Il Corpo della Voce

Il Corpo della Voce
Carmelo Bene, Cathy Berberian e Demetrio Stratos in mostra al Palazzo delle Esposizioni

Il Corpo della Voce Fino al 30 Giugno 2019, presso il Palazzo delle Esposizioni di Roma, sarà possibile ammirare una “insolita” mostra dedicata alla voce.

Come può la voce essere messa in mostra in un contesto museale? E’ quello che si scoprirà attraverso il percorso espositivo ove protagonisti saranno Carmelo Bene, Cathy Berberien e Demetrio Stratos.

In questo progetto la voce è intesa come potenzialità sonora, un corpo che si muove e che sperimenta vocalità arcaiche, soggetti sonori che sono stati esplorati dai protagonisti, ossia la cantante mezzosoprano Cathy Berberian (1925-1983), l’attore e regista Carmelo Bene (1937-2002) ed infine il cantante – musicista Demetrio Stratos (1945-1979).

Ad accogliere i visitatori nel primo step del percorso espositivo vi è una installazione visiva e sonora, con la voce di Samuel Beckett intento nel monologo Not I, ove una grande bocca in movimento segna tutte le fasi in cui le parole, e dunque la voce, si incanalano nel corpo e prendono in qualche modo forma.

Introducendosi nella sala adiacente, il primo impatto potrebbe sembrare piuttosto estraniante, ma le video installazioni presenti hanno un significato scientifico. Sono per l’appunto dei video che mostrano come la voce venga fuori, lasciando dunque intravedere ciò che generalmente non vediamo, ovvero la laringe ed il suo funzionamento nel momento in cui si parla, si canta o si fanno dei vocalizzi.  Questa sezione è curata da Franco Fussi, medico-chirurgo, specialista in Foniatria e Otorinolaringoiatria.

Tutto ciò comunque non deve scoraggiare nè sorprendere più di tanto lo spettatore poiché il bello della mostra comincia a breve. Nelle sale che seguono vi sono infatti le vere e proprie mostre che sono in realtà molto coinvolgenti a dispetto di ciò che si possa pensare.

Il Corpo della Voce Nella prima sala dedicata a Carmelo Bene, vi sono fotografie, video ma anche partiture e diari di annotazioni dell’attore e regista. Il suo è stato uno studio, una missione per esplorare ancora di più il palcoscenico, rendendo la voce la vera protagonista, convogliandone tutta l’energia della comunicazione.

Tra i suoi spettacoli spiccano il Manfred, poema drammatico di G.G. Byron musicato da R. Schumann, lo spettacolo concerto Majakòvskij e l’Adelchi di Alessandro Manzoni, nei quali Bene sperimenta la potenza della strumentazione elettronica amplificata, ove il teatro diviene una sorta di cavità orale dove far risuonare la voce.

Bene rivoluziona il teatro, accentrando l’attenzione sull’attore, sulla voce, scarnificando sempre più la scena, come a catturare così completamente l’attenzione del pubblico.

Attraverso dunque le installazioni audio e visive di questo percorso espositivo nella prima stanza dedicata proprio all’attore Carmelo Bene, il visitatore può già intuire in quali modi sarà illustrata la voce, voce che prenderà sempre più corpo e anima.

Seguendo questa alchimia di voci, teatro, scienza e canto, si sopraggiunge alla seconda area dedicata a Cathy Berberian, dove anche qui sono allestite immagini, video e spartiti riguardanti la cantante mezzosoprano.

Il Corpo della Voce Per lei furono composte appositamente dei canti ove emerge la sua incredibile capacità nel cantare in modo diverso. Tra queste vi sono dunque Aria, con collage di stili e interpretazioni diverse, ma anche Thema (Omaggo a Joyce). Un altro suo importantissimo lavoro di sperimentazione è quello realizzato con onomatopeiche tratte dal mondo del fumetto dal titolo Stripsody, nato in collaborazione con Umberto Eco e il pittore Eugenio Carmi. Attraverso dunque le sillabe e le onomatopeiche tipiche dei fumetti, l’artista gorgheggia stilisticamente e sperimentando le sfumature della sua voce. Anche in questa occasione è possibile vedere come la voce si incanala nel corpo ed esce fuori per essere ascoltata.

In mostra vi sono materiali inediti provenienti dalla Paul Sacher Stiftung di Basilea, tra foto e lettere, partiture e performance della cantante.Il Corpo della Voce

La voce di Antonin Artaud (1896-1948) ci introduce nella ricerca vocale di Demetrio Stratos, il quale ha sperimentato con la sua voce oltre il limite, per comunicare poesia e musica, con delle performance davvero uniche nel suo genere. Questa ultima area è quella che in qualche modo reputo più interessante e coinvolgente dal punto di vista del pubblico poiché si può giocare con la propria voce, parlando a un microfono collegato a delle apparecchiature elettroniche e a dei computer, vedendo come lo spettro della propria voce prenda corpo. Inoltre, modulandola, possono essere riprodotti graficamente vari “corpi” della voce.  Queste installazioni sono ad opera di Graziano Tisato, ricercatore presso l’Istituto di Scienze e Tecnologie della Cognizione (ISTC) – CNR di Padova.

Il Corpo della Voce A queste installazioni “personalizzate”, seguono anche qui video, immagini, fotografie e molteplici audio di Demotrio Stratos che si possono ascoltare attraverso le cuffie sparse qua e là nell’area. Demetrio Stratos è stato uno dei rappresentanti del rock progressive in Italia e, seppur abbia avuto una carriera piuttosto breve, è stata molto intensa.

Fatale per l’artista fu senz’altro l’incontro con John Cage (1912-1992) il compositore statunitense che ha messo in discussione il concetto d i musica oltre i limiti della tradizione. In mostra dunque i dattiloscritti e le partiture di Mesostics di John Cage, con annotazioni di Stratos, accompagnate da una serie di foto.Il Corpo della Voce

La voce in questa mostra, dunque, risulta essere un veicolo di comunicazione che prende in qualche modo corpo; la voce che materialmente non ha una forma fisica in questo caso può essere ammirata non solo attraverso l’ascolto, ma anche attraverso la vista.

La mostra, promossa da Roma Capitale – Assessorato alla Crescita Culturale e organizzata dall’Azienda Speciale Palaexpo, è accompagnata da un catalogo con testi di Guido Barbieri, Adriana Cavanero, Anna Cestelli Guidi, Angela Ida De Benedictis e Nicola Scaldaferri, Franco Fussi, Luca Nobile, Francesca Rachele Oppedisano, Gianni Emilio Simonetti e Graziano G. Tosato.

Numerosi saranno anche gli incontri e le installazioni che coinvolgeranno il pubblico, ove si potrà letteralmente “tirare fuori la voce”, proprio come hanno fatto i protagonisti di questa mostra.

Sarà dunque interessare capire e sperimentare con la propria voce, trasformandola in qualche modo in arte.

Per maggior informazioni sugli eventi collaterali, vi invitiamo a consultare il sito del Palazzo delle Esposizioni.

 

 

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