In “Sunblind”, il frontman dei Fleet Foxes Robin Pecknold porta avanti con orgoglio la tradizione di commemorare i propri eroi con una canzone.
Invoca grandi del passato come Richard Swift, Judee Sill ed Elliott Smith, avvolgendo le loro opere intorno a lui come un manto di sicurezza.
“Nuoterò per una settimana nelle calde acque americane con cari amici”, proclama, annuendo scherzosamente a David Berman di Silver Jewish, scomparso l’anno scorso dopo decenni di torturata brillantezza.
Anche se “Sunblind” è un’ode ai defunti, non soccombe mai alla malinconia. Invece, serve da celebrazione della musica come fonte di conforto e ringiovanimento.
Antonio Alberto Di Santo