ANIMA MUNDI – a cura di Sonia Vecchio e Dario Calì
Galleria Il Laboratorio, Roma – dal 31 luglio al 4 agosto 2018
Foto Giovanni Trinchese
Dal 31 Luglio al 4 agosto nel cuore di Roma, nella pulsante Trastevere, si è tenuto un vibrante vernissage al quale hanno partecipato ed esposto le loro opere moltissimi artisti. Il progetto “Anima Mundi” è stato un vero e proprio contenitore d’arte, liberamente aperto al pubblico, ideato da Sonia Vecchio e Dario Calì.
Le tele esposte sono un vero e proprio concentrato di tecnica e sperimentazione, alcune provenienti dalla fotografia, trasformata in qualcosa di unico e denso di significati simbolici. L’impatto con un’opera è sempre molto forte ed “Anima Mundi” è stato pregno di emozioni e di forte empatia, perché è impossibile, quando si guarda un’opera, non cercare almeno per pochi minuti di non entrare nell’anima di chi l’ha realizzata, per carpirne e rubare sensazioni, motivazioni, ragioni. Un quadro è l’espressione dell’artista, lo rappresenta, ne determina il carattere, è esso stesso smaterializzato. I tratti lo caratterizzano, e lo rendono unico ed inimitabile, come una grafia. Un artista descrive la sua anima con il pennello, “parla” di sé e della sua visuale del mondo e delle cose, attraverso questo mezzo si esprime ed a volte ne grida le proprie ragioni su argomenti spinosi e di interesse comuni e sociale.
Come per la pittrice Monica Argentino, che con le sue opere esprime tutta la sua solidarietà e vicinanza verso le donne e la violenza psicologica che sempre più spesso subiscono. I suoi quadri hanno tocchi leggeri e delicati, ma parlano quasi gridando tutto il disagio che si prova vivendo situazioni di emergenza e pericolo. I soggetti, quasi accennati, caratterizzati dalla posizione all’interno del quadro, esprimono con essa forza, sofferenza, rabbia. La pittrice ha esposto due opere: Essenza e Natura Velata e, su quest’ultimo tema, ha realizzato una performance live di body painting sulla bellissima modella Dora, che ha lasciato tutti incantati e rapiti, perché Monica quando dipinge entra in uno stato di trance artistica, dove si spersonalizza e diventa lei stessa uno strumento, un prolungamento del pennello che con rapidità trasforma un corpo in una tela d’autore di inestimabile valore.
Alessandra Damiano dipinge con colori vivaci l’energia cosmica presente nell’essere umano accennando alla sua “diversità meravigliosa”.
Questi temi vengono evocati anche dall’artista Gianni Boattini, per lui nulla si distrugge ma si trasforma nel fuoco creativo divino che si manifesta nella mano del pittore stesso, usando come colore predominante il bianco, e sembra quasi evocare note musicali. Anna Maria Tani utilizza le tonalità del rosa intrecciato in tessere a diverse inclinazioni, mostrando il pulsare di una moderna Pìetas, consapevole del rapporto fisico tra causa ed effetto.
Una tessitura simile ma più ordinata viene utilizzata da Marina Loreti, con colori più freddi, allusivi della profondità dell’animo umano e del suo inconscio.
Il messaggio di Paola Bracaglia, invece, prende spunto da una frase del Papa per descrivere l’assenza del contatto dell’uomo con il suo simile, che utilizza mezzi utili ma che lo portano a lungo andare all’allontanamento dagli altri esseri umani, che lo trascina
no in un mondo virtuale, dissolvendo la sua essenza.
Anche Tamara Pierbattisti riscopre l’essenza divina nell’intenso sguardo del suo “Cristo”, esprimendo tutta la necessità dell’uomo di ritrovare il trascendente in se stessi per resistere all’attrazione del “vuoto cosmico”.
Con il cosmo si misura anche Tania-Sguardounicellulare che evoca il Big Bang che diede inizio all’universo, ai pianeti, alla vita stessa e per esprimerlo sulla tela utilizza una varietà di cromie e forme sferiche.
Il tema della vita viene usato anche da Giovanni Ingrassia, che con il colore verde esprime l’importanza e la peculiarità di ciò che accade nell’universo.
Fabio Jacquier offre un punto di vista cosmico spirituale attraverso lo sguardo di una divinità Sumera con una costellazione pulsante che sembra dare origine alla vita.
Cristina Giovannucci rappresenta l’essere umano nella sua sostanza, con lo sguardo rivolto ad un’altra dimensione.
Gabriella Sterzi rappresenta su tela il supplizio del sileno Marsia ad opera di Apollo per aver avuto l’ardire di sfidare la sua abilità a suonare l’aulos.
Dario Calì (autore stesso della mostra insieme a Sonia Vecchio) rappresenta la carnalità femminile immerso nel fluido biologico, che pulsa di vitale energia cosmica.
Per Loredana Giannotti la donna è un tramite tra realtà terrena e inconscio in una complessità materiale e multiforme.
Con la figura femminile si confrontano anche Claudio Giuli e Claudio Alicandri. Il primo la porge in maniera velata, per affermare la natura celata ed irraggiungibile da parte dell’uomo. Il secondo la descrive nella sua semplice nudità, priva del colore, ponendo l’attenzione sui suoi complessi processi mentali che rimangono spesso oscuri per l’uomo.
Isabela Seralio illustra il legame tra il faber e le sue ispiratrici, indistinte entità e custodi del contenuto del corpo: l’anima.
Sonia Vecchio So.Ve. predilige la forma circolare a cui conferisce il significato di ciclicità, regolarità assoluta e perfezione in sintonia con l’universo che lei percepisce come ordinato da superiori leggi di equilibrio e da un’unica anima alla quale tornano tutte le anime dei singoli esseri umani.
Ugo Bongarzoni rappresenta sulle sue opere la sua inquietudine, presente fin dalla sua prima rappresentazione.
Carmine Frigioni dipinge la vita e la bellezza che può vulnerare un’altra vita, dove il sogno è un cammino di luce. Evocativo e quasi sostanziale SC-art, che analizza la potenza dell’infinitamente piccolo caduto con onore sul campo di battaglia nel ciclo di vita-morte, collegando l’essenza con il nostro pianeta satellite attraverso una radiazione monocromatica.
Alla manifestazione d’arte è intervenuto il critico Ugo Bongarzoni, di cui cito in parte il testo critico per descrivere gli artisti qui citati, da lui stesso nominati sulla brochure illustrativa dell’evento “Anima Mundi”.
Marzia Bortolotti