LA RAGAZZA NELLA NEBBIA di Donato Carrisi

 

Autore: Donato Carrisi

Editore: TEA

Pagine:373

TramaLa notte in cui tutto cambia per sempre è una notte di ghiaccio e nebbia ad Avechot, un paese rintanato in una valle profonda fra le ombre delle Alpi. Forse è stata proprio colpa della nebbia se l’auto dell’agente speciale Vogel è finita in un fosso. Un banale incidente. Vogel è illeso, ma sotto shock. Non ricorda perché è lì e come ci è arrivato. Eppure una cosa è certa: l’agente speciale Vogel dovrebbe trovarsi da tutt’altra parte, lontano da Avechot. Infatti, sono ormai passati due mesi da quando una ragazzina del paese è scomparsa nella nebbia. Due mesi da quando Vogel si è occupato di quello che, da semplice caso di allontanamento volontario, si è trasformato prima in un caso di rapimento e, da lì, in un colossale caso mediatico. Perché è questa la specialità di Vogel. Non gli interessa nulla del dna, non sa che farsene dei rilevamenti della scientifica, però in una cosa è insuperabile: manovrare i media. Attirare le telecamere, conquistare le prime pagine. Ottenere sempre più fondi per l’indagine grazie all’attenzione e alle pressioni del “pubblico a casa”. Santificare la vittima e, alla fine, scovare il mostro e sbatterlo in galera. Questo è il suo gioco, e questa è la sua “firma”. Perché ci vuole uno come lui, privo di scrupoli, per far sì che un crimine riceva ciò che gli spetta: non tanto una soluzione, quanto un’audience. Sono passati due mesi da tutto questo, e l’agente speciale Vogel dovrebbe essere lontano, ormai, da quelle montagne inospitali. Ma allora, cosa ci fa ancora lì?

“E’ il cattivo che fa la storia” e su questo concetto ruota tutto il libro mentre la verità è avvolta in una nebbia tanto insidiosa quanto impenetrabile.

Come sempre Donato Carrisi ci porta per mano nella malvagità umana molto ben travestita da innocuo e anonimo individuo o individua, dipende dal caso. Anche in questa storia ci si inoltra nella parte più buia dell’animo umano, quella più inesplorata e tutto ciò che ne traspare è nebuloso, indistinto e a volte talmente assurdo da risultare possibile anche se incomprensibile.

La storia di questo romanzo è apparentemente lineare: è scomparsa una ragazza  in una cittadina montana e apparentemente sembra un normale, anche se ingiustificato,  allontanamento volontario, ma niente è più lontano dalla realtà e man mano che la matassa si dipana emergono verità assurde e moventi al limite di qualunque logica possibile.

L’agente speciale Vogel, incaricato di fare luce su questo caso, oltre a brancolare nel buio più totale pare molto più interessato allo spettacolo mediale che la notizia della scomparsa della ragazza provoca, più che alla soluzione del caso perché “La giustizia non fa ascolti. La giustizia non interessa a nessuno”  la verità è che la giustizia non è abbastanza spettacolare per i riflettori, quello che fa veramente audience è  il mostro. In questo romanzo il mostro c’è ed  è molto ben mimetizzato nel quotidiano, potrebbe essere chiunque, il postino gentile, la casalinga intenta a fare la spesa al supermercato, l’insegnante di lettere del liceo, e soprattutto potrebbe avere qualunque movente o non averne assolutamente nessuno, l’importante per l’agente Vogel è sbattere il mostro in prima pagina o meglio davanti alle telecamere, per godersi il suo meritato momento di gloria.

Questo libro a mio parere non è il migliore che Carrisi abbia scritto, qui siamo molto lontani dall’intrigo de “l’ipotesi del male” o “il cacciatore del buio”, dalle implicazioni psicologiche e religiose de “il tribunale delle anime” dagli intricati e infiniti cunicoli della mente de “il suggeritore”; lo stile è come sempre  lineare e coinciso, mai inutilmente prolisso o ripetitivo, ma la storia, seppure interessante e intrigante,  ha meno mordente dei libri precedenti, è più sintetica e meno ingarbugliata dei libri precedenti.

Il finale è interessante e sorprendente, per niente banale ma poco machiavellico rispetto ai romanzi precedenti.

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