L’ALCHIMIA DI NUOVO ALLE CANTINE CAPITANI

Sorrisi e buona gastronomia come sempre

ASINI DI BATTAGLIA

Compagnia Teatro dell’Alchimia

Con Claudio Blancato, Franca De Santis, Fernando Sbriscia

Musica dal vivo Pino Pontuali

 

Un altro bel colpo delle Cantine Capitani, apprezzata azienda agricola di Trevignano Romano che SUL PALCO ben conosce, con la fidata Compagnia Teatro dell’Alchimia.

Questa volta è andata in scena una sequenza di scenette storiche del teatro e della televisione italiana, tutte ben ricostruite, fedelmente seppur mettendoci qualcosa di proprio come sempre, dalla compagnia, inframezzate dall’organetto e dalla voce del maestro Pino Pontuali, foriere come di consueto di risate e tanta romanità.

Oltre ad alternarsi nelle singole scenette, i tre interpreti hanno preparato per l’occasione anche un monologo ciascuno, pescando sempre bene nella storia dello spettacolo italiano, datato ma anche più recente.

A questa seconda categoria appartiene senz’altro il personaggio del generale Katzinger messo in scena da Claudio Blancato, coi suoi “dubbi esistenziali”, banali all’apparenza di molti ma per lui fonte di tanta meditazione. L’abito molto colorato contribuisce a riscaldare subito bene la serata, sotto il baffo si nasconde sempre il ghigno beffardo.

Più datati, ma sempre di grande ironia gli altri due monologhi: Fernando Sbriscia nel suo dialogo con Gesù, ironico senza essere irriverente nella sua riflessione tra sè e sè davanti allo specchio mentre si rade la barba, e Franca De Santis nella riproposizione di un famoso monologo sui tabù del sesso come erano radicati un tempo. Si scherniscono abilmente mantenendo sempre la giusta eleganza e la sobrietà necessaria, e forse proprio per questo i più ridanciani stacchetti musicali del maestro Pontuali ci si incastonano perfettamente.

Gli altri omaggi riguardano sketch conclamati della comicità italiana. Prima Blancato e De Santis ripropongono la scena di lui con l’immancabile giornale e lei che gli ronza attorno in cerca di attenzioni, straripante di comicità lei, più a denti stretti lui. Poi la scena si allarga a tre col terzo incomodo Sbriscia, anzi sarebbe meglio dire il terzo comodo perchè l’incomodo è in realtà Blancato. Scenette magistrali per la recitazione anche corporea, bravissimi i tre anche nelle parti mute, in cui incrociano abilmente espressioni e sguardi pieni di esilarante significato.

Spazio poi per la riproposizione della favola della favole, uno strampalato mix di tutte le favole con l’aggiunta di un anzianotto interlocutore, anche qui muto (Sbriscia) ad ascoltare svogliatamente le fantasie del vecchietto arzillo (Blancato). Sontuosi.

Blancato poi diventa bancomat umano (anche troppo dal momento che distribuisce a Sbriscia soldi che non dovrebbe), immobile, sguardo fisso nel vuoto e voce robotica; riesce perfino a consolare Sbriscia per le sue beghe sentimentali, fantastico!

Altra zuppa di romanità nei detti dei quartieri di Roma, quelli che tutti abbiamo sentito fin da bambini, coi due maschietti ad enunciarli e la prof.ssa De Santis a darne idonea spiegazione in italiano corretto.

Insomma, risate a raffica nonostante la familiarità di queste scenette nell’immaginario collettivo degli italiani, grazie alla capacità degli interpreti.

Sul finire, storielle ironiche in musica con l’organetto di Pino Pontuali e perfino l’apertura del palco per barzellettieri, poeti o artisti volontari dalla platea.

Col sorriso ancora addosso, la serata si conclude con gli ottimi prodotti agricoli delle Cantine Capitani; al sorriso stampato dello spettatore si aggiunge la pancia piena di roba buona e la buonanotte è assicurata!

Alessandro Tozzi

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