COMCAST SUPERA DISNEY: LA 21st CENTURY VALE 60 MILIARDI

Secondo il Wall Street Journal il colosso della tv via cavo sarebbe intenzionato all’acquisto della 21th Century Fox. Un bastone tra le ruote dell’accordo Disney-Fox siglato a dicembre.

Pare, si dice, corrono i rumors. Pare che la Comcast, prima società americana nel settore della tv via cavo, voglia acquistare la 21st Century Fox. Si dice che l’offerta dovrebbe aggirarsi sui 60 miliardi, il 15% in più rispetto a quanto Disney ha appena offerto a Fox. Corrono rumors sulla volontà di Brian Roberts, ad del gruppo Comcast, di mettersi di traverso rispetto all’accordo che Rupert Murdoch ha appena siglato con Bob Iger, grande capo della Disney Company. La stretta di mano Disney-Fox, ufficializzata lo scorso 14 dicembre, prevede lo scorporo della 21st Century dal gruppo News Corp di Rupert Murdoch. Il vecchio Rupert terrebbe per sé il comparto dell’informazione di Fox Broadcasting Network, Fox New Channel, Fox Business Network, FS1, Fs2 e Big Ten Network. Disney assorbirebbe il cinema e l’intrattenimento di  Fx Networks, National Geographic Partners, Fox Sports Regional Networks, Fox Networks Grup International, Star India e le partecipazioni di Fox in Hulu, Sky, Tata Sky e Endemol Shine Group. Costo totale 66,1 miliardi di dollari che includono i 52,4 miliardi di acquisto più i 13,7 di debiti accumulati da Fox.

La controproposta di Comcast è molto simile a quella Disney, ad eccezione del comparto sport che non potrà essere incluso nell’acquisto perché rischierebbe il blocco dell’Antitrust. Un settore in cui la Comcast è già campionessa, almeno in quest’anno. La Nbc ha infatti appena trasmesso il Super Bowl su cui ha previsto un guadagno di 500 milioni di dollari (uno spot di 30 secondi ne costa 5). Ed è attualmente impegnata nella messa in onda dei giochi olimpici di Pyeongchang che non sappiamo ancora quanti incassi porteranno. I giochi di Sochi 2014, che pure hanno registrato un calo negli ascolti, hanno fruttato alla Comcast 1,1miliardi di dollari. Rinunciare al settore sport di Fox significa per Comcast diminuire le coperture per lo sport regionale e avere un competitor in più per la messa in onda del Super Bowl che lo scorso anno era proprio nelle mani della Fox.

Secondo il Wall Street Journal, il primo a dare la notizia, Comcast starebbe dunque rilanciando, o meglio confermando l’offerta di 60 miliardi che l’ad Brian Roberts fece a Rupert Murdoch ben prima della Disney, accordo poi saltato perché secondo Roberts non c’erano le condizioni per andare avanti. Già allora Rupert Murdoch manifestò preoccupazione per un’eventuale reazione dell’Antitrust, poiché quella di Comcast sarebbe un’acquisizione di tipo verticale, com’è del resto nello stile dell’azienda.

Non è chiaro se la controproposta di Comcast sia benevola o ostile, sebbene il gruppo non sia nuovo alle scalate aggressive. Già nel 2004 aveva tentato di assorbire da Disney il comparto ESPN (e cioè lo sport, ancora una volta), ma l’affare andò in fumo. La stessa acquisizione del canale televisivo Nbc fu controversa perché all’epoca Comcast era già il primo operatore della tv via cavo degli Stati Uniti e l’unione con la Nbc Universal venne vista come una sorta di monopolio. Il risultato di quella unione fu che le principali aziende del settore fecero la corsa ad ingrassarsi, e tra queste era presente anche la News Corp di Murdoch.

Bob Iger, ad di Disney Company

L’offerta di oggi avrebbe sicuramente l’effetto immediato di ridurre gli operatori del settore media da cinque a sei, con tutti i rischi di un’eccessiva concentrazione di potere. Ed è probabile che i nuovi rumors messi in giro da Comcast possano spingere la Disney ad aumentare l’offerta su 21st Century Fox. Intervistato proprio dalla Cnbc, l’ad di Disney Bob Iger ha tagliato corto dicendo di non avere niente da dire a riguardo.

Ma c’è un’altra arma potentissima che Comcast è in grado di utilizzare: quella della persuasione. Il gruppo è la settima società negli Usa per capitale speso in attività di lobby, lo stesso Brian Roberts nel 2006 ha finanziato con 76 milioni di dollari la campagna elettorale dei democratici e con 13 milioni e mezzo quella dei repubblicani. Molti dei suoi lobbisti sono ex membri del Congresso e già anni fa il Washington Post rivelava come Comcast avesse assunto cognati e parenti di sindaci, consiglieri, commissari e alti funzionari. L’accusa di un lobbismo troppo sfrenato ha pesato anche nel tentativo di acquisto della Time Warner Cable da parte di Comcast, accordo saltato perché le inchieste giornalistiche evidenziarono come Comcast avesse a libro paga molti membri della Fcc, la Federal Comunication Commition, chiamata ad esprimersi sulla fusione. La stessa commissione impegnata oggi a vigilare sui nuovi accordi, quello tra AT&T e Time Warner e quello, non si sa quanto probabile, tra Disney e Fox.

Brian Roberts, ad di Comcast

Dalla sua nascita ad oggi, Comcast si è dunque costruita una reputazione di società estremamente aggressiva che bada poco alle buone maniere. Non sappiamo se intenda adottare lo stesso atteggiamento pur di portare a casa la 21st Century. Murdoch potrebbe accettare l’offerta di Comcast (sempreché sia disposto a tenersi il comparto sportivo), ma dovrebbe pagare a Disney un miliardo e mezzo di dollari per venir meno all’accordo scritto con Iger carta-contro-carta, come si dice in gergo. Quel che è certo è che non si smuoverà niente se prima l’Antitrust americana non esprimerà un giudizio sulla fusione AT&T e Time Warner, che per clausole e dimensioni farebbe da apripista alle successive acquisizioni. Il giudizio in merito si avrà a marzo. Le tappe successive sono l’esito del ricorso presentato da AT&T contro il blocco Antitrust e la riunione degli azionisti della 21st Century chiamati ad esprimersi sull’offerta Disney, di cui la famiglia Murdoch controlla il 40% di azioni con diritto di voto. Le elezioni di Midterm invece sono ancora lontane, il 6 novembre 2018. Chissà se vale la pena appuntarselo.

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