Le nuove mostre del Museo Macro

Le nuove mostre al Macro
Luca Maria Patella, Timur Kerim Incedayi, Valentina Vetturi e Cherimus in mostra presso il museo di arte contemporanea di Roma.

Roma, Museo Macro, 29 Gennaio 2015

Le nuove mostre al Macro Dal 29 Gennaio al Museo Macro, nella sede di Via Nizza, sono a disposizione dei visitatori delle nuove mostre degli artisti Luca Maria Patella, Timur Kerim Incedayi e dei giovani artisti in residenza Valentina Vetturi ed il collettivo Cherimus.

Mostre differenti tra loro ma che raggiungono con estrema creatività e meraviglia, l’occhio ed il cuore del visitatore, trasportandoli in una loro visione dell’arte e del mondo circostante.

Si inizia con la mostra “Ambienti protettivi animati, 1964-1984” dell’artista Luca Maria Patella, a cura di Benedetta Carpi De Resmini e Stefano Chiodi. In questa esposizione si pone in risalto l’estro creativo e la ricerca fotografica e video, quando ancora questi mezzi non erano del tutto congeniali all’arte contemporanea.

Sperimentazioni che ad oggi appaiono del tutto “normali”, ma che all’epoca hanno avuto un risvolto innovativo, sia per il linguaggio, sia per la concezione d’arte.Le nuove mostre al Macro

L’installazione “Alberi Parlanti” è invece dal 1979 che non si presenta di nuovo al pubblico. Questa affascinante e suggestiva installazione artistica è composta da alberi dai quali, accostandosi con un orecchio, si possono udire discorsi, pensieri e poesie; mentre dal cespuglio si ode il cinguettio degli uccelli. Il tutto sovrastante da un cielo proiettato, per una suggestiva visione di un bosco magico.

Nell’ultima sala vi sono anche globi e sperimentazioni ricavate dalle stelle e dalle costellazioni, per un effetto straordinario.

Luca Maria Patella è uno dei maggiori protagonisti delle arti visive in Italia degli ultimi cinquant’anni.

Del tutto differente la mostra “Roma e Istanbul, sulle orme della storia” di Timur Kerim Incedayi, l’artista turco che dagli anni ’60 ad oggi è considerato il punto di incontro da l’arte occidentale e quella orientale, in special modo tra Roma e Istanbul, le due città che seppur abbiano due culture e storie differenti, nelle tele di Timur si incontrano in scenari che illustrano la magnificenza delle due città e civiltà che rappresentano. Le opere, realizzate con tecnica mista su cartone, sono ispirate dai paesaggi romani, che ricordano all’artista le sue origini.

Difatti Timur, dopo gli studi, decide di frequentare l’università in Le nuove mostre al MacroItalia, dapprima a Milano presso la facoltà di architettura, per poi spostarsi a Roma presso l’Accademia di Belle Arti. Roma sarà la sua seconda casa, in un periodo artistico e culturale molto movimentato ed in fermento, come quello del ’68. Timur ha come maestri ed estimatori Guttuso, Maccari e Montanarini, collaborerà con Zeffirelli per la realizzazione dei costumi e delle scenografie per “Pagliacci” e “Cavalleria Rusticana”. Le sue opere colpiscono sia per i colori e sia per i paesaggi ed i soggetti evocativi, delle antiche civiltà di Roma e Istanbul.

Le mostre di Cherimus e di Valentina Vetturi nascono invece dai laboratori degli Artisti in Residenza, ovvero dei giovani talenti artistici che usufruiscono di uno spazio e della possibilità di soggiornare in città, per sperimentare e creare arte.

Il lavoro di Cherimus è un’evoluzione della performance “Il Gioco dell’Oca” di Marco Colombaioni, realizzata a Velledoria, in Sardegna, ove un grande dipinto invitava tutti ad entrarvi a prendervi parte e a giocare. Cherimus, ispirato da quest’opera, ha alimentato la fantasia del gioco ricreando con l’ausilio di laboratori e licei artistici romani, gli animali che ne fanno parte, girovagando per la città, ricreando così stupore e sorpresa. Da questa esperienza nascono i video di Simone Berti, dove gli animali prendono vita per conquistare la città di Roma.

Le nuove mostre al MacroValentina Vettori invece espone al Macro le opere “Alzheimer Cafè II” e “La mossa di Ettore”. La prima fa parte di una ricerca dell’artista, tra ricordo e suoni delle persone affette da Alzheimer che, seppur abbiano problemi relativi alla memoria, dimenticando spesso anche le persone che più hanno care, riescono invece a ricordare alcune canzoni, musiche o parte di esse. Ed ecco che le voci che si possono udire in cuffia sono quelle stesse voci che intonano canti popolari, canzoni e litanie, per un mix di voci e ricordi.

La mossa di Ettore” è ispirata invece ad Ettore Majorana, il fisico nucleare amante degli scacchi, scomparso in maniera misteriosa molti anni fa. L’installazione presente in sala è composta da un tavolo indicante le mosse di una partita effettuata durante la performance dei maestri Lexy Ortega e Massimiliano Lucaroni, i quali assieme all’artista, hanno introdotto una nuova mossa ispirata per l’appunto ad Ettore Majorana, ovvero quella di scomparire per sottrarsi al coinvolgimento in una ricerca potenzialmente disastrosa per il genere umano, aprendo così una riflessione sul rifiuto.

Le mostre sono aperte al pubblico fino al 1 Marzo 2015.

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