Roma, Teatro Vittoria, 3 marzo 2018
Scritto da: Eduardo Aldan
Progetto artistico di: Gianluca Ramazzotti
Diretto da: Ricard Reguant ed Enzo Masci
Versione italiana di: Franco Ferrini
Con: Claudia Genolini, Simone Giacinti, Emiliano Ottaviani
e con la partecipazione di Gianni Garko
Produzione: Ginevra Media Prod srl
Date: dal 15 febbraio al 4 marzo 2018
Intro: in scena al Teatro Vittoria dal 15 febbraio al 4 marzo, l’entusiasmante spettacolo, scritto dal geniale Eduardo Aldan, che riporta alla luce le nostre paure ancestrali e ci conduce attraverso un viaggio nel terrore in un luogo abitualmente considerato sicuro: una comoda poltrona di teatro.
Una trama e un’ambientazione sorprendenti, terrore psicologico ed effetti speciali sono gli ingredienti di questo esperimento teatrale che ha avuto grande successo di pubblico e critica in Spagna, Messico e Portogallo e, dalla scorsa stagione, anche in Italia dove il prestigioso Teatri On Line lo ha inserito nella speciale classifica dei dieci migliori spettacoli dell’anno.
Chiunque abbia avuto già qualche esperienza con gli indiavolati spettacoli dell’iberico Circo de los Horrores non si sarà sorpreso più di tanto, nell’entrare al Teatro Vittoria ed essere scortato al proprio posto da certi sinistri e inquietanti figuri. Nella fattispecie soggetti vestiti di scuro con una maschera antigas a coprire il volto. Sì, perché questo genere di figuranti tende a comparire sempre più spesso, nel corso di eventi del genere. Stavolta però sono parsi davvero ben integrati con il mood cupo e maligno instauratosi in sala. Prevedibile, quindi, che il loro improvviso apparire davanti o al fianco di un qualsiasi spettatore abbandonatosi inopportunamente a qualche distrazione, prima dello show, abbia causato reazioni vistose, compresi i classici e proverbiali balzi sulla sedia…
Ad ogni modo, senza che qui si indugi troppo sul pittoresco, Non aver paura… è solo uno spettacolo si è dimostrato realmente un happening teatrale in grado di giocare bene su paure ancestrali, in primis quella del buio, come anche sul senso di angoscia e sulle aspettative del pubblico. Un pubblico preso per mano e accompagnato ai limiti estremi delle proprie fobie, tra l’altro, da uno storyteller d’eccezione: quasi a fare le veci del televisivo Zio Tibia, ecco un autentico mito del cinema italiano di genere (e non solo) come Gianni Garko prestarsi con la sua notevole presenza scenica e una voce magnetica a legare tra loro le tre diverse storie rappresentate, più alcuni stranianti siparietti (raccontati con tanto di supporto audiovisivo) relativi alla supposta, tenebrosa storia del teatro stesso, che sono risultati forse persino più spaventosi. Notevolissimi qui pure i rudimentali effetti speciali sperimentati sui presenti, compresa la viscida sensazione di una ragnatela calata nel buio pesto sugli spettatori.
L’allestimento scenico di questo spettacolo che si sta facendo notare da un po’, in giro per i teatri, non ci ha quindi deluso. Ma questo non deve porre in secondo piano la godibilità dei tre brevi racconti del terrore rappresenti sul palco, tre piccole leggende metropolitane tese a far inorridire progressivamente l’uditorio grazie a elementi come conventi maledetti, fragili baby sitter in pericolo, infanti mostruosi e automi assassini. Un applauso, conseguentemente, ai convincenti protagonisti dei tre spezzoni proposti, con nota di merito per Claudia Genolini, autarchica scream queen chiamata a impersonare la tragica fine di una baby sitter piombata senza saperlo in uno scenario da slasher americano.