La supplente

Nella lunga estate del Teatro Marconi un ottimo spettacolo, con Silvia Brogi protagonista

La supplente

Arena Teatro Marconi

15 luglio 2022

Marconi Teatro Festival

Testo di Giuseppe Manfridi

Regia Claudio Boccaccini

Con Silvia Brogi

IntroUn´ora di spettacolo che corrisponde a un´ora di supplenza. Gli spettatori costituiscono la scolaresca per la quale l’enigmatico Stella è stata chiamata a improvvisare una lezione di letteratura; e mentre spiega ad una immaginaria classe di liceo, sembra parlare di sé.

Con un monologo scritto per lei dall’autore, drammaturgo e sceneggiatore romano Giuseppe Manfridi, la bravissima Silvia Brogi tiene banco (è proprio il caso di dirlo) sul palco estivo del Marconi Teatro Festival; anzi, sale direttamente in cattedra, quella di un immagonario liceo, a sostituire per un’ora la professoressa titolare. Tra lezioni di letteratura, un ossimoro e un endecasillabo, tra grandi della letteratura e poeti minori, dal Manzoni al Foscolo a Berchet e Vittorio Monti, cui le pagine del libro di testo danno, più o meno giustamente, spazio a seconda dell’importanza si ritenga abbiano, si sviluppa sotto traccia un giallo, inespresso ma presente, fino al toccante e poetico finale.

La supplente arriva in classe inaspettata, avvolta in un impermeabile, con un telefonino in mano da cui aspetta una chiamata importante; che sia d’amore o di lavoro o d’altra cosa, non è dato saperlo veramente, rimarrà un giallo nel giallo. Stella, questo il suo nome, brilla in cattedra per passione ed entusiasmo, oltre che per preparazione; Silvia, che la interpreta, dà prova di attrice intensa e carismatica, muovendosi in equilibrio tra il teatro ed il cabaret, rompendo la quarta parete che la divide dal pubblico senza spezzarla davvero, rivolgendosi agli spettatori come se fosse la sua classe immaginaria, dando lezioni di poesia e di vita.

“Now. Ora.” La supplente cita Al Pacino ed il suo Riccardo III (forse riferendosi al film documentario dal grande attore diretto ed interpretato, Looking for Richard, del 1996), la sua energia, passione e modernità; mentre “L’inverno del nostro scontento è reso estate gloriosa da questo sole di York”, sembra quasi a presagire una propria rinascita dopo una profonda sofferenza. Nonostante la diffidenza della classe, Stella va avanti nella sua lezione, concentrandosi sui poeti minori, tra un Berchet in esilio a Parga ed un Monti, sottolineando l’aleatorietà dello spazio loro dedicato nei libri di testo, suggerendo ai suoi studenti la ‘risposta unica’ per qualsiasi poeta, ‘personalità complessa’. E complessa appare anche la sua, di personalità, profonda, enigmatica ed intrigante, mano a mano che il suo monologo procede e la suspence vira verso il noir, frammentata dagli interventi (registrati) degli studenti che sembrano rispondere ad un qualche interrogatorio sulla supplente. Dalla finestra, la vista delle betulle testimonia l’insolita lezione, mentre Stella alterna nozioni scolastiche a profonde riflessioni, lasciando ai più sensibili dei suoi alunni qualcosa che rimarrà dentro di loro per sempre, uscendo infine di scena libera come un gabbiano.

“Siamo fatti anche noi della materia di cui sono fatti i sogni; e nello spazio e nel tempo d’un sogno è racchiusa la nostra breve vita.”

Michela Aloisi

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