IL VEGETALE

Fabio Rovazzi è un giovane laureato in Scienze della Comunicazione alle prese con il dramma della sua generazione: trovare un lavoro.

GENERE: Commedia 
ANNO: 2018
REGIA: Gennaro Nunziante
CAST: Fabio Rovazzi, Luca Zingaretti, Rosy Franzese, Antonino Bruschetta, Paola Calliari.
PAESE: Italia
DURATA: 90 Min
DISTRIBUZIONE: Walt Disney

TRAMA: Fabio Rovazzi è un giovane laureato in Scienze della Comunicazione alle prese con il dramma della sua generazione: trovare un lavoro.

Nella Milano dalle mille possibilità e dal futuro assicurato, Fabio Rovazzi è un 24enne neolaureato in Scienze della Comunicazione alla ricerca del primo lavoro. Fabio è un idealista, ha valori profondi e una forte etica che lo sorregge. Soprattutto Fabio ha un’incrollabile fiducia nelle persone. Dopo aver brillantemente superato un colloquio, viene assunto da una grande azienda. Il suo lavoro sarà quello di distribuire volantini. Sì, perché dietro a una terminologia alla moda ricca di inglesismi molto spesso si nascondono i lavori più umili. La sua ragazza lo lascia perché dopo la laurea va a fare la cameriera a Londra. Il suo coinquilino pugliese è anch’esso un tipo concreto: nonostante la laurea, si accontenta di fare il fattorino per un ristorante cinese. E gli sta bene così.

Fabio è un tipo che prende qualsiasi cosa seriamente. Non butta, come i suoi colleghi, i volantini nella spazzatura per terminare prima il lavoro, ma si premura di consegnarli tutti, uno ad uno. È talmente diligente nel suo lavoro, che la sede centrale dell’azienda lo chiama per uno scatto di carriera: uno stage in un paesino del Sud Italia, a raccogliere pomodori. Qui la storia abbandona lentamente i temi da denuncia sociale e con più leggerezza cede ai canoni della commedia italiana. La sceneggiatura ha qualche giro a vuoto, le situazioni diventano stereotipate, gli “incastri” narrativi quasi surreali.

Nei toni disincantati della commedia, il regista ci mostra la situazione disperata di tanti giovani alle prese con il dramma di un lavoro che per molti di loro rappresenta una chimera. Figli di una generazione che ha visto il sistema paese crollare sotto il peso della corruzione endemica, in cui tutti hanno fatto la loro parte grazie ai grandi e ai piccoli “intrallazzi”. Prova ne è che lo stesso papà di Fabio (ricco imprenditore) ha sfruttato appieno le falle del sistema Italia per crearsi un impero oltre il limite della legalità. La disonestà premia quando la legalità non è garantita. Quando questi ha un incidente, è il figlio a prendere in mano le redini dell’azienda. Sintesi perfetta appare la scena dell’incontro fra Fabio e gli avvocati del padre, istantanea fedele di come vanno le cose in Italia.

Il film però non si spinge oltre, retrocede man mano sulla via del “rassicurante” e sceglie la dimensione della favola e del lieto fine. Peccato, un’occasione persa, pur all’interno di una pellicola che non annoia e fa sorridere.

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