Conviene far bene l’amore

Mostra personale di Linda De Zen, a cura di Rossana Calbi

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Germi e Strange Opera

presentano

Conviene far bene l’amore

mostra personale di Linda De Zen
a cura di Rossana Calbi

dal 2 al 27 maggio, inaugurazione 18.30

Certo, se tutto si ribalta, si ribalta anche il contrario di tutto. È questo il punto di rottura, complicato, per cui non è facile introdurre un nuovo sistema filosofico.

Pasquale Festa Campanile

Per la prima volta a Milano, una mostra personale di Linda De Zen: sculture e disegni scenderanno lungo le librerie del Germi in un progetto poliedrico che si ispira al romanzo distopico del 1975 e diventato film nello stesso anno con la direzione dello scrittore lucano, Pasquale Festa Campanile.

Linda De Zen parte dalla parola scritta edita da Bompiani, un volume nella biblioteca familiare di cui si impossessa attratta dal titolo imperativo. Una storia assurda in un’Italia che stava vivendo la crisi energetica iniziata nel 1973 con l’aumento del greggio, l’anno successivo la conseguente salita dell’inflazione al 19,1 e una perdita del Pil del 3,8 nel ’75.

Guardando a un romanzo passato, non considerato neanche un classico, e conosciuto più per la versione cinematografica che vede tra i protagonisti Christian De Sica, Eleonora Giorgi e Gigi Proietti, l’artista visiva costruisce un omaggio fisico con carte e sculture in penna 3D che si spiegano per consumo energetico. Se la soluzione trovata per la crisi energetica è che il sesso produca energia il capitalismo si adatta alla nuova esigenza e si riformula, si rimodula, pur rimanendo identico a se stesso. Usa, come sa, quello che ha a disposizione, le istituzioni religiose e quelle politiche, e cambia i presupposti, ma non il controllo sull’essere umano.

 — Potere religioso e potere politico, nei secoli, avevano sempre ricavato dai tabù un comune beneficio.

Dopo la sperimentazione nel Policlinico romano, gli esseri umani diventano vere macchine da sesso. Non utili a loro stessi, ma a un bene collettivo e sociale che da consumatori di energia li trasforma in produttori, ma nonostante l’inversione del ruolo il diritto sulla propria vita non muta. Cambia la quotidianità, ma le ansie e le ripercussioni sono le medesime, hanno solo spostato il loro acume.

Adesso, col fatto che lo devono fare per forza, cominciano a provarci meno gusto. È un stato di necessità, e come tutte le necessità annoia.

Le opere di Linda De Zen raccontano questa noia, non è una mostra che gioca sull’osceno, non vuole turbare né drammatizzare, anzi, tutto quello che presenta è una costruzione reticolare di un cambio di prospettiva. Per l’autore melfitano trasferitosi a Roma è stato facile comprendere come l’essere umano sia sempre assoggettabile culturalmente, così l’artista di Malo cerca un riscatto, e individua come l’uomo possa cambiare, evolversi, e involversi, come tutto possa essere rappresentato con una semplicità che è anche quella che l’individuo può applicare nel cambiamento personale e collettivo. Tutto in questa mostra è pruriginoso perché il nostro occhio è guidato verso questa prospettiva, ma ogni scultura e ogni carta dipanata nello spazio milanese è solo una via di fuga al perbenismo che ci strozza i pensieri.

Linda De Zen si laurea in spettacolo al DAMS di Padova.
Il suo interesse per l’arte si sviluppa anche praticamente: inizia a studiare da autodidatta diverse tecniche, la fotografia analogica, il mosaico e infine la pittura. Il suo processo pittorico si sviluppa nei ritratti a occhi chiusi, opere in cui l’artista rifiuta l’osservazione del medium e si concentra sul soggetto che ha di fronte trasformando la sua percezione visiva nel tratto. Nel 2017 arriva a Roma per proseguire la sua ricerca e sviluppa i suoi lavori in una residenza d’artista presso la galleria Sala Blu che ospita la sua prima mostra personale. Successivamente espone al Museo Scalvini di Desio (MB), nell’Abbazia di Badia a Ruoti (AR), nelle sale di Palazzo Risolo a Specchia (LE), a Trieste presso Knulp e in occasione del Tact&Art 2019, nel 2020 ritorna in mostra a Roma da Up Urban Prospective Factory e nel mese di agosto è ospitata dal comune di Bienno (BR) in un progetto espositivo personale nelle sale affrescate della biblioteca. Il suo lavoro pittorico si affianca a quello illustrativo: nel 2020 realizza il libro MeTe, un lavoro editoriale a quattro mani con Massimo Viglietti pubblicato da Neomediaitalia (NA) nel novembre 2021, nello stesso anno le sue illustrazioni sul volume Una stanza tutta per sé, curato da Rossana Calbi per Edizioni del Frisco (PI), nel 2022 pubblica il libro d’artista Mitomani per Beauroma Books (RM) presentato in mostra da Uroboro Bookshop di Roma per la rassegna Zone a Tema Lib(e)ro.

 


Per informazioni
Germi | germildc.it
Rossana Calbi | + 39 334 3450090 | rossanacalbi@gmail.com

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