Jesus Was Homeless è la prima band italiana indipendente in classifica FIMI, dove per 6 settimane hanno occupato la 33esima posizione, tra i grandi della musica italiana, come Max Gazzè e Renato Zero. Come ci si sente ad aver raggiunto questo traguardo?
Assolutamente non prevedevamo niente del genere, anche se abbiamo sperimentato questo metodo di distribuzione “alternativa” con annesso un videogioco Ald Disco nei 420 negozi “Game Stop” in Italia.
La combinazione ha funzionato e siamo entrati in classifica.
Il vostro fortunatissimo ultimo album, The Message, si ha finalmente spalancato le porte per uno nuovo percorso musicale al quale state rapidamente scalando i vertici. Finalmente anche in Italia le porte dell’Indie Rock sono state sdoganate o c’è qualcosa in più nella musica dei Jesus Was Homeless?
Qualcosa sta cambiando, ma non troppo.
Quindi decisamente direi che la musica di JWH ha un qualcosa in più e senza presunzione non temiamo il confronto con band “rock” affermate italiane.
Anche se poi rock non sono. Ma questo è un altro discorso.
Dopo aver conquistato con le vostre sonorità i palchi di Giappone e Stati Uniti, con alcune selezionate date nei migliori club londinesi, i JWH si apprestano a suonare di nuovo a Roma, presso la manifestazione Gay Village il 13 Settembre.
Come dunque vi aspettate di essere accolti dal pubblico?
Siamo molto felici di far parte della programmazione di una manifestazione come il Gay Village.
Siamo totalmente in favore della libera espressione sessuale.
Qualsiasi forma sia.
Ovviamente nel rispetto della sessualità altrui.
Ci aspettiamo dal pubblico un’accoglienza simile a quella di un qualsiasi altro concerto in altri luoghi non così definiti dal nome della manifestazione.
Non vediamo l’ora.
Qual è dunque il segreto del vostro successo?
La passione, la costanza, la perseveranza e il “believing”.
Sognando ancora più in grande, qual è il prossimo obbiettivo che vorreste veder realizzato?
Sogniamo di mantenere un’integrità e sempre più indipendenza.
Di poter continuare il nostro percorso con il consenso di chi apprezza seriamente e non solo per moda la nostra musica.
In questo momento, oltre che a suonare in tour, state lavorando anche ad altro?
Stiamo lavorando con l’anima e la spiritualità.
Con un nome come quello che abbiamo come band è un dovere.
L’uscita del vostro disco è stata supportata inoltre da un videogioco: a distanza di tempo come prosegue l’andamento di questo duetto “insolito?
E’ stata un’operazione interessante e mirata ai giovani. La musica non sta vivendo un bel periodo in generale, mentre i videogiochi sono al top e ci hanno dato una mano.
Progetti imminenti?
Live in Italia e in Europa.
Sognando di tornare in California, ovvero in qualche modo, a Casa.