Alphonse Mucha

Mucha
Alphonse Mucha, la retrospettiva dell'artista in mostra al Complesso del Vittoriano fino all'11 Settembre 2016

Mucha Il Complesso del Vittoriano inaugura un nuovo percorso culturale con la mostra dedicata al Alphonse
Mucha, a cura della società Arthemisia Group, una società quasi del tutto al femminile.

L’Ala Brasini del Complesso del Vittoriano vede dunque come protagonista Alphonse Mucha e la sua Art Nouveau che ha caratterizzato l’arte tra la fine dell’800 e l’inizio del ‘900.

Mucha è conosciuto ai più per i suoi bellissimi “poster” (in realtà delle vere e proprie opere d’arte) che mescolano
donne sensualissime ed elementi tipografici innovativi. Poster che sono stati realizzati per il teatro e le primissime
pubblicità, come quelle di biscotti, che hanno fatto conoscere l’artista al grande pubblico.

Mucha però non è soltanto questo. Il suo percorso artistico è stato molto vario, con diversi stili e diverse tematiche, che lo hanno visto anche fotografo e “narratore” di eventi del suo tempo. Difatti, man mano che la sua fama da arista cresceva, Mucha desiderava contribuire all’indipendenza politica delle Terre ceche e slave, divise per secoli dalle potenze coloniali. Mucha difatti nasce nel 1860 in Ivancice, una città della Moravia, sotto l’amministrazione austriaca.

Mucha credeva fortemente che l’arte avrebbe potuto, grazie alla sua potenza comunicativa, aiutare a rendere il mondo un posto migliore, dove anche le piccole minoranze etniche potessero vivere in armonia senza essere schiacciate dalle grandi potenze.

MuchaIl suo percorso di studi artistici avviene in patria, per poi spostarsi e formarsi a Monaco di Baviera, trasferendosi infine a Parigi, il cuore pulsante dell’arte e della cultura europea, in gran fermento intellettuale ed artistico.

Il suo primo poster a Parigi lo produce per lo spettacolo teatrale Gismonda, con protagonista l’attrice Sarah Bernhardt, la quale aveva rifiutato tutti i poster realizzati in precedenza da altri artisti, innamorandosi perdutamente di quello invece realizzato da Mucha, il quale divenne successivamente l’unico ritrattista dell’attrice.

La fama dell’artista cresce, fino a giungere negli Stati Uniti. Ma Mucha non dimentica la sua Terra, così quando torna a Praga nel 1910, non si dedica solo ai suoi meravigliosi poster, ma continua la sua “battaglia” per l’emancipazioni delle terre slave, lavorando sull’opera Epopea Slava.

La mostra allestita presso il Complesso del Vittoriano ospita oltre 200 opere dell’artista, tra le più note e le meno note, tra poster ed opere di forte rappresentazione alla causa del suo Paese. La mostra è curata da Tomoko Sato, curatrice della Fondazione Alphonse Mucha ed il percorso espositivo è suddiviso in sei sezioni.

MuchaLa prima sezione, Un Boemo a Parigi, è dedicata ai lavori con protagonista Sarah Bernhardt.

La seconda sezione, Un Creatore di Immagini per il Grande Pubblico, sono esposti manifesti e pannelli decorativi dell’arte pubblicitaria.

La terza sezione, Un Cosmopolita, è composta da diversi lavori che conducono l’artista verso l‘Esposizione Universale del ‘900, ma anche di lavori realizzati con ii gioielliere francese Georges Fouquet, dove sono esposti dei bellissimi e raffinati gioielli.

La quarta sezione, Il Mistico, evidenzia l’interesse di Mucha per la filosofia mistic di August Strindberg, lavorando su alcune opere legate al mondo spirituale e massonico.

La quinta sezione, Il Patriota, è l’area ove appunto vengono esposti i lavori di Mucha realizzati per puro amore e spirito patriottico.

La sesta sezione, L’artista-filosofo, vede Mucha appagato da quel suo desiderio di vedere finalmente la sua Patria unita.

MuchaNel 1918 nasce la Cecoslovacchia, ed è questo uno dei temi perseguiti fino alla fine della sua vita dall’artista, oltre agli aspetti umanitari e solidari, in contrapposizione con quei sentimenti di guerra che iniziavano ad affacciarsi nel 1938, quando però Mucha di lì a poco sarebbe passato a miglior vita (nel 1939).

La mostra è aperta al pubblico fino all’11 Settembre 2016.

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