NO – I GIORNI DELL’ARCOBALENO

IL NO DEL POPOLO CILENA ALLA DITTATURA DI PINOCHET

REGIA: Pablo Larrain
TITOLO ORIGINALE: No
GENERE : Drammatico, storico
SCENEGGIATURA: Pedro Peirano
ATTORI: Gael García Bernal – Alfredo Castro – Antonia Zegers – Marcial Tagle – Luis Gnecco – Diego Muñoz – Néstor Cantillana – Alejandro Goic – Jaime Vadell – Manuela Oyarzún
MONTAGGIO: Andrea Chignoli, Catalina Marín Duarte
PRODUZIONE: Bolero Film
PAESE: Cile, Francia, Stati Uniti d’America 2012
DURATA: 118 Min

TRAMA: Siamo nel 1988. Da più di 15 anni il Cile è sottoposto alla feroce dittatura militare del presidente Augusto Pinochet. Dietro la pressione delle forze internazionali, il governo cileno indice un referendum sulla sua presidenza: il popolo sarà chiamato a scegliere se lasciarlo o meno al potere per altri otto anni. I leader dell’opposizione, propugnatori del «no», incaricano il giovane pubblicitario René Saavedra di dirigere la loro campagna. Con poche risorse e sotto un controllo costante da parte della polizia, Saavedra e il suo team elaborano un messaggio per vincere il referendum e liberare il loro paese dall’oppressione : « l’allegria che viene » sarà il loro slogan.

Quando indice un referendum sulla sua permanenza al potere, Augusto Pinochet si aspetta un plebiscito. Tanta è la sua presunzione che appellarsi al popolo diventa un modo come un altro, forse definitivo nella sua concezione, per confermare la “legittimità” del proprio potere (preso grazie al colpo di Stato che rovesciò la repubblica di Salvador Allende).

I partiti democratici ridotti nell’angolo della contesa politica hanno un solo modo per combattere: convincere i cileni a votare per il “No” al referendum. Hanno uno spazio di soli 15 minuti al giorno nella TV cilena.

Si affidano quindi a un giovane pubblicitario, René Saavedra, il quale utilizzando linguaggi e tecniche di marketing pubblicitario sconvolge i piani dei suoi committenti. “Chile l’alegria ya viene” ribalta il concetto. Niente stile documentaristico, niente elenco degli abusi del dittatore, niente torture e sparizioni di detenuti, ma solo felicità. La felicità della vita quotidiana, normale, serena che l’oppresso popolo cileno avrebbe trovato votando “No”.

Un referendum, più che battaglia politica, diventa tecnica di vendita delle proprie ragioni. Le leggi che lo regolano appartengono alla pubblicità e al marketing; e chi le governa ne è il padrone. E l’impatto positivo che sente arrivare l’elettore cileno è percepito in tutta la sua interezza. L’attrazione verso la felicità è vittoriosa.

Interessante e indovinata la scelta registica dell’autore Pablo Larrain (già celebrato dalla critica per film come “Tony Manero” e “Post Mortem”), il quale decide liberamente di utilizzare una telecamera dell’epoca per le riprese dell’intero film. La fotografia che ne viene fuori è un tuffo completo nel passato. Sempre bravo ed efficace Gael Garcia Bernal (attore peraltro in voga presso registi del calibro di Inarritu e Almodovar) nei panni di Saavedra.

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