro la fine del secolo si affermò un modello morale più rigido e un codice di condotta repressivo per le donne, persino la regina Vittoria disprezzò il concetto stesso di femminismo. Le donne non potevano protestare contro gli usi della società, per questo la condizione femminile in epoca vittoriana è considerata alla stregua della schiavitù.
Purtroppo ancor oggi non si è raggiunta la totale parità dei sessi perciò ho voluto dedicare questa collezione alle pioniere di questa lotta nella speranza che un giorno non sia più necessario definirsi “Femminista”.
Tema che voglio approfondire anche nelle mie future collezioni, destinate ad una donna forte, emancipata eppure femminile ed elegantemente sensuale.”
Marzia Bortolotti 
Sophie Sapphire
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