UN SOGNO CHIAMATO LETTERE, UN VIAGGIO AL SAPORE DI CAFFÈ

Il “Lettere Caffè”, 21 anni di cultura, spettacoli e sapori, al servizio della città di Roma

Il “Lettere Caffè” di Roma è un luogo magico, ricco di vita e di volti, di note ed immagini, di libri, storia e parole; uno spazio “mitico”, un rifugio dell’immaginazione, edificatosi nel tempo grazie alla caratura umana e culturale della sua fondatrice, la scrittrice e drammaturga Enza Li Gioi, e la professionalità di Costanza Dragotta che, assieme ad Enza, ne porta avanti il progetto con dedizione e sacrificio, nonostante le difficoltà pratiche dell’impresa e dei difficili tempi passati e presenti. Le abbiamo intervistate entrambe per spiegarci il segreto di questo sogno che risponde al nome di “Lettere Caffè”, e la sua missione etica e culturale.

Sul Palco: Il Lettere Caffe’ agisce nella vita sociale della Capitale da circa un ventennio, dando vita ad un inesauribile caleidoscopio di contenuti e lanciando format di successo, oltre che artisti e comunicatori di grande talento. Cio’ che di cosí buono ed originale siete riuscite a costruire e’ frutto di precise e preordinate linee guida oppure di un’evoluzione spontanea e, oserei dire, sorprendente del progetto originario di Enza ? Potete darci un breve spaccato evolutivo  di questi vent’anni ? 

Lettere Caffè: Il Lettere Caffè nasce nel 1999 come continuazione di un progetto culturale complessivo che comprendeva una rivista letteraria (Lettere – il Mensile dell’Italia che scrive) uscita per due anni avendo Saverio Tutino come Direttore Responsabile e Enza Li Gioi come direttore editoriale in quanto ideatrice del progetto. Inizialmente si trattava di una proposta di caffè letterari in franchising, cosa che piacque al ministero dei Beni Culturali (Veltroni prima e Melandri poi) che ci diede il Patrocinio. L’impresa fu abbandonata, nonostante le tantissime richieste, in primis dal Ministero e poi da noi per l’impossibilità di sostenerne da sole  il peso. Così il prototipo, il Lettere Caffè di Roma, è rimasto un esemplare unico ma anche il primo a lanciare una nuova forma di locale da intrattenimento che rivisitando gli antichi caffè letterari proponeva e propone una commistione tra cultura, spettacolo, bar e bistrot. La formula, come si può vedere, è stata ampiamente imitata, pur restando il nostro locale un esemplare unico per una serie di motivi, tra cui l’originale architettura dovuta agli architetti Wortmann e Scatafassi, la resistenza nel tempo nonostante molti intralci e molte difficoltà, e la capacità di diversificare e innovare la proposta culturale.

Il Lettere Caffè è stato il primo locale in Italia a importare il Poetry Slam, un format culturale americano che però noi abbiamo  aggiornato e modificato ottenendo un crescente successo da diciannove anni, anche per merito della grande poetessa Claudia D’Angelo che lo conduce splendidamente. Ma la cosa che più ci riempie di orgoglio è l’aver saputo mettere assieme, senza frontiere di alcun tipo, generazioni diverse in grande armonia e continuo confronto perché la cultura vera crea unità e non divisione. Così ecco poeti, musicisti, pittori, scrittori, attori e quant’altro, dividersi il nostro spazio quotidianamente, in un fermento che ha visto nascere anche personaggi oggi popolari.

Sul Palco: Tra gli aspetti più affascinanti del “Lettere” e’ che lo spettacolo non risiede solo negli eventi ufficiali ma in quello stesso clima che si respira nel locale, grazie ad un campionario di umanità variegata e, talvolta pittoresca, formata da persone comuni, intellettuali, artisti e personaggi del quartiere, che ne costituisce l’affascinante trama poetico/narrativa. Ogni serata sembra il capitolo di un lungo romanzo di formazione, fatto di voci, volti e sentimenti sempre vivi e sempre nuovi. Come avete costruito il vostro pubblico nel tempo, e cosa pensate possa attrarre così trasversalmente gli individui, rendendovi al contempo luogo di cultura e svago, degustazione e dimensione familiare in cui la gente si sente accolta e libera di “essere” ?

Lettere Caffè: Sicuramente il “Lettere Caffè” si colloca ormai tra i locali storici di Roma, anche per il suo atto di nascita tardo-novecentesco. Una Mostra sul nostro locale presso il Museo di Trastevere tre anni fa è stata per noi un importante riconoscimento in questo senso. Ma è anche la capacità di essere accoglienti con il pubblico di ogni genere la nostra caratteristica, senza che l’interesse economico,  pure importante per la sopravvivenza di ogni impresa, sia trainante e aggressivo. Da noi le persone si sentono come a casa propria e ce lo dicono.

Sul Palco: Quali sono le soddisfazioni più importanti raccolte in questi anni nel portare avanti un progetto così importante, etico, prezioso per la Citta’ di Roma e per il nostro Paese ? 

Lettere Caffè: La principale soddisfazione è quella di essere di ispirazione per poeti, artisti e scrittori e  di essere scelti come location in cortometraggi e trasmissioni televisive.

Di essere portati ad esempio  in alcune tesi di laurea, come quella in Scienze della Comunicazione del cantautore  Davide Trebbi. Ma anche, sebbene per noi ogni artista, famoso o no, è un tesoro nel deserto culturale in cui viviamo, di aver avuto l’onore di ospitare personaggi come Francesco De Gregori, Stefano Rosso, Claudio Lolli, Eric Andersen, Noni Ovadia e l’indimenticabile Giulietto Chiesa.

Ringraziando Enza e Costanza per aver risposto alle nostre domande, porgiamo loro i nostri migliori auguri perchè il Lettere Caffè, come tutti i luoghi culturali di Roma, possa vivere e prosperare, continuando a regalare ai suoi frequentatori quelle vivide emozioni che costituiscono il concime dello “spirito” e senza le quali la vita sarebbe un’esperienza assai “incompleta”.

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