La liberazione dei campi nazisti

La liberazione dei campi di concentramento
La mostra è allestita presso il Complesso del Vittoriano in occasione del 70° anniversario della liberazione.

Roma, Complesso del Vittoriano, 27 Gennaio 2015

La liberazione dei campi di concentramento Dal 28 Gennaio è aperta al pubblico la mostra “La Liberazione dei Campi Nazisti”, un percorso espositivo nato per la ricorrenza del 70° anniversario dalla liberazione dei campi nazisti di Auschwitz-Birkenau, fino alla liberazione dei numerosi campi di concentramento sparsi in Europa.

Un percorso espositivo che intende non solo essere un focus per le nuove generazioni, per non dimenticare ciò che è successo, ma anche una occasione per raccogliere le testimonianze di chi quell’inferno lo ha vissuto ed è sopravvissuto per raccontarlo.

Questo allestimento prende in considerazione il periodo che va dal Luglio del 1944 al maggio del 1945, raccontando attraverso oggetti, fotografie, filmati e testimonianze, ricostruendo così la storia di quel tragico periodo.

La mostra, all’allestita all’interno del Complesso del Vittoriano, si apre con la ricostruzione di un recinto con filo spinato, quello stesso filo che è presente anche nelle teche e che proviene dai campi di concentramento. Si prosegue con alcuni reperti di uso personale e quotidiano, come posate e ciotole per il cibo. Non mancano neanche dei piccoli passatempi, come le carte da gioco, i dadi e gli scacchi.

La liberazione dei campi di concentramentoIl percorso espositivo si snoda attraverso quattro tematiche, ovvero i campi di concentramento, le liberazioni dei campi dell’Est, le liberazioni dei campi nel Reich e una riguardante il “dopo”, ovvero il rimpatrio e l’assistenza in Italia degli ex prigionieri divenuti liberi, le ricerche dei deportati con le relative pubblicazioni.

Gli oggetti sono supportati da immagini e filmati dell’epoca che poco lasciano all’immaginazione ed all’incertezza, testimoniando l’orrore di un periodo storico vissuto da milioni di persone. Filmati e fotografie che man mano si fanno sempre più espliciti, senza censure, accompagnate da lettere, telegrammi e stralci di giornali che in qualche modo all’epoca, tentavano di comunicare cosa stesse accadendo.

Il tutto è supportato inoltre da cartine geografiche, affinchè il visitatore possa rendersi conto di come questo capitolo oscuro della storia umana, fosse più vicino di quanto di possa immaginare. Cartine che indicano inoltre la posizione dei campi di concentramento, le stazioni ferroviarie coinvolte che conducevano attraverso viaggi dell’orrore presso i campi stessi, mentre alcune volte quegli stessi percorsi venivano affrontato a piedi da migliaia di persone, molte delle quali non riuscivano a giungere a destinazione.

La liberazione dei campi di concentramentoNon solo orrori, ma anche testimonianze di vita. All’interno della mostra vi sono inoltre le biografie di circa venti deportati liberati dai campi di concentramento, i quali raccontano attraverso fotografie e lettere, la propria esperienza. Ed è un sollievo vedere che dopo tutto l’orrore che hanno vissuto, sono stati in grado ancora di sorridere e di vivere una vita piena. Molti si sono sposati, altri sono diventati imprenditori, aprendo ad esempio una cioccolateria.

Omaggiare la vita, in contrapposizione a uno scenario di morte come quello vissuto all’interno dei campi di concentramento, è stato forse non facile inizialmente, ma di certo l’unica via di salvezza. Senza però mai dimenticare.

Il ricordo, accompagnato alle iniziative in occasione della Memoria della Shoah, è importantissimo per le nuove generazioni, le quali non hanno fortunatamente vissuto in prima persona gli orrori documentati all’interno della mostra, ma hanno bisogno di ricorda che l’orrore non deve ripetersi di nuovo.La liberazione dei campi di concentramento

La mostra è promossa dalla Fondazione Museo della Shoah, curata dal direttore scientifico Marcello Pezzetti, dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, il Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca, l’UCEI – Unione delle Comunità Ebraiche italiane – con il sostegno di Regione Lazio, Roma Capitale e della Camera di Commercio di Roma ed il contributo di Acea, Eni e Ferrovie dello Stato Italiane, mentre l’organizzazione è affidata a Comunicare Organizzando.

La mostra, ad ingresso gratuito, è aperta al pubblico fino al 15 Marzo 2015.

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