IL TEVERE E LA SUA STORIA

Come quasi tutte le città del mondo Roma ha avuto le sue origini sulle sponde di un fiume, ma non un fiume qualsiasi ma il grande Tevere carico di storia leggende e aneddoti.

Questo fiume nasce dagli Appennini e, come ci hanno insegnato a scuola, precisamente dal monte Fumaiolo.

Alla sua sorgente è collocato un cippo che ricorda come la storia e la grandezza di Roma siano strettamente legate a questo fiume che scorrendo raccoglie molti affluenti, attraversa calmo e maestoso la Città Eterna e si getta poi nel mar Tirreno.

Negli anni ’50 dello scorso secolo il Tevere aveva una vita più legata alla città, esso per molti rappresentava il divertimento e lo svago, infatti, alle sue rive erano ancorati i barconi che erano come i moderni stabilimenti balneari per moltissimi e appassionati fiumaroli.

Anche il cinema di quegli anni ci mostra balere galleggianti e spettacoli musicali che si svolgevano sui barconi, e come non ricordare le scene memorabili del film Vacanze Romane, e tutto questo ci fa pensare ad un mondo più ingenuo e a divertimenti sicuramente meno problematici di quelli di oggi.

Il Tevere che noi conosciamo è ben diverso da quello che scorreva, e spesso esondava, fino al 1870 quando furono costruiti i muraglioni di contenimento e ampliato il ponte S.Angelo.

Il Tevere è anche un grande scrigno, ogni volta che si eseguono lavori sul fondale emergono monete e reperti antichi, perché non dimentichiamo che il fiume è stato un grande alleato per i collegamenti e i commerci dell’antica Roma.

Un oggetto preziosissimo però non è stato mai ritrovato,  il grande candelabro in oro di Tito, e si dice che molti ancora lo cercano.

Di questo grande fiume la maggior parte di noi conosce il tratto che scorre in città. Ne ammiriamo i molteplici ponti, alcuni antichi e altri modernissimi, ma se ci allontaniamo verso il ponte della Magliana scopriamo un’area che è quasi un’oasi faunistica, c’è l’airone cenerino che pesca nell’acqua e il piccolo pendolino che costruisce il suo strano nido nei canneti, e le piccole anguille di fiume che guizzano nei fondali un po’ fangosi, ed anche tra le piante delle rive sbucano curiose e impertinenti le nutrie.

Queste nutrie sono il retaggio di un esperimento del principe Chigi che aveva ideato un allevamento a Castel Fusano al fine di produrre pellicce, e per fortuna questo esperimento è miseramente fallito.

Quando passiamo sui lungotevere se ci affacciamo ad ammirare questo vecchio amico fiume, pensiamo per un momento ai suoi molteplici aspetti, sia storici che naturalistici e forse avremo per esso più rispetto e voglia di fare qualcosa per migliorarlo e conservarlo per chi verrà dopo di noi.

 

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