Benvenuta Jessica sulle pagine di “Sul Palco”: direi quanto meno appropriato per il tuo libro. Come nasce l’idea di realizzarlo?
Grazie Sara!
L’idea del libro nasce da Oderso Rubini, il quale più volte, nel corso della sua carriera come produttore musicale, ha scelto di lavorare con band formate da sole donne, dalle Clito (nel 1980) alle Squeezers (1987), fino alla creazione del festival “In the Pink of Rock” (una rassegna dedicata al rock “al femminile” che si tiene a Bologna dal 2010).
Personalmente, da quando ho iniziato a scrivere di musica nella prima metà degli anni ’90, ho sempre avuto un interesse speciale per le donne nel rock (ma anche in altri generi musicali).
Era l’epoca delle Hole, delle Bikini Kill, delle italiane Mumble Rumble, e io producevo fanzine di inclinazione Riot Grrrl che trattavano, appunto, anche di musica “al femminile”. Ho pensato più volte di scrivere un libro sulla scena RG o sul rock “al femminile” in generale, l’ho proposto anche a qualche casa editrice, ma non se n’è mai fatto niente.
Finché Oderso (che avevo conosciuto scrivendo un articolo per Alias sulla New Wave italiana), sapendo di questo mio interesse, non mi ha contattata nell’estate del 2010 per propormi questo progetto. Ho subito accettato con entusiasmo, ed eccoci qui.
40 anni di rock al femminile: quali sono le “ragazze” rock protagoniste del tuo libro?
Non posso citarle tutte perché le band di cui parlo in questo libro sono davvero tante!
Il libro è diviso in tre parti (più una prefazione sui complessi beat femminili degli anni ’60): Punk Attitude (che copre gli anni ’70 ed ’80.
Cito tra le tante: Clito, Remote Control, Kandeggina Gang, Antigenesi), Hips. Lips. Tits. Power. (anni ’90: Mumble Rumble, Le Bambine Cattive, Motorama, tutta la scena Riot Grrrl italiana, The Cleopatras ecc), e One of the boys? (anni 2000: Diva Scarlet, Roipnol Witch, Kyuuri, Mab, Allun, Agatha, e tantissime altre).
Tra tutte, quale ammiri di più?
Le ammiro tutte altrimenti non le avrei messe nel mio libro.
Soprattutto quelle che, in passato (Clito, Antigenesi) o nel presente (Roipnol Witch, Kyuuri) si sono date da fare, o si stanno dando da fare, per smantellare uno ad uno tutti i pregiudizi, verso le donne, che purtroppo e vergognosamente sono ancora presenti nella scena rock italiana (come del resto nella società in generale).
Protagoniste del passato e del presente: quali sono le differenze? Come la musica rock al femminile sta vivendo la sua ascesa?
Come ho scritto anche nel libro, secondo me la differenza principale tra le band del passato e quelle di oggi, generalmente parlando naturalmente, è che mentre i gruppi femminili degli anni ’70, ’80, e gran parte dei ’90, avevano un’impostazione più politica, femminista, e spesso nascevano proprio con l’intento di incrinare il maschilismo della scena rock (punk, ecc), molte giovani musiciste di oggi formano band di donne per “caso”, perché sono amiche, o almeno così affermano.
Spesso vogliono essere considerate “uno dei ragazzi”, non rivendicano una specificità femminile come invece facevano molte musiciste in passato.
Secondo me questo non è un bene, perché rischiano di adeguarsi a cliché preesistenti (cliché ovviamente maschili, visto che il rock è sempre stato un “boys club”), invece di creare nuovi modi di “fare rock”.
Poi ci sono eccezioni come ad esempio le Allun che non si adeguano a nessun cliché.
A dir il vero, spesso mi sono lamentata di non trovare abbastanza donne italiane protagoniste nella musica: non mi riferisco ai personaggi noti, bensì all’underground. Tu come hai fatto a trovarle?
Le donne ci sono eccome nella scena underground italiana, solo che non è sempre facile trovarle, perché in effetti è più difficile per loro “emergere”.
Dai media ai produttori musicali, tutti sono responsabili in qualche modo di questa discriminazione.
Per quanto mi riguarda, le band beat femminili le ho scoperte soprattutto grazie al libro “Ciglia Ribelli” di Claudio Pescetelli, alcune band me le ha fatte conoscere Oderso, molte di quelle più giovani le ho trovate grazie a lunghe ricerche su Internet, altri nomi sono saltati fuori chiedendo ad altre/i appassionate/i di musica, cercando su vecchie fanzine, e tutte le altre le conoscevo ed ascoltavo già (le Motorama da quando spedirono un loro demo alla mia fanzine, Le Bambine Cattive grazie ad una cassettina che mi fece una mia amica, e così via!).
Quanto rock c’è in Jessica?
La musica è la mia passione principale da quando ero bambina, quindi se intendi rock in senso molto lato (i miei ascolti sono molto vari, non solo rock in senso stretto), direi che Jessica è 100% rock! Non credo di esagerare se dico che, più di una volta, la musica mi ha salvato la vita.
Giornalista per svariate testate musicali, Jessica ha anche fondato delle fanzine -anche io ne ho una!- e come me, saprai che è indispensabile passione e tanta energia: così come le ragazze rock, spesso devono impegnarsi il doppio, per essere accolte nell’olimpo a volte troppo maschile del rock. Qual è la tua ricetta?
Una ricetta? In realtà non ho nessuna ricetta, faccio le cose perché sento che “devo” farle, non ci penso molto. Ovvio che ci vuole molta passione, visto che di certo queste cose non si fanno per soldi. Purtroppo.
Sai, adoro le fanzine cartacee, e quando abbiamo iniziato a parlare della grafica del libro, ho detto ad Oderso: mi piacerebbe che la grafica fosse simile ad una vecchia fanzine. Viva le fanzine!
Uno sguardo alla musica internazionale e alla situazione femminile nel mondo della musica: in quale paese sceglieresti di suonare, se tu fossi una Rock Music Girl?
Inghilterra o Stati Uniti, i paesi dove le scene Riot Grrrl erano più attive (e ancora lo sono, anche se non si chiamano più RG), e i paesi dove il rock è nato.
Il verso di una canzone, tra le artiste racchiuse nel tuo libro, che ti ha particolarmente colpito?
“Cosa succede se parlo e nessuno mi crede” (“Non più silenzio” delle Diva Scarlet. Parla di violenza domestica), e tutto il testo di “Stupro” delle Mumble Rumble… da brividi.
Progetti imminenti e futuri?
Imminenti: tante presentazioni dal vivo de “Le Ragazze del Rock”. Tenete d’occhio la pagina Facebook del libro per le date e altri dettagli. Gran parte delle presentazioni includono concerti di alcune band intervistate nel libro, quindi saranno molto rock!
Inoltre stiamo lavorando al sito web del libro, che partirà tra poco: http://leragazzedelrock.it/, e ad una compilation.
Futuri: altri libri, spero! Un paio sono già in lavorazione… tra cui uno dedicato sempre al lato femminile del rock, questa volta internazionale!