T2 – Trainspotting

TITOLO ORIGINALE: T2 Trainspotting
REGIA: Danny Boyle
GENERE: Drammatico
CAST: Ewan McGregor, Robert Carlyle, Jonny Lee Miller e Ewen Bremner
PAESE: Gran Bretagna
PRODUZIONE: Warner Bros
ANNO: 2017
DURATA: 118 Min

TRAMA: La pellicola è il sequel del film cult Trainspotting (1996) e adattamento cinematografico dei romanzi Trainspotting e Porno di Irvine Welsh. Per questo film sono tornati, oltre al regista Boyle e allo sceneggiatore John Hodge, anche i quattro protagonisti del film originale. A vent’anni esatti dalla sua rocambolesca fuga dalla Scozia, con sedicimila sterline nella borsa, Mark Renton si ripresenta a Edimburgo e al cospetto dei vecchi amici, Simon “Sick Boy” e Daniel “Spud”. Anche “Franco” Begbie, intanto, è evaso di prigione e non vede l’ora di ammazzarlo a mani nude. Renton li ha traditi, si è rifatto una vita, fuori dalla droga e dentro un progetto borghese, ma quella vita si è già sgretolata, mentre l’amicizia dei compagni di siringa dimostra, nonostante tutto, di aver tenuto bene. Molto è cambiato e molto è rimasto lo stesso.

Danny Boyle torna a dirigere i quattro tossicomani scozzesi in un sequel, T2 Trainspotting, molto atteso soprattutto tra i 30enni e 40enni di oggi. Il primo episodio aveva raccontato l’irriverente ritratto di una generazione post-ideologica. Un film cult degli anni novanta. Oggi, Danny Boyle riporta gli attori originari ad un sequel che è anche una resa dei conti di una generazione. Il risultato è convincente.

La nostalgia è perennemente presente in questo secondo episodio. Tutti noi abbiamo pensato a come eravamo nel 1996. L’aria malinconica di quegli anni ’90 ormai passati, porta il regista ad inserire nella pellicola piccole scene passate di Trainspotting 1,  distribuite tramite mini flashback o addirittura sovrapposte alla realtà attuale, per accompagnare un presente che tutti vivono con malinconia.

Mark Renton (Ewan McGregor), dopo vent’anni vissuti ad Amsterdam, dove ha moglie e figli, fa ritorno nella sua Edimburgo. Fa ritorno soprattutto a casa sua, nella sua cameretta, nel suo mondo. Sua madre è morta, mentre il padre continua a vivere nella casa di famiglia come un pensionato qualsiasi. Mark, divorziato e senza un soldo, ha lo sguardo malinconico di chi non ce l’ha fatta. Nonostante le buone intenzioni. La vita è passata. Ad esempio, avrebbe tanto desiderato un figlio, invece non ce l’ha, tanto da mentire quando ne parla con un suo amico. I treni sullo sfondo simboleggiano i “treni della vita”, quelli che passano e quelli che bisogna saper prendere. Mark aveva “scelto la vita”, aveva scelto di mettere la testa a posto e conformarsi alle convenzioni perbeniste della società borghese. Mark aveva scelto di abbandonare la sua vita da ribelle, mentre oggi ritroviamo i suoi amici nelle stesse disastrate condizioni di allora. Solo più vecchi e senza il conforto di un futuro ancora da scrivere. Spud (Ewen Bremner) è un disoccupato eroinomane sull’orlo del suicidio; Sick Boy (Jonny Lee Miller) è uno spacciatore, con un’attività secondaria da truffatore e ricattatore; Franco Begbie (Robert Carlyle) è appena scappato di prigione e, come sempre, è pronto a delinquere.

Il rientro di Mark a Edimburgo si rivela essere un ritorno a tutti gli effetti: a ciò che era e che aveva rifiutato di continuare ad essere, ovvero un uomo dalla personalità border-line e anti-conformista. Poco o nulla cambia nelle caratteristiche dei personaggi. Continuano a vivere vite degradate, per questo li troviamo a fare i conti con le conseguenze delle loro azioni.

La trama risulta godibile fino all’ultimo, legando commedia e “drama” in un intreccio mai banale, conforme ai canoni del primo episodio. Il film è ovviamente incentrato sull’incontro e sulla sete di vendetta che i personaggi hanno nei confronti di Mark (che era scappato col malloppo venti anni prima). Le ambientazioni di allora, con ambienti marci ma vivi, lasciano spazio al degrado delle fabbriche abbandonate e alla desolazione di una società che sembra morire su se stessa. Le scene allucinogene del primo episodio forse mancano, ma non deludono alcuni spezzoni come il salvataggio di Spud dal suicidio, l’esilarante concerto improvvisato di Mark e Sick Boy ad un raduno di protestanti e il monologo, rivisto e riadattato di “scegli la vita” di Mark alla “fidanzata” di Sick Boy.

Le citazioni musicali sono una in fila dietro l’altra, come nell’ultima scena quando Mark è alle prese con una nuova versione di Lust for Life (The Prodigy Remix). Un film che cita apertamente il primo episodio anche in campo musicale.

Con un tradimento finale, anch’esso aperta citazione del primo episodio…

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