L’OPERA DEL FANTASMA

Tante risate al Teatro Marconi grazie a una spumeggiante e surreale commedia

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Attori&Tecnici

Presentano

L’OPERA DEL FANTASMA

di Chiara Bonome e Mattia Marcucci

Regia: Chiara Bonome

Con: Simone Balletti, Chiara Bonome, Valerio Camelin, Chiara David, Sebastian Gimelli Morosini e Mattia Marcucci

Musiche: Gianmarco Palluzzi con la collaborazione di Leonardo Monopoli

Scene: Giorgia Di Pietrantonio

Costumi: Sheila Grazini

Luci: Valerio Camelin e Francesco Pinelli

Una compagnia di scalcinati attori è nervosamente impegnata nelle prove del loro nuovo spettacolo. Il debutto è imminente ma, stando ai riscontri sui social, l’evento sta passando del tutto inosservato.
Il regista Livio (Mattia Marcucci), già sofferente di cuore, è sull’orlo di una crisi: sua moglie Isadora (Chiara Bonome), che è anche l’attrice principale, lo disprezza, fa le bizze da primadonna ed ha una spiccata tendenza all’alcolismo. Gli altri protagonisti sono Diego (Valerio Camelin), il migliore amico di Livio con chiari problemi di narcisismo, l’ambizioso Tancredi Maria Pascal (Sebastian Gimelli Morosini), il cui talento, per lui incompreso, lo mette inevitabilmente in rotta di collisione con lo straripante Diego e, infine, l’ingenua Elena (Chiara David), amata segretamente da Livio ma, purtroppo (oltre che poco sveglia), un autentico disastro nel recitare. A questi si aggiunge Achille (Simone Balletti), il ruvido tecnico che deve gestire luci e suoni, cercando di barcamenarsi fra le liti e i capricci del cast.

L’impresa sembra destinata a un vero fiasco ma, a complicare non poco le cose, ci pensa un’inaspettata tragedia: Livio, a causa di un fatale scambio di pillole, ha il tanto temuto infarto che lo uccide. Ancor più sorprendente per lo sfinito regista, però, è il suo risveglio in teatro stavolta in veste di… fantasma! Dopo aver sperimentato i suoi nuovi poteri, potendo ascoltare non visto l’ipocrita mondo dei vivi, arrivano per lui una serie di sgradite scoperte: esilaranti imbrogli, tradimenti, invidie e goffe trame si dipanano di fronte ai suoi increduli occhi. Mano a mano che le tragedie si susseguono, tuttavia, emerge con chiarezza la sensazione che ad orchestrare il tutto ci sia una mente criminale e calcolatrice.

Alla regia di questa spassosa commedia dai toni “dark”, andata in scena dal 3 al 13 novembre scorso, al Teatro Marconi di Roma, c’è la stessa Chiara Bonome, anche sceneggiatrice assieme a Mattia Marcucci. I due, oltre a indossare le maschere della gelida Isadora e dello sventurato Livio, sono dunque gli autori di una pièce dai ritmi concitati, affrontati con grande piglio da tutti gli interpreti, bravissimi e molto ben affiatati. Le battute, le gag, le citazioni, si susseguono in modo frenetico, suscitando le risate di un pubblico che più volte applaude spontaneamente. I tempi recitativi, fondamentali in un testo dai dialoghi così incalzanti, sono ottimi, visibilmente rodati (“L’opera del fantasma” è ormai alla sua sesta edizione). Pur svelate in un contesto di autentica comicità, le meschinità rivelate durante la storia finiscono per amareggiare lo sbigottito Livio, costretto ad assistere, in una sorta di teatro che si fa metateatro, a quello che è lo spettacolo della vita, non privo di squallide verità, difficili da accettare. Prima fra tutte, la decisione dei suoi (ex) colleghi di avvantaggiarsi cinicamente del suo decesso, ottimo volano pubblicitario in vista del tanto sospirato debutto.

Si tratta quindi di un divertimento raffinato, intelligente, che sul palcoscenico, in una tangibile alchimia fra tutti gli attori, in grande forma, coinvolge gli spettatori in un susseguirsi di sorprese.
Gran finale con una colonna sonora azzeccatissima e tra le meritate ovazioni.

Massimo Brigandì

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