VALERIO LUNDINI

Comiche contemporanee

Valerio Lundini è un comico che va in scena su rai2 con un programma intitolato “Una pezza di Lundini”. Nel suo artificio narrativo, “la pezza” è uno show messo su in fretta e furia per tappare il buco di una trasmissione immaginaria saltata all’improvviso. Con la sua quasi completa impreparazione, il trentaquattrenne romano conduce e intervista ospiti senza avere un’idea precisa di cosa fare o dire. Il risultato è un minestrone tragicomico costellato di momenti di imbarazzo ed errori di ogni genere intervallati dagli applausi di tre anziani che formano il pubblico.

Restare in equilibrio sul filo dell’assurdo è l’arte di Lundini e le interviste strampalate agli ospiti in studio risultano essere la parodia della televisione di oggi, dei suoi ritmi, dei suoi presentatori. Una tv che distrugge la tv, un programma fasullo che appare più vero del vero. Sì, perché la scena televisiva, come la comicità italiana, ha bisogno di essere destrutturata e rinnovata.

L’umorismo di Lundini è la versione smarrita e orgogliosamente disagiata di Nino Frassica. Una ricetta adatta anche ai più giovani, ormai distanti da una tv che sembra assomigliare a museo delle cere fabbrica-meme. Personalmente trovo molto più interessante l’inchiesta choc dello zio che ruba il naso al nipote e lo tiene nascosto in un cassetto insieme ad altri nasi, rispetto alle ospitate di Mara Venier quasi sempre dedicate a personaggi noti che ormai hanno poco o niente da dire.

Valerio Lundini ha trovato il format televisivo adatto al suo umorismo e credo che questa generazione abbia bisogno di dare spazio a nuovi linguaggi e nuovi stereotipi. Un processo che sul web si vede già da anni ma di cui sul piccolo schermo non v’è traccia. L’umorismo alla Brignano fatto di suocere, abbuffate e dialetti è un umorismo che ha già detto tutto, che non rispecchia il pensiero dei giovani di oggi.  La televisione italiana volutamente perbenista è diventata una multinazionale del cringe. E Lundini, sfruttando le dinamiche della tv classica, scimmiotta alla grande tutto quello a cui siamo abituati, riuscendo a creare contenuto entro un ordine privo di senso. Personalmente non mi auguro una tv fatta solo di contenuti nonsense, mi auguro piuttosto che questo sia l’inizio di un mondo televisivo meno da copertina, meno effimero, più vero.

L’ironia del Lundini è solo un mezzo per prendersi gioco della realtà, che purtroppo spesso non fa granché ridere, anzi è piena di silenzi e momenti imbarazzanti. Con questa “pezza” si ride e si sorride, non tanto per mano di qualche emozione inedita ma quanto per il fatto che ci si ritrova disarmati: consapevoli di aver troppe volte sorriso delle stesse dinamiche senza che esse fossero giustificate da un fine comico.

Antonio Alberto Di Santo

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