VIOLE’ – libero adattamento de “La Traviata” di Giuseppe Verdi a cura di Vittorio Aliotta
Regia Vittorio Aliotta
Con Vittorio Aliotta, Marco Monticelli, Valeria Mastroluca
Luci e fonica Fabrizio Aliotta
Sala Lysistrata, dal 2 al 4 dicembre 2022
C’è chi sostiene che ogni Opera Lirica, in qualche modo, racconti di “Un tenore ed una soprano che si amano, ma c’è sempre un baritono che non è d’accordo!”. Questo vale più che mai per La Traviata, il capolavoro verdiano più rappresentato al mondo. E questo intreccio drammatico lo puoi spostare avanti e indietro nei luoghi e nel tempo, senza che perda di intensità o di forza emotiva.
Così avviene anche nell’esperimento “musico-teatrale” portato in scena alla Sala Lysistrata di Testaccio: un’Opera non cantata, ma semplicemente recitata nel romanesco delle nostre strade, con la preziosa aggiunta di alcuni accenni ai temi musicali più noti, a sottolineare i passaggi salienti della storia e richiamare, in favore dei melomani comunque presenti, le arie più famose.
La Violetta de’ noantri, magistralmente interpretata da Valeria Mastroluca, è una ragazza minata nella salute e sporcata dalla vita, che si guadagna da vivere ballando sui cubi in discoteca e alla quale un timido Alfredo, il bravissimo Marco Monticelli, offre il suo amore e una prospettiva di serenità che mai ha conosciuto.
L’idillio, tanto per rimanere fedeli al preannunciato cliché, viene prepotentemente contrastato da Giorgio, padre di Alfredo, che rinfaccia alla ragazza il suo passato turbolento e ricalcando i pregiudizi di sempre; egli pretenderà, con ricatti morali di ogni tipo, la fine della storia.
Da qui in poi è un crescendo di emozioni, dall’addio di Violetta sulle note struggenti di Amami Alfredo, alla rabbia dell’innamorato che, pensandosi tradito, si vendica su di lei umiliandola pubblicamente, al punto da suscitare la paterna compassione di un Giorgio già meno fiero del suo disegno.
Fino all’epilogo sul letto in cui Violetta riceve l’ultima illusoria visita di Alfredo ed il pentimento ormai tardivo del dispotico padre, solo in parte perdonabile per l’intento di preservare la propria famiglia dallo scandalo.
Il pubblico ha gradito e assaporato appieno le emozioni vibratamente trasmesse dal cast ed il luccichio negli occhi al ritorno delle luci di sala, ne ha testimoniato l’appassionato coinvolgimento.
Da sottolineare, i movimenti sulle musiche dei preludi al 1° e al 3° atto, che ben simboleggiano Violetta, dapprima in speranzosa rinascita e poi in inverso e triste ritorno alla malattia.
Ben dosato inoltre, il ricorso a telefonate e al moderno whatsapp, per rendere lineare e ben compresa una messa in scena incentrata su una sostanziale quanto efficace essenzialità.
Un esperimento quindi più che riuscito, grazie all’originale adattamento del testo e alla curata regia di Vittorio Aliotta, sul palco anche nel chiaroscuro personaggio di Giorgio.
Citazione di merito anche per Fabrizio Aliotta che, oltre ad aver collaborato nella selezione dei brani musicali, ha cesellato l’ottima rappresentazione con la sempre puntuale gestione tecnica di suoni e luci.
Avviso ai naviganti: se siete abituati ad andare a teatro solo per ridere, preparate i fazzoletti, perchè qui ci si commuove davvero… non è solo una Traviata, ma una vera “tramvata” al cuore!
Alessandro Tozzi